Albisola/Savona. Emergono nuovi dettagli sull’indagine della Squadra Mobile di Savona sull’operato del direttore generale Giulia Colangelo e del responsabile dell’ufficio legale Maurizio Novaro. Una indagine iniziata un anno fa dopo una denuncia per stalking ai danni di Colangelo nel corso della quale i poliziotti avrebbero, stando alle 80 pagine di ordinanza della Procura, ricostruito un quadro probatorio sufficientemente solido da convincere il giudice per le indagini preliminari Alessia Ceccardi a emettere le misure cautelari nei loro confronti (obbligo di dimora nel proprio Comune per 15 giorni).
Il primo “filone”, che riguarda solo Colangelo, è relativo a presunti maltrattamenti e atti persecutori che secondo l’accusa la dirigente avrebbe messo in atto nei confronti di alcune dipendenti, tutte donne. Sotto la lente di ingrandimento è finito in particolare il comportamento nei confronti di una di loro: stando a quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe stata utilizzata a mo’ di “colf”, mandandola a fare la spesa o a svolgere altre attività di carattere personale per conto della direttrice.
Il secondo fronte riguarda invece i concorsi di assunzione del personale dipendente, con Colangelo e Novaro sospettati di aver favorito alcuni candidati. Nel corso delle indagini sarebbero emerse irregolarità in più di un procedimento. Ed è in uno in particolare tra questi che verrebbe coinvolto il sindaco di Albisola Superiore (comune in cui la stessa Colangelo è segretario generale in convenzione), ovvero Maurizio Garbarini (che a sua volta è dipendente della provincia, e quindi professionalmente “sottoposto” di Colangelo). Secondo gli inquirenti quest’ultimo avrebbe in qualche modo “fatto pressioni” su Colangelo e Novaro per ottenere la modifica di una graduatoria in un concorso, allo scopo di favorire la figlia di un noto politico ligure.
L’indagine, in ogni caso, è destinata ad allargarsi. Sarebbero infatti sette in totale le persone coinvolte a vario titolo, destinatarie di un avviso di garanzia. Tra queste anche la consigliera provinciale Sara Brizzo, che è anche pure assessore ad Albisola Superiore: “Il ruolo del nostro Comune è marginale, in ogni caso attenderò lo sviluppo delle indagini. Se mi dimetto? No, anzi mi ricandiderò a maggio”.
I poliziotti hanno svolto una quindicina di perquisizioni tra vari enti (quindi non solo Provincia e Comune di Albisola) sequestrando varia documentazione.
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