Arte

Tra Savona e Albissola la mostra dedicata a Wifredo Lam: “Una levatura internazionale per valorizzare la nostra terra”

Luciano Pasquale: "Per scoprire cosa è accaduto tra gli anni '50 e gli anni '70 sul nostro territorio". Cattaneo: "Una raccolta di 80 opere di eccezionale valore"

Savona e Albissola Marina dedicano una mostra a Wifredo Lam, l’artista cubano definito  “globale molto prima che il mondo fosse globalizzato”, meticcio di nascita e poi di cultura. L’artista, tra gli anni ’50 e ’70’, ha lasciato un pezzo di cuore ad Albissola Marina, decidendo di prendersi casa nella zona dei Bruciati, poco distante da Asger Jorn, suo amico e collaboratore di sempre nuovi “esperimenti” artistici insieme a Giovanni Poggi.

Per rendere omaggio alla sua arte, è stata così allestita la mostra “Lam et les Magiciens de la Mer”, visitabile da oggi, venerdì 2 giugno, e per tutta l’estate, fino al 10 settembre.

Wifredo Lam, nato a Sagua la Grande (Cuba) nel 1902 e mancato a Parigi nel 1982, ha ideato un linguaggio artistico sincretico in cui ha fuso la modernità europea, influenze surrealiste, cultura afrocubana e rimandi tropicali.

Con un posto del tutto particolare nella storia dell’arte del Novecento, Lam, viaggiatore instancabile, quasi nomade, ha eletto Albissola Marina a suo rifugio stabile all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui la cittadina si trasformava in un effervescente laboratorio artistico internazionale, innestando l’arte contemporanea su una tradizione ceramica secolare, capace di rinnovarsi in epoca moderna.

UN TEMPO IN CUI LE ALBISOLE DIVENTANO CENTRO DI RITROVO INTERNAZIONALE

L’opera di Lam, affiancata a quella di altri artisti che hanno scelto questa terra di Liguria come teatro di sperimentazione, sarà al centro della mostra “Lam et les Magiciens de la Mer. Totem, figure e segni primordiali nella Ceramica di Albisola tra gli anni ’50 e ’70”, nella doppia sede del Museo della Ceramica di Savona e del Centro Esposizioni del MuDA di Albissola.

Il progetto è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona e dal Comune di Albissola Marina, con il sostegno della Fondazione De Mari, il contributo scientifico dell’Estate Lam e i patrocini del Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana, del Oficina del Historiador, e dei Comuni di Savona e Albisola Superiore.

Il titolo evocativo, ‘Lam et les Magiciens de la Mer’, richiama volutamente l’esposizione ‘Magiciens de la Terre’ tenutasi al Centre Pompidou di Parigi nel 1989. La mostra parigina aveva lo scopo di coinvolgere artisti provenienti dai cinque continenti, sfidando la presunta supremazia culturale occidentale, attraverso il confronto aperto a soggetti solitamente esclusi dal circuito istituzionale europeo e americano.

“Lam et les Magiciens de la Mer” prende spunto da questa riflessione e la trasla in un contesto – e in un luogo – molto particolari per la storia dell’arte italiana e internazionale. Siamo in quella dinamica stagione che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vede le Albisole diventare un centro di ritrovo internazionale per artisti, critici, collezionisti e mercanti d’arte italiani ed europei; momento in cui molti pittori e scultori iniziano ad affrontare i temi del totemismo, della metamorfosi, della forza misteriosa e generatrice di miti e spiriti soprannaturali.

L’arrivo ad Albissola Marina di Wifredo Lam, invitato nel 1954 dall’artista danese Asger Jorn, non è casuale e avrà un forte impatto sul territorio. A partire dal suo trasferimento definitivo nel 1961, infatti, le forze vitali della natura, gli spiriti primordiali, le figure totemiche animali e sciamaniche iniziano a proliferare su vasi, piatti, piastre e rilievi realizzati a ritmi serrati da Lam presso le Ceramiche San Giorgio.

Simultaneamente, temi affini compaiono su opere di altri artisti che gravitavano intorno alle botteghe ceramiche albisolesi, a partire dalle celebri Ceramiche Mazzotti (che celebrano quest’anno il 120esimo anniversario, festeggiato anche da una project room dedicata all’interno del Museo della Ceramica di Savona): è il caso di Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Ansgar Elde, Lucio Fontana, Franco Garelli, Asger Jorn, Maria Papa Rostkowska, Mario Rossello, Rinaldo Rossello ed Eva Sørensen.

Questi sono allora ‘i maghi del mare’: artisti – Lam in testa – che ad Albisola hanno rivolto la propria attenzione a figure totemiche, a esseri zoomorfi e antropomorfi, alle forze primordiali della materia e a gesti essenziali che portano segni, buchi e graffi su di essa. E maghi sono anche i maestri artigiani albisolesi, capaci all’epoca di incredibili effetti materici e coloristici, e che ancora oggi custodiscono e tramandano con generosità tecniche necessarie a plasmare, cuocere, decorare l’argilla.

Artisti che hanno scelto “la periferia invece dei grandi centri metropolitani, un microcosmo (internazionale), provinciale ma imbevuto di arte, ingegno, pensiero e manualità, dove artigiani e artisti che affollano fornaci, fabbriche, studi, locali balneari, gallerie d’arte – anche quelle improvvisate nei ristoranti e nei caffè – parlano la lingua comune della ceramica, fatta di materia plastica, processi, attese, colori e condivisione. Con l’onda mediterranea che sbatte incessante sulla battigia, stringendo il borgo e i suoi abitanti contro la collina”, spiegano due dei curatori della mostra, Luca Bochicchio e Stella Cattaneo, all’interno del catalogo realizzato per l’occasione ed edito da Electa.

LA CURATRICE: “OPERE DAL VALORE ECCEZIONALE, ALCUNE ANCHE INEDITE”

“Le opere di questi artisti, molte delle quali inedite e di eccezionale valore, sono allestite nei due musei attraverso itinerari tematici ispirati ai macro-temi Totem, Animali, Metamorfosi e Segni – spiega Stella Cattaneo, curatrice dell’esposizione -. In tutto sono un’ottantina le opere esposte, alcune erano già presenti al Museo della Ceramica di Savona ma non erano mai state esposte prima, questa è un’occasione per scoprirle”.

Una parte della mostra, con il titolo ‘Lam entre Mares. De Albisola a La Habana’, sarà presentata successivamente al Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana dell’Avana (dicembre 2023-marzo 2024), a cura di Surysday Reies Martynez.

“La ceramica e gli artisti nelle Albisole tra gli anni ’50 e ’70: un momento magico per la nostra terra, nel quale abbiamo svelato capacità e intuizioni insospettabili. Wifredo Lam e gli altri ‘maghi del mare’ ci aiutano a riconoscere in quel tempo la virtù dell’arte e della cultura capace di materializzare una coscienza di luogo che dobbiamo continuare a tesorizzare” afferma Luciano Pasquale, presidente della Fondazione Museo della Ceramica di Savona.

“Il valore artistico e i protagonisti di questa mostra gli conferiscono una caratura internazionale e contribuiscono in modo determinante a definire i nuovi orizzonti del Museo della Ceramica di Savona – aggiunge -. Si tratta infatti di un’importante rassegna di grandi maestri che hanno contrassegnato il Novecento e che hanno lasciato da noi segni importanti dal punto di vista della tecnica della lavorazione della ceramica e soprattutto dello sviluppo culturale di una terra”.

“Questa mostra è fatta per valorizzare quanto di importante è accaduto tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta sul nostro territorio: da lì è nata una filiera lunghissima che offre ancora oggi i suoi frutti, una filiera fatta di produzione, di manifatture, di arte, di cultura”, conclude Pasquale.

IL TRIBUTO ALLA FABBRICA MAZZOTTI

Al 5° piano del Museo della Ceramica di Savona, inoltre, in occasione dei festeggiamenti per i 120 anni della fabbrica Mazzotti di Albissola Marina, nello spazio espositivo, è stato dedicato un tributo alla storica azienda albissolese.

La fabbrica di ceramiche Mazzotti è stata una delle manifatture ceramiche più importanti d’Italia e d’Europa del Novecento: grazie ai suoi artigiani, agli artisti e ai designer che ha sempre impiegato e ospitato, ha svolto un ruolo fondamentale nel rinnovamento moderno dell’arte e della cultura materiale, contribuendo in modo fondamentale a proiettare il nome di Albisola nel mondo.

Dalle Mazzotti sono nate ben diciassette aziende di cui cinque sono ancora in attività (Pierluca, Ceramiche San Giorgio, Marco Tortarolo, Ceramiche 2G Guido Garbarino, Ceramiche Il Tondo) e sono usciti importanti pezzi d’arte esposti in tutto il mondo, alcuni dei quali si ritroveranno nella simultanea mostra Lam et les Magiciens de la Mer, in scena nello stesso periodo al Museo della Ceramica e al Centro Esposizioni del MuDA di Albissola Marina.

Contesualmente, le Ceramiche Mazzotti di Giovanni Rossello e la Fabbrica Giuseppe Mazzotti 1903 di Tullio Mazzotti, divise dal 1959, hanno deciso di riunirsi per pubblicare un volume che ripercorre i primi 120 anni di storia della loro azienda nonché della loro famiglia. Il testo, curato da Paola Gargiulo ed edito da Vanilla Edizioni, verrà presentato al pubblico nel giardino-museo della Fabbrica Giuseppe Mazzotti 1903 nella serata di sabato 3 giugno.

La project room di Savona, a cura della stessa Gargiulo con il curatore del museo Daniele Panucci, racconterà la storia della fabbrica attraverso documenti, opere, fotografie e grazie a un allestimento immersivo progettato dallo studio gaggeroservente. Per l’occasione, le due aziende hanno progettato un vaso in ceramica eseguito a quattro mani, decorato secondo lo stile tradizionale seicentesco “Antico Savona”, il classico Bianco e Blu, e con il caratteristico stile futurista con smalti matt, che sarà esposto al Museo della Ceramica insieme a due grandi vasi degli anni Trenta firmati da Torido Mazzotti e Dario Ravano. Il vaso sarà editato in tiratura limitata (prima serie di 50 esemplari numerati, con le sigle congiunte delle due manifatture).

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