Albenga. La Città delle Torri, come quella della Torretta (Savona), apre all’accoglienza seppur su imposizione del Governo che, in una situazione di emergenza nazionale, ha chiesto a tutti i Comuni la disponibilità ad ospitare profughi provenienti da diversi paesi.
Grazie alla disponibilità dimostrata su tutto il territorio, i 260 profughi attualmente previsti per la Provincia di Savona saranno accolti in piccoli gruppi (poche unità) nei diversi Comuni, tra cui appunto Albenga.
Mentre a Savona il progetto è già partito (accoglienza nella palestra delle scuole Astengo), ad Albenga partirà a breve, nelle prossime settimane. Ed è stata individuata la struttura ex Anfi, l’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, di Vadino che sarà trasformata in centro di accoglienza temporaneo (i lavori di allestimento sono tutt’ora in corso e non ancora conclusi).
I primi profughi accolti dovrebbero essere una quindicina, con permanenza prevista non superiore ai 15 giorni, ma gli arrivi, a rotazione, potrebbero ripetersi fino a fine emergenza ma sicuramente non oltre ottobre: la struttura scelta, infatti, “non è considerata idonea per il periodo invernale”.
Il Comune di Albenga ha infatti respinto la possibilità di mettere a disposizione le scuole, come ha spiegato il sindaco Riccardo Tomatis: “L’attenzione è stata da noi orientata su beni di proprietà comunale al momento inutilizzati che sono stati presi in considerazione dai tecnici della Prefettura che si sono riservati una valutazione. È importante sottolineare come siano stati coinvolti tutti i comuni e come ciascuno, sulla base delle possibilità, sta cercando di apportare il proprio contributo per l’accoglienza”.
Si tratta, va specificato, di persone provenienti da zone di guerra, di estrema povertà, spesso vittime di persecuzioni che per arrivare in Italia hanno passato inumane traversie.
Le regole all’interno del centro di accoglienza temporaneo saranno le stesse di Savona: rientro serale obbligatorio entro le 22 e decreto di espulsione per chi non torna entro l’orario stabilito o superi le 72 ore lontano dal centro stesso.
All’interno ci saranno medici, coadiuvati nell’assistenza da personale di associazioni di volontariato e cooperative, e mediatori culturali. Inoltre, in previsione dei nuovi arrivi, saranno anche implementati i controlli di polizia sul territorio.
“Faremo del nostro meglio per accoglierli, seppur temporaneamente, saranno infatti poi destinati a CAS su altri territori, – ha specificato ancora il primo cittadino ingauno. – Ringraziamo fin d’ora i volontari e i cittadini che, dimostrando una grande sensibilità e umanità, collaboreranno per fare in modo di restituire un po’ di serenità a queste persone”.
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