Liguria. Dal granchio blu al rosmarino all’insalatina di granchio, fino ad arrivare agli spaghetti all’aglio saltati al granchio. Quelli elencati sono solo alcuni dei piatti consigliati dai cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica per combattere a tavola l’invasione del granchio blu, la specie aliena originaria delle coste Atlantiche dell’America ormai celebre con l’appellativo di “killer dei mari” che sta devastando le coste nazionali, causando danni per milioni di euro.
“L’obiettivo di questa “guerra a tavola” – spiega la Coldiretti – è quello di contribuire a contenere l’eccessiva diffusione del granchio blu, il quale sta rapidamente prendendo il sopravvento nei fondali italiani”. Così facendo, infatti, oltre a combattere quella che oggi può essere senza dubbio considerata una vera e propria calamità naturale – diffusa in maniera particolarmente preoccupante soprattutto nel delta del Po, dove sta facendo strage di cozze e vongole, ma ormai segnalata un po’ lungo tutta la Penisola, dalla nostra Liguria al Lazio, dalla Puglia all’Abruzzo, fino alla stessa Sicilia – è anche possibile individuare opportunità economiche per i territori colpiti dal problema.
“Oltre a devastare la biodiversità e l’ecosistema – spiegano sottolineano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – il granchio blu danneggia anche le attrezzature di pesca, arrivando persino a tagliare le reti con le sue chele taglienti. Una minaccia per la sopravvivenza della pesca ligure e italiana, vittima solo nel corso degli ultimi 30 anni della scomparsa di ben il 33% delle imprese e, conseguentemente, di oltre 18mila posti di lavoro, con la flotta nazionale ridotta ad appena 12mila unità”. Una situazione resa purtroppo ancora più difficile dalle nuove norme UE sulla pesca, che – con il divieto della pesca strascico, il settore più produttivo della Flotta Italia – rischiano di far sparire dalle tavole 1 pesce italiano su 3, aprendo altresì la strada a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero. Senza, inoltre, dimenticare come “in Liguria – aggiunge Daniela Borriello, Rappresentante regionale Coldiretti Impresa Pesca per la Liguria – la diffusione del “killer dei mari” mette concretamente a rischio le attività dei mitilicoltori, comparto d’eccellenza della nostra regione già duramente vessato, nel corso dell’ultimo anno, anche dal surriscaldamento delle acque e dal conseguente incremento del metabolismo delle orate. Pesci, questi, che, divenuti proprio per tali ragioni sempre più famelici, nei mesi hanno letteralmente fatto strage di circa il 70% della produzione di mitili all’interno degli allevamenti della provincia spezzina, distruggendo il lavoro e i profitti di un intero comparto produttivo”.
La lotta a tavola del “killer dei mari”, dunque, dà la possibilità di trasformare quella che oggi è una calamità in un’opportunità, anche grazie all’inserimento dello stesso granchio blu nei menu a km0 delle attività di ittiturismo e pescaturismo della nostra regione, oltre che degli agriturismi presenti sul litorale ligure e su quello italiano. Il tutto, chiaramente, sempre nel pieno rispetto delle normative territoriali. Il granchio blu, tra l’altro, vanta altresì proprietà nutrizionali importanti grazie a una forte presenza di vitamina B12, estremamente preziosa per l’organismo umano, oltre a un sapore delicato e gustoso, che ben si presta alla realizzazione di diverse ricette sfiziose e salutari.