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Classica&dintorni

Alessandro Stradella: fulgido esempio di genio e sregolatezza, morto assassinato a Genova (parte seconda)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Generico agosto 2023

PRIMA PARTE

Abbiamo lasciato Alessandro Stradella ferito a Torino da sicari inviati dal nobile veneziano Alvise Contarini al quale aveva sottratto l’amante. La reggente Maria Giovanna di Nemours gli consiglia di riparare a Genova, nella casa del nobile Franco Imperiali Lercaro che, con altri patrizi genovesi, sovrintendeva al Teatro del Falcone.

La sua attività compositiva diventa febbrile e la fama cresce di giorno in giorno. Scrive per le nobili famiglie genovesi, ma anche per quelle romane con le quali aveva mantenuto i contatti. Infatti, nel maggio del 1681 conclude la musica dell’opera Il moro per amore, commissionata dal principe romano Flavio Orsini, autore del libretto. Il mese successivo, e nell’occasione delle nozze di Carlo Spinola e Paola Brignole, compone il Barcheggio: una serenata per tre voci e strumenti, eseguita sul mare davanti a Genova con il pubblico di nobili che assiste su numerose barche. Che bella idea sarebbe ricreare questa magnificenza nel porto antico!

L’anno successivo, scrive un’«operetta di cappa e spada di sei personaggi, da fare in villa e in mare», commissionatagli da alcuni nobili genovesi, ma il vizio d’importunare le donne altrui non cessa. Il 25 febbraio del 1682 è accoltellato da sicari in Piazza Banchi. Forse il mandante di questo omicidio era il nobile Giovan Battista Lomellini, che sospettava una relazione tra la sorella e il compositore che le impartiva lezioni di musica. O forse gli assassini erano stati inviati dal nobile veneziano che avevano fallito nel primo tentativo. Lomellini viene processato, ma la corte lo proscioglie per insufficienza di prove.

Con ogni probabilità, questa vita turbolenta e tragica di Alessandro Stradella sarebbe stata dimenticata, se un medico, Bourdelot suo contemporaneo non l’avesse raccontata e redatta in un manoscritto. Il nipote Bonnet, appassionato di musica, inserì queste notizie nella sua Storia della Musica, che concluse così la sua cronaca dei fatti: «…Stradella non morì per le ferite riportate. Non sfuggì però alla vendetta del [nobile veneziano] che da quel giorno prese a farlo spiare. Un mese dopo la sua guarigione volle per curiosità andare a vedere Genova con la donna che si chiamava Ortensia e che aveva sposato durante la sua convalescenza. Ma il giorno dopo il loro arrivo, furono trucidati entrambi nella loro camera. Così periva il più grande musicista d’Italia nell’anno 1670».

Il nostro irruente, geniale e rubacuori compositore lascia così la vita a soli 39 anni. Il suo assassinio suscitò, naturalmente, molto scalpore nella Genova del tempo: troppe dame s’erano invaghite di lui e avevano sognato d’incontralo e amarlo e così, a stento, fu soffocato uno scandalo che rischiava di travolgere le più potenti famiglie della Superba. Appena s’era stabilito a Genova, il Nostro aveva iniziato a frequentare un atelier di parrucchiere alla moda situato in via Fossatello, dove s’impartivano lezioni private di musica, ma si giocava anche d’azzardo e, non ultimo, dietro alcune drappeggi si poteva trascorrere ore gioiose e liete con alcune donne di facili costumi e amanti segrete.

(Continua…)

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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