Liguria. È partita questa mattina (15 giugno) a Genova la mobilitazione regionale della Cgil per protestare contro la crisi della sanità pubblica ed in particolare il sovraccarico dei pronto soccorso. Circa mille i lavoratori che sono scesi in piazza oggi e si sono trovati in presidio davanti all’ospedale Galliera, uno degli ospedali genovesi più in difficoltà insieme a San Martino e Villa Scassi, per poi proseguire in un corteo fino alla prefettura.
La mobilitazione si terrà anche a Savona il 18 luglio e chiuderà la serie di proteste organizzate dal sindacato e intitolate “Sanità pubblica, se non la curi non ti cura”: il 4 luglio infatti l’appuntamento sarà a La Spezia, mentre l’11 ad Imperia. Una grande manifestazione a sostegno della sanità pubblica, alla quale parteciperà anche la Liguria, è stata promossa a livello nazionale per il prossimo 24 giugno a Roma.
“Abbiamo una sanità pubblica in crisi profonda, specialmente in questa Regione – spiega Luca Infantino, segretario della Funzione Pubblica Cgil Liguria -. Non a caso siamo davanti al pronto soccorso del Galliera, quello maggiormente sollecitato durante l’anno e in condizioni pietose per la carenza di organico e la carenza di posti letto. Il pronto soccorso diventa così il classico imbuto che raccoglie tutto, complice il fatto che la sanità territoriale, specie nel fine settimana, è piuttosto latitante. Chiediamo di implementare le risorse per tenere in piedi il sistema sanitario nazionale. Ci sono ormai 5 milioni di italiani che rinunciano a curarsi perché non hanno le risorse per farlo. Il Governo e la Regione devono porre rimedio”. E lancia una provocazione: “Per la sanità ci vorrebbe altro che un lutto nazionale…“.
“Il sistema sanitario pubblico rischia di esplodere – lancia l’allarme il segretario della Camera del lavoro di Genova, Igor Magni -. Dopo la pandemia ce ne siamo già dimenticati. Il sistema è ancora ospedale-centrico nonostante tutti i discorsi fatti e le persone sbattono contro un muro. È una situazione drammatica e sottovalutata. Il piano sociosanitario non ha un cronoprogramma. Sento parlare da sette anni dell’ospedale degli Erzelli, da vent’anni di ospedale del Ponente, ma non possiamo più aspettare. Quella di oggi è l’occasione di saldare le lotte di lavoratori e pazienti”.
“Serve una vera programmazione sanitaria sia territoriale che ospedaliera, mettendo in connessione queste due realtà, cosa che Regione Liguria non sta facendo – sottolinea Gianni Pastorino consigliere regionale di Linea Condivisa – La Liguria è la seconda regione più anziana d’Europa, con oltre 600 mila cronici che dovrebbe usare gli ospedali sono in casi di malattia acuta per essere invece seguita dalla sanità appunto di territorio. Per questo la regione dovrebbe investire in personale, infermieri e Oss, cosa che non sta facendo. La nostra regione ha un saldo negativo per quanto riguarda le cure, vale a dire che molti liguri decidono di andarsi a curare in altre regioni per qui le liste di attesa sono troppo lunghe. La sanità pubblica necessita di un intervento draconiano prima che sia troppo tardi. La sanità privata supplisce in qualche modo, ma non prende in cura le persone, questo è quello che deve fare la sanità pubblica e la politica deve metterla in condizioni di farlo”.
“Siamo al fianco di pazienti e operatori della sanità pubblica che ogni giorno sono costretti a subire disagi e ritardi nelle cure diventati ormai insostenibili – commentano i consiglieri regionali del Pd Armando Sanna e Pippo Rossetti, presenti oggi in corteo -. Nei pronto soccorso i cittadini sono costretti ad attese estenuanti e il personale sanitario – sempre più in affanno e a ranghi ridotti per la mancanza di nuove assunzioni e l’incapacità della Giunta di prevedere incentivi tali da rendere più appetibile la carriera nell’emergenza urgenza, è costretto a fronteggiare situazioni di esasperazione che sempre più spesso sfociano in azioni di violenza fisica e verbale. Per questo condividiamo appieno la richiesta dei sindacati, con i quali ci siamo anche confrontati nelle scorse settimane sul piano sociosanitario, perché ci siano interventi celeri e urgenti per garantire ai liguri una sanità pubblica efficiente, a partire dalla stabilizzazione e l’assunzione di personale sanitario”.
Secondo dati riportati dal sindacato, sono stati oltre 400mila gli accessi ai pronto soccorso liguri nel 2022 con un trend destinato ad essere confermato per il 2023. La mancanza di risposte sul territorio, a partire dalla carenza di medici di medicina generale, di personale all’interno delle strutture pubbliche e di strumenti per la diagnostica con conseguenti tempi di permanenza infiniti che costringono gli utenti ad attese estenuanti e gli operatori a condizioni di lavoro proibitive, fanno dei pronto soccorso una delle situazioni di maggiore criticità del sistema sanitario pubblico ligure.
Altro tasto dolente della sanità pubblica ligure sono le liste d’attesa per la diagnostica e a farne le spese sono i malati. Il quadro è pesante anche per quanto riguarda la spesa sanitaria convenzionata. Recentemente la Corte dei Conti ha messo in luce come la Liguria sia tra le prime cinque regioni con saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra regioni tra il 2012 e il 2021 di -488 milioni di euro (dato che fa della Liguria quella con il saldo peggiore di tutte le regioni del Nord). Il dato, che fotografa il costo sostenuto dalla Regione per quei liguri che non trovando soluzioni sanitarie sul territorio sono costretti a rivolgersi altrove, è un degli indicatori che, sommato a quelli precedenti, ha spinto la Cgil a organizzare la mobilitazione sulla sanità.
Il sindacato chiede un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure per anziani e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano concreto di manutenzione per le strutture sanitarie: “La Regione Liguria ha il dovere di affrontare questa emergenza con un intervento straordinario e mirato che non può attendere i tempi delle programmazioni del nuovo piano socio sanitario. Occorre intervenire rapidamente per riportare la salute pubblica nell’alveo dell’articolo 32 della Costituzione”.
Hanno aderito alla manifestazione genovese Acli Liguria, Arci Genova e Liguria, Comunità di San Benedetto al Porto Aps, Federconsumatori, Giuristi Democratici, Legambiente, Uisp Regionale Liguria Aps, Anpi Genova, Auser Genova e Liguria, Rete degli Studenti Genova, Libera Genova.