Prevenzione

Squadre antincendio sulla A10, “i nostri angeli custodi”: ecco come Autofiori combatte gli incendi in galleria

Una serie di presidi attrezzati e personale specializzato: l'obiettivo è arrivare sugli incendi in pochi minuti e spegnerli o contenerli in attesa dei pompieri

squadre antincendio Autofiori a10 autostrada dei fiori

Savona. Lo scorso 25 luglio un furgone è andato a fuoco in galleria sulla A10 tra Spotorno e Savona. Ma quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, il rogo era già stato spento. E la galleria, non avendo subito danni, ha riaperto nel giro di un’ora. Uno scenario non così ovvio, e soprattutto non così comune nel nostro Paese. Merito di un team specifico di Autostrada dei Fiori la cui esistenza è sconosciuta ai più: le squadre antincendio, dislocate in appositi presidi attrezzati lungo tutto il percorso tra Savona e Ventimiglia.

COME NASCONO

Si tratta di squadre istituite il 1 maggio 2019 per ovviare a un problema normativo comune a tutti i gestori autostradali in Italia. Una direttiva comunitaria del 2004, adottata poi dallo Stato italiano nel 2006, imponeva a chiunque gestisse tratti “di interesse comunitario” (TEN-T) di adeguare a nuove normative di sicurezza le gallerie più lunghe di 500 metri entro il 30 aprile 2019. Un provvedimento preso dopo i tragici eventi del 1999 nel traforo del Monte Bianco. Il termine però, per ragioni varie, è stato “mancato” da tutti i gestori italiani. Anche perché in Italia ci sono 610 gallerie ricadenti nell’ambito di applicazione della direttiva, il 53% di tutte quelle presenti nella Comunità Europea in tratti TEN-T, per un totale di oltre 710 km.

Una difficoltà ancora più sentita sulla A10: solo nel tratto tra Savona e Ventimiglia ci sono 69 gallerie (per un totale di 144 fornici, ossia i singoli “tunnel”), oltre il 10% di quelle totali in Italia su una tratta lunga appena 113 km rispetto agli oltre 6000 della rete autostradale italiana. Di questi 144 fornici, quelli da adeguare (perché più lunghi di 500 metri) sono 38, per un totale di 40 km. E così Autofiori, in attesa di completare i lavori (l’ultima deroga fissa il limite al 31 dicembre 2025), ha deciso di ricorrere a una misura temporanea di sicurezza: l’istituzione di apposite squadre antincendio.

“Abbiamo fatto valutazioni e analisi di rischio che ci hanno portato, in attesa di completare gli interventi, ad adottare delle misure gestionali temporanee – racconta Maurizio Deiana, direttore tecnico di Autostrada dei Fiori – Tra queste ci sono i presidi antincendio. Non parliamo semplicemente di avere del personale e una camionetta con un tubo: parliamo di vere e proprie sale radio lungo l’autostrada, che ospitano costantemente personale specializzato“.

I PRESIDI ANTINCENDIO

I presidi fissi sono in totale 10, e si trovano presso le stazioni di Spotorno, Orco Feglino, Pietra Ligure, Albenga, Imperia ovest, Arma di Taggia, Sanremo, Bordighera, Ventimiglia e presso l’area di servizio Valle Chiappa sud. Si tratta di piccoli ma attrezzati centri operativi, in funzione 24 ore su 24 tutti i giorni: all’interno ruotano 80 addetti, suddivisi in squadre da 2 persone su turni da 12 ore. “Alcuni di loro sono discontinui oppure volontari dei vigili del fuoco – spiega Claudio Fossati, direttore di esercizio della tratta Savona-Ventimiglia – Per tutti la formazione è molto specifica, con un corso di rischio elevato incendio, uno di guida sicura, uno di primo soccorso e uno sul defibrillatore”.

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Il lavoro degli addetti si articola in due fasi. La prima è controllare in sala una o più gallerie, monitorando le immagini e lanciando l’allarme in caso di anomalie sul livello standard di traffico: “Utilizziamo telecamere intelligenti con funzione A.I.D. – dice Deiana – sono cioè in grado di individuare una anomalia nel deflusso ma anche una perdita di carico, un veicolo in contromano o un pedone. Ognuna inquadra brevi tratti da 100 metri circa, quindi ne servono molte: solo nella galleria delle Fornaci ce ne sono 18. Quelle all’ingresso e all’uscita sono agli infrarossi, quindi possiamo vedere anche se un mezzo entra o esce già con un principio di incendio”. La seconda fase è quella di pattugliamento: ogni 2 ore circa uno dei presidianti percorre la tratta di competenza e verifica dal vivo se ci sono anomalie, come traffico o ostacoli.

IN CASO DI EMERGENZA

Poi c’è ovviamente il compito più critico, la risposta alle chiamate di intervento: “In funzione della galleria che devono controllare hanno dei tempi di intervento massimi di 5 o di 10 minuti – spiega Fossati – Ci sono riserve idriche in prossimità di tutte le gallerie. Gli addetti hanno attrezzature e vestiario ad hoc, e sono addestrati a utilizzare l’autorespiratore. Si spostano con un mezzo dotato di cisterna di 400 litri d’acqua con un naspo, una pompa ad alta pressione e schiumogeno”. Il mezzo, un Piaggio Porter customizzato, è stato scelto specificamente: è il van con la minore larghezza disponibile sul mercato, un compromesso tra ingombri e portata per poter ospitare cisterna e attrezzature nel minor spazio possibile e giungere così più facilmente sugli eventi anche in caso di coda. “Sono riconosciuti come mezzi antincendio – precisa Deiana – quindi possono usare sia il girofaro blu che la sirena”.

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“Una volta sul posto – prosegue Fossati – il loro compito è spegnere un incendio quando ha una potenza relativa, ad esempio un’auto; nel caso di incendi più grandi, come nel caso di un mezzo pesante, l’obiettivo è contenerlo limitando danni a cose e persone in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco. La velocità di intervento permette anche di impedire danni all’asfalto, il che significa poter riaprire al traffico nel giro di un’ora evitando conseguenze peggiori. Quando invece lo scenario è grave e l’incendio non è contrastabile, i nostro uomini si occupano dell’evacuazione, liberando la galleria dalle persone e portando i mezzi in coda in un luogo sicuro. In caso di sversamento di liquidi, gli operatori hanno a disposizione delle panne per contenerlo in attesa dei vigili del fuoco”.

Un elemento fondamentale perché il sistema funzioni è la capillarità dei presidi: “Abbiamo scelto punti strategici dai quali è possibile raggiungere le gallerie in pochissimi minuti – spiega Deiana – L’incendio di un mezzo è gestibile se viene affrontato nei primi minuti in cui si innesca, diversamente possono verificarsi danni sia a chi occupa la galleria sia all’infrastruttura, con tempi di ripristino assai più lunghi. L’obiettivo di questi presidi è quindi gestire l’incendio e, dove non è possibile, mettere in sicurezza gli occupanti”.

Per essere pronti, i membri delle squadre fanno due esercitazioni l’anno, una in provincia di Savona e l’altra nell’imperiese. “Coinvolgiamo sia i sorveglianti che gli enti di soccorso, ovvero polizia stradale, 118 e vigili del fuoco – racconta Fossati – Creiamo uno scenario ipotetico e controlliamo tempi e modi di azione di tutti i soggetti coinvolti”. E le occasioni di mettere in pratica quanto concordato nelle esercitazioni, purtroppo, non mancano: il team effettua ogni anno una decina circa di interventi.

I presidi, come detto, rimarranno attivi sicuramente almeno fino al 31 dicembre 2025, quando teoricamente dovrebbe terminare la messa in sicurezza delle gallerie. E dopo? “Per il futuro stiamo valutando – commenta Deiana – almeno alcuni presidi potremmo mantenerli perché sono una valida misura di supporto. A volte vengono utilizzati anche per incendi all’esterno, se avvengono in prossimità della postazione. Sono un valore aggiunto, i nostri angeli custodi: è anche grazie a loro se negli ultimi anni non abbiamo mai avuto morti a causa di incendi in galleria“.

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