Savona. Il tema del rigassificatore nel savonese sarà affrontato nell’ambito di un consiglio comunale ad hoc, annunciato dal presidente del parlamentino di Savona Francesco Lirosi, che ha deciso di rifarsi all’l’art. 51 c. 1 del Regolamento Comunale. “Quando si ravvisano rilevanti motivi di interesse della comunità, il presidente, sentita la giunta e la conferenza dei capigruppo, può convocare l’adunanza ‘aperta’ del Consiglio Comunale”, recita l’articolo.
E al consiglio in questione, che sarà anticipato da una riunione dei capigruppo in programma il 5 settembre, saranno invitati anche il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri e tutti i sindaci dei Comuni interessati dal progetto.
“Ritengo il consiglio comunale la sede ufficiale per poter discutere i vari aspetti della vicenda sperando, ovviamente, che tutti accettino questo invito, – ha spiegato lo stesso Lirosi, che poi ha affrontato il tema più nello specifico. – Il 18 Luglio, il Governatore Toti ha comunicato che nella baia portuale Savona-Vado verrà posizionata una nave rigassificatrice, per strategia nazionale. Quella indicata è una nave particolare (ormai vecchiotta) di dimensioni notevoli, che riceverà da altre navi il gas liquefatto, a meno 162 gradi e ridotto volumetricamente di circa 600 volte. Al suo interno si utilizza acqua di mare (18.000 mc all’ora), si immette nell’apparecchiatura una notevole quantità di disinfettante, si pompa il gas nello scambiatore per riportarlo a stato gassoso e, finalmente, lo si immette in rete. L’acqua di mare utilizzata (la cui temperatura intanto si è abbassata di 7 gradi), con tutto il disinfettante, viene risversata“.
“Il problema, molto sentito dalla cittadinanza, è stato affrontato in un pubblico dibattito, moderato dal giornalista Stella, svolto qualche giorno fa alla SMS delle Fornaci, giardino Serenella, alla presenza di molti cittadini (pare circa 600) che hanno espresso dubbi e timori. Sono intervenuti: il sindaco di Savona, il consigliere regionale Arboscello, lo studioso oceanografico Paolo Bernat, vari esperti in videoconferenza, il Segretario della CGIL provinciale Pasa e, appunto, molti abitanti. Sono emersi pesanti dubbi sulla vicenda che, nella mia doverosa imparzialità di ruolo istituzionale, mi limito a riferire”.
Lirosi ha poi poi posto alcuni quesiti: “Perchè il Governatore Toti non è intervenuto preventivamente? Molti Sindaci sono contrari ma il Presidente della Provincia si dichiara favorevole? La nave viene spostata da Piombino in questa rada? Tutti i numerosi ed enormi sversamenti di acqua di mare clorata non dovrebbero danneggiare pesantemente flora e fauna marina? Il turismo non dovrebbe diminuire pesantemente e con esso l’indotto, il valore degli immobili e la possibile perdita delle bandiere blu? Il gas rigassificato parrebbe superiore al fabbisogno e, conseguentemente, potrebbe fermarsi all’ex Acna, o anche più vicino, per istituire un termovalorizzatore? La nave sarà molto vicina alla costa (da Savona pare addirittura meno di 3 Km) mentre altre navi di questo genere in Italia sostano a distanze decisamente superiori? Così vicino alle rotte delle compagnie navali di stanza nel porto di Vado, con il conseguente pericolo di doverle spostare, magari a Genova? Ritenere idonea una tale presenza industriale così vicina all’area protetta dell’isola di Bergeggi? Considerare ininfluente la vicinanza di un altro pontile petrolifero?”
“Savona è una città che è già stata molto impegnata: negli anni 90 perse la Cassa di Risparmio, preziosa fonte di raccolta e reinvestimento finanziario in loco. Poi seguirono anni bui: la perdita dell’indipendenza gestionale del porto; varie crisi industriali; la chiusura delle Funivie Alto Tirreno; la mancanza di prospettive di sviluppo; l’interruzione di importanti lavori pubblici. E persino le possibilità politiche appaiono incerte, con un collegio elettorale smembrato e con poche possibilità di rivedere un parlamentare di Savona”, ha concluso Lirosi.