Liguria. Nei primi sei mesi del 2023 le aggressioni denunciate da operatori sanitari in Liguria sono state 331. Nel 2022, lungo tutti i 12 mesi, sono state 536 di cui la metà negli ospedali genovesi. Un trend quindi che, se sarà confermato, si presenterà come in deciso aumento. La tendenza preoccupante ha portato i vertici della sanità regionale a intervenire.
Le violenze nei confronti di infermieri, medici e operatori – che siano fisiche o verbali – sono in aumento anche in Liguria. Per questo la Regione ha deciso di intervenire con una campagna di sensibilizzazione incentrata su alcune locandine da affiggere all’interno di ospedali e ambulatori.
Il manifesto recita “Offendere o aggredire verbalmente o fisicamente gli operatori di questa struttura è un reato. Qualsiasi atto di violenza non sarà tollerato e sarà prontamente segnalato all’autorità giudiziaria”.
La locandina è stata redatta in italiano e altre 11 lingue, dal francese a polacco, passando per l’arabo, il russo, il cinese e il tedesco. Sarà visibile nei pronti soccorso, nei reparti e negli ambulatori oltre che negli spazi comuni delle strutture sanitarie liguri.
“Nell’ambito della campagna di contrasto alla violenza nei confronti degli operatori sanitari ritengo opportuno aggiungere anche questo elemento di sensibilizzazione nei confronti degli utenti – dice l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola – si tratta di un cartello che verrà affisso soprattutto nei luoghi a rischio dove episodi di violenza verbale o fisica possono essere più frequenti. Il cartello, già utilizzato anche in altre realtà, riporta una frase che richiama il reato e la stessa è tradotta nelle più importanti lingue presenti sul nostro territorio, un messaggio forte e chiaro”.
“Questo manifesto ha un duplice valore: in primo luogo deve ricordare a tutti che chi aggredisce, anche solo verbalmente, un operatore sanitario è perseguibile penalmente – aggiunge Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa – Ma questo vuole essere anche un messaggio a chi lavora nei nostri ospedali, prendendosi cura dei pazienti, con grande dedizione e sacrificio. Sappiamo bene che in certe occasioni questa abnegazione non viene riconosciuta e può essere frustrante. Ed è dunque prioritario portare avanti tutte le iniziative del caso, per evitare che si verifichino ancora episodi come quelli denunciati anche nei primi sei mesi di quest’anno”.