Ripartire oltre il dolore

“Un abbraccio dal mare”, arrivate nel savonese 10 donne ucraine che hanno perso il marito in guerra

Sono tutte vedove a causa del conflitto: "Ciascuna di loro desidera tornare a casa diversa e come 'guarita' da tutto il dolore che ha vissuto"

Finale/Savona. Trent’anni dopo il conflitto in Bosnia, la tragedia della guerra colpisce di nuovo l’Europa con l’invasione russa in Ucraina. E così una savonese, Cristina Bicceri, supportata dalla cooperativa sociale ArciMedia, ha pensato di offrire 10 giorni di soggiorno in Liguria a un gruppo di donne ucraine che hanno perso il marito in guerra, accogliendole in un albergo di Finale Ligure, dove potranno respirare l’ospitalità di un paese in pace e dimenticare, almeno per un poco, gli eventi che segneranno per sempre le loro vite.

Le 10 donne sono arrivate a Finale Ligure ieri. “Erano esauste – racconta Bicceri – è stato un momento di grande commozione, veramente toccante”.

“Sono andato a trovarle ieri sera, con l’idea di fare una breve visita. Invece sono rimasto con loro diverse ore, fino a tardi – racconta padre Vitaliy Tarasenko, cappellano della comunità ucraina a Savona, Genova e Tigullio – E’ stato un incontro molto intenso. Insieme a me è venuta mia moglie: festeggiava il suo giubileo, quindi ha portato alcuni dolci, con l’idea di fare festa insieme a loro. Dopo un primo momento piuttosto rilassato, ciascuna di loro ha cominciato a raccontare la propria storia, chi era e da dove arrivata. Ci hanno raccontato il loro dolore per la guerra, per la perdita dei loro mariti. E’ stato molto emozionante per tutti. Ogni racconto finiva con le lacrime, non solo di raccontava, ma anche di chi ascoltava. Arrivano da diverse città ucraine, ma sono molto unite. Sono tutte una per l’altra”.

“Ciò che è emerso con più forza è il contrasto tra l’Ucraina, dove c’è tensione, dolore, morte, e l’Italia, dove hanno trovato abbracci e sorrisi – prosegue Tarasenko – Nessuna ha cercato di nascondere il proprio dolore, anzi. Questo è un gruppo terapeutico: dopo il soggiorno in Italia, ciascuna di loro desidera tornare a casa diversa e come ‘guarita’ da tutto il dolore che ha vissuto. Sono fiduciose e si sentono fortunate a poter vivere questa esperienza. Dopo tutto ciò che hanno dovuto subire, ora possono vivere un po’ di gioia. Non vogliono essere un gruppo chiuso, ma aperto a ciò che questo soggiorno porterà loro. Ieri, ad esempio, non sono rimaste chiuse in albergo, ma hanno visitato la città, visto il mare”.

A coordinare il viaggio e il soggiorno è stata l’associazione della comunità ucraina di Savona “Pokrova”: il programma dei 10 giorni alterna momenti di relax e di conoscenza delle bellezze del nostro territorio (fra cui Finale Ligure, Noli, Savona e Genova), momenti di riflessione con una psicologa e occasioni di incontro con associazioni che lavorano per le donne in difficoltà.

Il progetto iniziale prevedeva di accogliere 10 donne vittima di abusi sessuali da parte dei soldati, ma si è deciso “in corsa” di modificare il progetto: “Per questo primo viaggio, a Kiev hanno ritenuto fosse meglio coinvolgere vedove di guerra” spiega Bicceri. Vittime di un enorme trauma (molte di loro hanno storie estremamente drammatiche alle spalle) ma forse più pronte, almeno fisicamente se non psicologicamente, a sostenere un viaggio.

I fondi necessari sono stati messi a disposizione da Unione Industriali Savona, Fondazione Compagnia San Paolo (con il bando Traiettorie Solidali), amministrazione comunale di Finale Ligure e alcuni savonesi che hanno deciso di sostenere il progetto con una donazione (anche IVG e ArciMedia avevano promosso la raccolta fondi).

Progetti come questi sono meravigliosi e devono essere sempre più numerosi. Ce n’è un grande bisogno e perciò ringrazio chi ha partecipato e lo ha reso possibile: Mimmo Lombezzi che è il protagonista di questa opera, Cristina Bicceri, Giovanni Durante, i ragazzi di Pokrova e ArciMedia. Come rappresentante del popolo ucraino voglio dire grazie a loro e all’Italia. Insieme ce la faremo” conclude Tarasenko.

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