On the road

Da Carcare a Finisterre con il Ciao, l’insolito cammino di Santiago percorso da padre e figlia fotogallery

Oltre 1500 km in 8 giorni con una velocità media di 30km/h, Giulia e Oliviero: "Un viaggio stupendo, alla fine ci siamo abbracciati, eravamo commossi"

Carcare. Padre e figlia si abbracciano, commossi: “È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta”. Finisce così il viaggio di Oliviero e Giulia Elettra Fresia, pensionato e infermiera residenti a Vispa (frazione di Carcare) e grandi appassionati di motori. Lo scorso primo giugno sono partiti proprio da qui per intraprendere la loro avventura: percorrere il cammino di Santiago a bordo di due Ciao. E dopo otto giorni e oltre 1500 km hanno raggiunto la loro destinazione, ovvero Finisterre.

Il motivo del viaggio? “Mio papà – spiega Giulia – si è appassionato al cammino di Santiago anni fa e il suo desiderio, da amante delle moto, era di percorrerlo a suo modo e con al fianco una persona speciale, da qui è nata l’idea della nostra avventura insieme”. Al viaggio ha partecipato anche mamma Paola che, insieme ad una famiglia di amici, li ha seguiti e fornito supporto da un camper.

Un cammino di Santiago piuttosto insolito, quello che hanno deciso di percorrere i due valbormidesi, considerando che hanno utilizzato un mezzo sì a motore, ma che difficilmente supera i 35 km/h. “Ogni giorno era un traguardo – racconta Giulia a IVG – La lentezza del viaggio è stata la sua bellezza. Siamo abituati ad un turismo frenetico, in questo modo invece è possibile godersi ogni dettaglio ed osservare anche particolari di cui altrimenti non ci saremmo accorti”.

Come detto, per arrivare al traguardo, a Giulia e Oliviero è servita poco più di una settimana. All’inizio i due hanno percorso circa 300 km al giorno, successivamente, anche per la conformazione del territorio, hanno deciso di dimezzare i chilometri. Le parti più difficoltose? “L’ultima parte francese, viaggiavamo costantemente in pianura, dei rettilinei infiniti. Poi il paesaggio montano in Spagna, siamo saliti fino a 1250 m di altitudine, essendo in salita la velocità e la potenza erano minori e abbiamo dovuto darci da fare anche con i pedali”, sorride.

Diverse le tappe che hanno visitato tra una “guidata” di Ciao e l’altra, prima in Francia e poi in Spagna, immergendosi in città ma anche culture differenti. “Tra i posti che mi hanno più affascinata – ci dice Giulia – c’è Aix en provance, la cosiddetta ‘città delle mille fontane’ (anche se in realtà sono 12), che ha un’architettura davvero bella. Così come Carcassonne, città fortificata che con i suoi castelli e le sue torri ti catapulta nel Medioevo. Per la movida, mi è piaciuta molto Pamplona, qui c’è una via completamente dedicata alle tapas”.

E proprio a Pamplona i due valbormidesi hanno incontrato tre italiani che stavano percorrendo il cammino di Santiago: “Si tratta di tre abruzzesi – spiega Giulia – loro hanno deciso di utilizzare la bicicletta per questa avventura. Così come un signore tedesco che abbiamo incontrato sempre in Spagna: lui è partito ad aprile da Francoforte e sta affrontando questo viaggio da solo. Con loro ci siamo scambiati le nostre storie e le nostre esperienze”.

Ma non solo, con il loro Ciao Giulia e Oliviero hanno costeggiato il percorso del cammino francese di Santiago, che parte da Saint Jean Pied de Port: “Dalla strada potevamo vedere il sentiero in cui stavano camminando i pellegrini, tutti ci salutavano. È stato emozionante, perché pur non conoscendoci, sembravamo amici, tutti avevamo una cosa in comune: ovvero la meta da raggiungere”, ci dice la giovane infermiera.

Un viaggio nel quale non sono mancate le peripezie. Se da un lato il meteo li ha graziati, dall’altro sono diversi i “pit stop” che i due hanno dovuto effettuare, fin dal giorno della partenza. Arrivati in Francia, infatti, un guasto di uno dei due Ciao ha costretto padre e figlia a fermarsi per cambiare il motore. Poi nei giorni successivi si sono rotti alcuni piccoli pezzi: “In un’occasione ci trovavamo in una piana francese e sono dovuta tornare indietro di 30 km e cercare nei vari paesini un negozio che avesse il ricambio, sono stati tutti molto gentili”, racconta Giulia. Ma non solo, in questi oltre 1500 km di strada, ai due è anche capitato di perdersi: “Eravamo tra Leon e Lugo, in Galizia, siamo finiti in una strada sterrata, ma poi fortunatamente abbiamo trovato la via giusta”.

Via che li ha portati fino alla destinazione finale: prima a Santiago de Compostela, la tappa alla cattedrale era d’obbligo; poi altri 90 km per raggiungere Finisterre, minuscola località della Galizia sulla cosiddetta Costa della Muerte, considerata dai celti e dai romani come punto di Fine della terra e per questo ricco di leggende. Qui, sul promontorio dal quale è possibile ammirare tramonti mozzafiato, per tradizione, si chiude realmente il cammino di Santiago e qui i due carcaresi hanno terminato il loro viaggio in Ciao.

“Appena arrivati ci siamo abbracciati, eravamo commossi. Abbiamo realizzato di essere riusciti nell’impresa e di aver appena terminato un viaggio stupendo che ci resterà sempre nel cuore”, conclude ancora emozionata Giulia mentre aspetta suo padre, ora dal barbiere per sistemarsi dopo il lungo viaggio. Il loro itinerario continuerà fino in Portogallo, prima di tornare a Vispa, ma questa volta i due non useranno i Ciao, bensì il camper dove staranno insieme ai loro “assistenti” di viaggio.

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