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Albenga, Munì e Minucci disertano il consiglio in piazza San Michele: “Non ci prestiamo a questa farsa”

"Questa convocazione in sede straordinaria è frutto esclusivamente di strategia elettorale". Poi l'invito ai colleghi consiglieri di prendere una posizione netta

Vincenzo Munì Riccardo Minucci

Albenga. “Giunti a questo punto sentiamo il dovere di prendere una posizione chiara e netta su questa triste querelle scaturita dalla convocazione del consiglio in piazza San Michele. Non ci presteremo a tale farsa e pertanto questa sera non saremo presenti al consiglio comunale“.

Presa di posizione del consigliere di maggioranza Vincenzo Munì e del collega di minoranza Riccardo Minucci che annunciano di disertare la seduta di questa sera (al momento è in corso un tavolo tecnico per discutere sul piano sicurezza) in cui si discuterà dell’arrivo dei migranti presso l’ex Anfi di Vadino. L’appuntamento è alle ore 20:30.

A colpire in particolar modo dovrebbe essere la decisione di Minucci, essendo partita proprio dall’opposizione (in particolare da Cristina Porro e Eraldo Ciangherotti) la richiesta di effettuare il consiglio comunale in piazza. Ma la scelta non sorprende tanto, considerando che ormai da tempo si è consumata in modo evidente una rottura tra il consigliere e alcuni componenti della minoranza, come dimostrano anche le posizioni differenti espresse nei recenti consigli comunali.

“Riteniamo tale convocazione in sede straordinaria frutto esclusivamente di strategia elettorale, basata su una ricostruzione dell’intera vicenda che riteniamo oltremodo scorretta – commentano Munì e Minucci -. Infatti, dai fautori della proposta è stato sostenuto che lo svolgimento in pubblica piazza è necessario a garantire la partecipazione democratica dei cittadini. Tuttavia, come si è potuto leggere sui quotidiani, già il Prefetto ha segnalato elementi idonei a sconfessare tale necessità. Giova ricordare che in relazione ad ogni seduta del consiglio comunale è redatto apposito verbale, nel quale sono riportati tutti gli interventi della seduta. Inoltre, la possibilità di seguire in tempo reale lo svolgimento dei lavori è garantita tramite la diretta streaming sul canale multimediale del Comune. Per tali ragioni, le motivazioni poste a sostegno della convocazione in sede straordinaria appaiono deboli e pretestuose“.

Negli scorsi giorni, infatti, il sindaco Riccardo Tomatis aveva  chiesto al Prefetto di Savona “un chiarimento rispetto ad una pratica mai accaduta” (ovvero la convocazione del consiglio in piazza e non nella sede storica, ovvero la sala consiliare). Il parere del Prefetto era stato accolto con favore del primo cittadino, ma il presidente Distilo ha tirato dritto, firmando ieri l’atto che dichiara la piazza “sala consiliare”.

“Sotto altro profilo – aggiungono Munì e Minucci spiegando i fattori che li hanno portati alla decisione di non partecipare alla seduta del parlamentino – lo svolgimento della seduta in pubblica piazza non garantisce in alcun modo una partecipazione maggiore per i cittadini presenti, i quali, secondo il regolamento del Consiglio Comunale, non posso intervenire e non possono intralciare lo svolgimento della seduta. Chiediamo, dunque, è necessario spendere una rilevante somma di soldi pubblici per svolgere un consiglio comunale in modalità del tutto singolare, senza alcuna plausibile necessità o maggiore garanzia di partecipazione?

“La gravità di questa vicenda non si limita ai profili tecnici della convocazione – evidenziano i due consiglieri -. Infatti, letta la proposta avanzata dalla minoranza, riteniamo fondamentale informare i cittadini delle reali possibilità del sindaco in relazione ad una vicenda che appartiene alla materia dell’immigrazione. Ebbene, il sindaco (e il Comune in generale) non ha alcun potere in ordine a tale materia, il quale è attribuito dalla Costituzione esclusivamente allo Stato e, di conseguenza, ai suoi organi periferici. Pertanto, ci troviamo di fronte ad una convocazione straordinaria, sulla cui legittimità sono state sollevate da più parti perplessità che: non garantisce maggiore partecipazione; rischia di intralciare il corretto svolgimento dei lavori; volta a discutere la deliberazione di una proposta che esula dai poteri riconosciuti ad un Comune dalla Costituzione”.

“In ultimo teniamo a ricordare che il consiglio comunale è una cosa seria, che era presente prima degli attuali consiglieri e sarà presente anche dopo. È compito di ogni membro garantirne e preservarne la dignità istituzionale. Per noi, la corrida in piazza è comportamento incompatibile con tale dignità dell’istituzione“.

“In conclusione per tutte queste ragioni, come rappresentanti cittadini, ribadiamo la nostra indisponibilità a questo triste spettacolo, ed invitiamo anche tutti gli altri membri del consiglio comunale che ritengono di condividere la nostra visione delle istituzioni a prendere una posizione netta su tale questione. Non si tratta di tecnicismi, ma di scelte politiche: di come riteniamo debba essere svolto il nostro ruolo di consiglieri”, concludono Munì e Minucci.

 

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