Analisi

Provincia, Scarone (M5S): “Olivieri attaccato alla poltrona, avrebbe dovuto dimettersi”

La coordinatrice provinciale pentastellata: "Alleanza PD-Cambiamo contronatura, coalizzarsi allo scopo di ottenere delle poltrone non fa parte del DNA del M5S"

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Provincia. “Per un amministratore, il bene dei cittadini viene sempre al primo posto e per farlo a volte è necessario fare alleanze e/o coalizioni. È però altrettanto vero che per raggiungere obiettivi utili nelle nostre amministrazioni locali, che siano la Provincia, il Comune o la Regione, è controproducente costruire percorsi che a seguire non possano reggere perché le visioni e gli orientamenti politici non sono condivisibili. Queste alleanze, per così dire forzate, così tanto per amministrare o per detenere un potere, non possono reggere nel tempo; il risultato è che le aspettative dei cittadini saranno sicuramente deluse, allontanandoli ancora di più dalla politica”. Lo dichiara, in una nota, Stefania Scarone, coordinatrice  provinciale del Movimento 5 Stelle.

Secondo Scarone, “ne è un esempio eclatante la coalizione della provincia savonese, PD-Cambiamo, la quale non poteva reggere in quanto era un’alleanza contronatura, gli obiettivi non potevano essere comuni e le visioni politiche completamente opposte. Va da sé che quando si entra nel vivo dei provvedimenti i nodi non possono che venire al pettine. Va anche considerato il fatto che quando si intende entrare in una esperienza politica per il bene dei cittadini, le proprie posizioni sui provvedimenti che si vorranno adottare, devono essere chiare e ben definite e se ci sono dei compromessi da fare questi non possono essere al ribasso, ma esclusivamente migliorativi

Coalizzarsi allo scopo di ottenere delle poltrone non fa parte del DNA del M5S – spiega -. Le cosiddette poltrone, sono invece una seria responsabilità verso quei cittadini che ci hanno dato fiducia, se in quella posizione acquisita non sarà possibile ottenere i risultati promessi è meglio rinunciare in partenza per non trovarci poi a metà del guado con la barca che fa acqua. Il default della Provincia savonese è il frutto di una alleanza contronatura e di posizioni poco chiare; le contraddizioni si sono palesate in particolare sulla problematica della collocazione del rigassificatore a Savona/Vado, evidenziando la subalternità del Presidente della Provincia Olivieri nei confronti di Toti, in aperto contrasto con il territorio e sono implose con l’inchiesta  a carico del segretario generale della Provincia Giulia Colangelo, fortemente voluta e riconfermata dopo la sua rielezione, dal Presidente Olivieri stesso”.

“Il ritiro delle deleghe con la conseguente rottura della maggioranza in Provincia avrebbe dovuto portare ad una sola conseguenza: le dimissioni del Presidente della Provincia. Questo non è accaduto, ulteriore tassello che dimostra sempre più il disprezzo per il territorio che si dovrebbe amministrare e l’attaccamento alla poltrona. La legge Del Rio del 2014, con la trasformazione delle Province delle Regioni a statuto ordinario in enti amministrativi di secondo livello, con elezione dei propri organi a suffragio ristretto, ha purtroppo agevolato queste condizioni, con Presidenti che, non dovendosi più preoccupare del “consenso” dei cittadini, hanno interpretato il proprio ruolo in chiave personale, o per promuovere la loro appartenenza politica, senza l’obiettivo fondamentale di aiutare i Comuni. Le province così come sono ora è evidente che non possano funzionare , è quindi indispensabile un profondo cambiamento che auspichiamo avvenga al più presto”, conclude Scarone.

 

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