Problema

Emergenza casa, nel savonese nasce un gruppo WhatsApp: “Ci accomuna la disperazione, pochi alloggi e prezzi folli per un affitto”

Stretta la connessione con il dibattito sugli affitti brevi, Scrivano (Upa): “Non siamo contro nessuno, ma servono regole chiare per tutti, altrimenti è solo concorrenza sleale”

Generico settembre 2023

Provincia. Trovare una casa in affitto per tutto l’anno? In diverse località della riviera sembra essere sempre più difficile. Ne è convinta la tovese Ingrid Paletta, che in questi giorni ha deciso di lanciare un gruppo WhatsApp per riunire tutti quei residenti che, come lei, fanno fatica a trovare un alloggio.

“Attualmente siamo oltre 40 persone nella stessa condizione – racconta -. Ognuno ha la propria storia, ma il problema è comune a tutti. A prevalere sono soprattutto i sentimenti di frustrazione e tristezza per non riuscire a trovare una casa in affitto per tutto l’anno. Se hai un cane e/o un bambino poi non e parliamo, tutto diventa ancora più difficile”.

Ingrid è una mamma lavoratrice di 48 anni. Vive a Tovo San Giacomo e da circa un anno è alla ricerca di un appartamento per lei e suo figlio: “Vorrei non essere costretta ad andarmene da questa zona  – spiega -, dove io ho il mio lavoro e mio figlio ha la sua vita e l’affetto dei nonni”.

All’interno del gruppo WhatsApp creato da Paletta si intrecciano le storie di diverse famiglie savonesi, alcune delle quali anche titolari di attività commerciali, e che oggi si ritrovano a fare i conti con i prezzi e i pochi alloggi disponibili: “Siamo tutti residenti che vivono, lavorano e pagano le tasse qui – conclude la 48enne tovese -. È giusto puntare sul turismo, ma se tante persone come me si ritrovano in questa situazione, vuol dire che il problema esiste e allora andrebbe affrontato. Siamo tutti pronti a raccontare pacificamente la nostra storia e non escludiamo di rivolgerci anche a Striscia la Notizia per far arrivare la nostra voce a qualcuno che ci ascolti”. 

In questa storia, gli affitti brevi vincono a mani basse su quelli annuali. In questo senso, per i proprietari di un appartamento le entrate sono maggiori e i problemi si riducono. Un segnale di svolta per il settore potrebbe però arrivare da oltreoceano. A New York, infatti, la celebre piattaforma di home sharing Airbnb è finita nel mirino dei giudici del Tribunale di Manhattan, che ha decretato – a partire dal prossimo 5 settembre – il tramonto degli affitti brevi nella metropoli (fatte salve alcune eccezioni).

Chi non ha dubbi sulla questione è Carlo Scrivano, direttore di Upa, l’Unione Provinciale Albergatori: “La nostra categoria non è contro a nessuno – precisa -, ma tutti devono giocare con regole chiare, e oggi gli appartamenti ad uso turistico non ne hanno. In alcuni casi gli affitti non sono brevi, ma brevissimii. A volte si tratta di una notte sola”.

A emergere secondo Scrivano sarebbe un problema di concorrenza sleale: “È evidente – sottolinea il presidente di Upa – che queste realtà sfuggono a tutta una serie di oneri fiscali e normativi che invece sono previsti per gli alberghi. Un conto è quando si parla di un singolo appartamento, ma qui ci troviamo di fronte a situazioni in cui abbiamo decine di appartamenti gestiti in questo modo. E allora cambia tutto, perché l’approccio è quello imprenditoriale e quindi le regole devono essere chiare. Poi c’è spazio per tutti”.

Il dato regionale è significativo: a fronte di 5.200 strutture alberghiere, sono presenti ben 27mila appartamenti ad uso turistico. I numeri dei posti letto, ovviamente, vanno nella stessa direzione: 94mila per gli alberghi, 123mila per agli appartamenti: “Ormai è un’industria – aggiunge -. Voglio sottolineare che non siamo contro nessuno, ma bisogna regolamentare questa situazione. Quanto meno con una permanenza minima di notti”.

In diverse località della riviera savonese i numeri rispecchiano il quadro descritto da Scrivano, con un rapporto che in alcuni casi è di 1 a 10. Per esempio, a Loano abbiamo 70 strutture alberghiere e 970 appartamenti ad uso turistico, a Borghetto Santo Spirito addirittura 10 strutture ricettive e 918 appartamenti. Idem a Finale Ligure, dove il dato è di 183 contro 1131. 

Il problema degli affitti brevi si intreccia inevitabilmente con quello dell’emergenza abitativa lamentato da Paletta e dalle diverse famiglie che in queste ore stanno entrando a far parte del gruppo WhatsApp: “A questa situazione si è arrivati perché a monte non c’è stata la capacità di gestire questo fenomeno, che è sfuggito di mano – conclude Scrivano -. Ricordiamoci che è sempre la domanda che crea l’offerta”.

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