Liguria. “Ciò che dirò a Salvini quando lo saluterò è che non abbiamo sicurezza sulle infrastrutture. Pochi mesi fa c’è stato questo problema di antincendio in una galleria, dopo cinque anni il più dovrebbe essere fatto. La nostra percezione grave è che la morte dei nostri cari sia servita a poco perché non dovremmo avere più problemi del genere sulle infrastrutture“.
A dirlo è Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi, prima dell’inizio della commemorazione ufficiale alla presenza del vicepremier nella Radura della Memoria, nel quinto anniversario della tragedia. Possetti fa riferimento all‘incendio del pullman in A12 su cui la Procura ha aperto un’inchiesta per incendio colposo pur escludendo al momento malfunzionamenti degli impianti di sicurezza.
Sul processo c’è fiducia mista a cautela: “Dopo un anno abbiamo la percezione che le cose si stiano facendo al meglio. Tre udienze alla settimana, sono tempi veramente veloci per il processo. È chiaro che vorremmo già che fosse finita. Venire in aula ogni volta è più difficile. Per noi è complicato stare lì, è sempre più pesante. Il dolore si trasforma ma è sempre fortissimo, pensando cosa è successo qua. Speriamo che alla fine del prossimo anno ci sia il primo grado di giudizio. Come comitato e come parti civili faremo di tutto perché il processo vada a fine naturale”.
Il timore è che alcuni reati possano cadere in prescrizione. “Fino all’ultimo giorno non saremo tranquilli. Il lavoro si sta portando avanti bene, con intensità. Noi speriamo che si arrivi alla fine del processo senza intoppi. E in tutti gradi di giudizio dovremo essere vigili, perché gli altri gradi sono più complicati e lì non mancheremo di essere attivi al massimo”, conclude Possetti.