Doppia attesa

Ato idrico, schiarita su APS e la gestione societaria: resta la spada di Damocle sul ricorso di Iren

Consulenza legale sulla formula del Consorzio e la sentenza del Consiglio di Stato

Depuratore

Provincia. Dopo la bagarre dei mesi e delle settimane scorse, culminate con l’abbandono nella seduta del Cda di Acque Pubbliche Savonesi dei rappresentanti di Servizi Ambientali (Barbara Balbo) e Sca srl (Emanuela Preve) in polemica con il presidente Nanni Ferro, la mediazione portata avanti da sindaci e amministratori locali ha cominciato a dare i primi risultati: nell’ultimo Consiglio di Amministrazione è stato infatti approvato il cosiddetto “ribaltamento dei costi” in merito alla gestione contabile della società alla quale è stato affidato il servizio idrico integrato per il savonese.

Non si tratta dell’approvazione vera e propria del Piano econonico-finanziario, ma di una prima documentazione aziendale indispensabile per procedere all’effettiva governance unitaria di acqua e depurazione.

Nei prossimi giorni è prevista la convocazione del tavolo tra i sindaci dei Comuni direttamente interessati, Alassio, Borghetto, Loano e Savona, con il coordinamento della Provincia: al centro della discussione i successivi passi da compiere per definire l’asset societario, dopo che si è abbandonata la strada della fusione.

Per questo spetterà ad APS dare incarico per una consulenza legale e valutare se la formula indicata, ovvero quella del Consorzio, sia funzionale e soprattutto in linea con la normativa in vigore sul settore. Questa prospettiva di integrazione societaria, infatti, non andrebbe ad inficiare una bollettazione unitaria gestita da parte di APS, che sarebbe poi incassata distintamente dalle tre aziende, un aspetto considerato essenziale nella complessa trattativa portata avanti da parte degli stessi sindaci.

L’obiettivo unanime è mantenere l’acqua pubblica e l’house providing per l’affidamento del servizio sul territorio provinciale: la soluzione finale sull’Ato idrico, con il via libera sulla nuova società e lo stesso Piano economico-finanziario da parte dell’assemblea dei soci, resta questione prioritaria anche per intercettare i possibili finanziamenti ritenuti necessari al completamento degli interventi di infrastrutturazione – in itinere quelli sui comuni della Val Maremola e lo stesso ampliamento del depuratore consortile di Borghetto, ad esempio, ricordando la scadenza del 31 dicembre 2023 e il possibile mancato adempimento dell’affidamento in house che potrebbe aprire la strada ai privati nella gestione del servizio idrico.

Sullo sfondo, però, resta il capitolo giuridico: il 18 maggio scorso, infatti, si è svolta l’udienza in Consiglio di Stato sul ricorso che era stato presentato dalla società Iren, che all’epoca aveva contestato la procedura di affidamento ad Acque Pubbliche Savonesi.

Il Tar aveva rigettato il ricorso, ma Iren si era appellata al secondo grado della giustizia amministrativa: ora si attende la sentenza, che in caso confermasse quella di primo grado rappresenterebbe un ulteriore schiarita rispetto alla complessa vicenda che ha caratterizzato l’Ato idrico savonese.

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