Polveriera

Detenuti del carcere di Marassi tentano di appiccare il fuoco alle celle: fermati dai poliziotti

Il Sappe: "Non si può andare avanti così, servono provvedimenti concreti"

carcere marassi

Genova. Il Sappe, Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, per voce del segretario regionale Vincenzo Tristaino, rende noto che ieri due detenuti hanno cercato di dare fuoco alle celle nella sesta sezione del carcere di Marassi.

“Solamente grazie al tempestivo intervento dei poliziotti si è evitato il peggio – spiega Tristaino -. Senza la professionalità e l’alto senso del dovere profuso da tutto il personale di polizia penitenziaria, questi gravi eventi avrebbero di certo prodotto conseguenze molto più destabilizzanti”.

“Non passa giorno che non si verifichino aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della polizia penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della nazione e di quello che opera nelle carceri della Liguria in particolare – aggiunge Tristaino -. Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze e situazioni di grande allarme, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”.

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime la solidarietà del sindacato al reparto di polizia penitenziaria di Marassi. “Così non si può andare avanti – tuona -. Le colleghe ed i colleghi della Liguria, attraverso il Sappe, tornano a sollecitare le istituzioni penitenziarie affinché adottino con urgenza provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione che sta contraddistinguendo negativamente le strutture detentive regionali. Servono fatti. È stato un grave errore politico sopprimere a Genova il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, accorpando tutto a Torino, che non a caso manda tutti i detenuti più problematici dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta in Liguria”.

“Già si sta prevedendo la riapertura del Provveditorato regionale a Pescara. Genova deve essere messa in condizione di avere un proprio Provveditorato regionale, con una piena autonomia organizzativa e gestionale da parte di un dirigente, certamente utili ai servizi di polizia penitenziaria ed alla gestione dei detenuti. Per questo – aggiunge Capece – mi auguro venga presto votato e approvato all’unanimità in Regione Liguria l’ordine del giorno a firma del capogruppo di FdI Stefano Baleari e dei consiglieri regionali Sauro Manucci e Veronica Russo.

Capece rammenta infine che “tutti i giorni i poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri liguri devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui in periferia non c’è traccia alcuna”.

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