Vado Ligure. “Il caso del rigassificatore pone ancora una volta l’accento sul metodo non più accettabile utilizzato dalla Regione Liguria nei confronti del territorio savonese. Cassoni per la diga di Genova a Vado Ligure, Rigassificatore a e chissà forse anche il termovalorizzatore?”.
Così il segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa torna all’attacco sul nuovo impianto energetico previsto nel savonese, anche dopo il primo incontro di ieri in Regione.
“Mentre la Regione Liguria continua il metodo della “non condivisione” con il territorio savonese, le opere infrastrutturali strategiche (quelle condivise nel territorio e per il territorio – Funivie, potenziamento ferroviario sulla linea Savona-Torino, Aurelie Bis, la bretella autostradale Carcare/Predosa etc.) stentano a decollare, o sono addirittura ferme al palo, mentre tutto ciò che viene rifiutato o potrebbe creare problemi altrove viene “scaricato” nella provincia di Savona senza condividerne con le istituzioni locali, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali scelte, progetti, fattibilità, e ricadute” rincara ancora l’esponente sindacale.
“Ieri è accaduto con i cassoni per la diga foranea di Genova, oggi per il Rigassificatore e domani chissà accadrà anche per il termovalorizzatore?”.
“Per non cadere dal pero nei prossimi mesi e non essere nelle condizioni di governare i processi, e quindi evitare di subirli come sta accadendo fino ad oggi, forse sarebbe il caso che gli amministratori locali – i sindaci – costruissero un’alleanza territoriale che superi le appartenenze politiche, con l’obbiettivo di pretendere risposte, risorse e soprattutto rispetto da parte della Regione Liguria e del Governo”.
“Senza questo “patto” perdono tutti: lavoratori, imprese e cittadini. Il territorio rischia di essere continuamente sotto scacco da chi nel savonese non ci vive e non ci lavora” conclude il segretario Pasa.