Decisione

Campo nomadi Savona, sul regolamento il Tar dà ragione al Comune

Alcune famiglie e associazioni avevano presentato ricorso contro il regolamento. Scaramuzza: "Il Comune ha agito correttamente. Il tempo passa e da questa giunta ancora nessuna decisione"

Sgombero campo nomadi Fontanassa

Savona. Il Tar Liguria dà ragione al Comune di Savona e condanna al pagamento delle spese di giudizio (2mila euro) le famiglie sinti e le associazioni (Associazione A.N.P.I. – Comitato provinciale di Savona, A.R.C.I.- Comitato territoriale di Savona, Comunità San Benedetto al Porto APS e Associazione Mediterranea Saving Humans APS,) che avevano presentato ricorso contro il regolamento approvato dalla giunta Caprioglio sul campo nomadi in zona Fontanassa.

“Nessuno degli elementi evidenziati – si legge nella sentenza del tribunale amministrativo regionale – è idoneo a dimostrare che le contestate previsioni regolamenti producano effetti lesivi della sfera giuridica dei ricorrenti”.

I ricorrenti avevano indicato la destinazione solamente temporanea dell’area all’ospitalità in favore delle famiglie di origini sinti, la riduzione della capienza massima da 80 persone e a 32, la preannunciata interruzione del servizio di erogazione dell’acqua potabile, il blitz effettuato il 23 giugno 2021 congiuntamente da carabinieri, polizia di Stato e polizia locale.

I giudici spiegano che la destinazione temporanea era motivata dalla necessità di ripristinare l’area come parcheggio, la riduzione della capienza massima non ha comportato l’allontamento di nessun residente (gli abitanti erano rimasti 25 e il Comune aveva messo a disposizione alloggi), l’acqua potabile è relativa a una decisione autonoma del gestore e lo sgombero è stato un “doverso intervento di repressione dell’abusivismo edilizio“.

“Il preteso nomadismo – evidenziano ancora i giudici – degli abitanti nell’area di via Fontanassa sarebbe ormai un lontano ricordo, essendo la popolazione sinti ivi residente da quasi trent’anni ed anche di più, le soluzioni contestate dai ricorrenti non implicanoalcuna discriminazione o deficit di tutela nei confronti delle persone di originesinti, ma costituiscono legittima estrinsecazione di una “politica” diintegrazione che, in luogo della messa a disposizione di aree di sosta camper e roulotte (in altre parole, dei tradizionali “campi nomadi”), contempla l’offerta di soluzioni alloggiative”.

L’ex assessore della giunta Caprioglio e consigliere comunale Maurizio Scaramuzza commenta: “Non abbiamo mai avuto dubbi. Era evidente che il regolamento adottato non fosse lesivo nei confronti di nessuno. Ora arriva la conferma che il Comune di Savona ha agito correttamente. Ora tocca a questa giunta continuare su questa strada. Siamo a fine giugno e, secondo quanto riferito dall’assessore Viaggi, entro il 30 giugno, cioè domani, sarebbe stata trovata una soluzione. Ci chiediamo se siano stati fatti passi in avanti o se questa amministrazione continua a prorogare senza agire“.

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