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Migranti Albenga, Ciangherotti: “La democrazia non conosce veti, legittima la convocazione del consiglio in piazza San Michele”

Il consigliere albenganese a sostegno della decisione della presidente Distilo: "Giusto andare avanti, dal Prefetto nessun divieto"

Eraldo Ciangherotti

Albenga. “Il diritto di riunirsi in un luogo pubblico è un principio cardine sancito dalla nostra Costituzione. Un principio che, evidentemente, il sindaco di Albenga non conosce, o forse non accetta, tanto da arrivare al punto di domandare al Prefetto di Savona un parere sull’opportunità di svolgere la seduta sul tema dei migranti in piazza San Michele. Ad oggi, tuttavia, non ci risulta, nemmeno dal parere del Prefetto, l’esistenza di motivi di sicurezza o di incolumità pubblica tali da giustificare il divieto di svolgere il consiglio in piazza. Reputo quindi giusta e coerente la scelta del presidente Distilo di convocare la seduta nel luogo simbolo della democrazia”.

Lo dichiara Eraldo Ciangherotti, consigliere comunale e coordinatore albenganese di Forza Italia, a supporto della decisione del presidente del consiglio ingauno di convocare la seduta consigliare in programma il 5 settembre prossimo in piazza San Michele.

Mercoledì scorso il capogruppo forzista insieme alla collega leghista Cristina Porro ha richiesto al Prefetto Enrico Gullotti un parere urgente sulla questione: “Ho scritto personalmente al Prefetto, mettendo in conoscenza il Ministro dell’Interno e il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per ottenere un parere chiaro e inequivocabile (“una sintetica risposta: la convocazione del Consiglio comunale in piazza San Michele è illegittima oppure no?”) sulla possibilità di svolgere il prossimo consiglio comunale in piazza San Michele. Attualmente non abbiamo ricevuto alcun riscontro in senso negativo ed è quindi evidente, in assenza di disposizioni ufficialmente contrarie, l’assoluta legittimità della sede scelta per la seduta consiliare”.

“Pur di evitare il confronto in piazza davanti ai residenti di Vadino – ricorda Ciangherotti -, Riccardo Tomatis ha messo in mezzo, e posso immaginare anche in imbarazzo, il Prefetto. Ha cercato in lui una sponda istituzionale attraverso cui schivare la piazza e su cui far ricadere la responsabilità davanti all’opinione pubblica. È evidente che un sindaco rispettoso dei cittadini non si sarebbe mai sognato di chiedere un parere del genere sperando di ottenere dal Prefetto indicazioni a lui più inclini. Anche perché, mi domando, che male c’è a discutere di un tema così importante in un luogo di democrazia?”.

Secondo Ciangherotti, infine, “gli albenganesi prendano atto dello scaltro tentativo del sindaco di Albenga di negare il confronto democratico in piazza con la scusa di una prassi che può essere superata nel rispetto del regolamento del consiglio comunale. Bene ha fatto il presidente Distilo a insistere con la convocazione della seduta in piazza San Michele. La democrazia non conosce veti e se il sindaco Tomatis non la pensa così, allora forse è meglio che si dimetta e riprenda in mano qualche libro”.

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