Sentenza

Maltrattamenti Rsa Varazze: due condanne e una assoluzione

La decisione del Tribunale di Savona al termine della fase processuale di primo grado

Varazze. Due condanne e una assoluzione: è quanto stabilito dalla sentenza di primo grado sul caso dei maltrattamenti nella Rsa di Varazze.

Una condanna riguarda il reato di maltrattamenti (2 anni), l’altra è per violenza privata (10 mesi), entrambe sospese. Il processo ha visto sul banco degli imputati S.S. (48 anni) e E. Z. (38). Assolta invece con formula piena N.M. (64 anni): la tesi difensiva puntava sul fatto che gli episodi contestati erano avvenuti tutti lo stesso giorno, quindi non era possibile contestare il reato di maltrattamenti (che andrebbero reiterati su un arco temporale di più giornate).

Ora si attendono le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro 90 giorni, che chiariranno le ragioni delle due condanne emesse oggi in Tribunale a Savona, così come l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Da lì, per le due imputate, si vedrà il possibile ricorso in Appello.

Nel corso del dibattimento processuale la difficoltà della mansione, la carenza di personale, lo stress sono state le “giustificazioni” portate in aula per i maltrattamenti agli anziani della Rsa La Villa di Varazze da parte delle Oss che erano state arrestate nel corso del blitz presso la casa di riposo varazzina.

La loro ricostruzione era già stata contestata dagli inquirenti, che hanno riportato tra gli elementi probatori anche le frasi pesanti registrate nei video.

Nel corso delle indagini erano stati documentati numerosi e reiterati episodi di violenze fisiche e verbali: bruschi strattonamenti dei pazienti durante le operazioni di pulizia personale e cambio degli abiti, fino ad arrivare a veri e propri schiaffi, oltre a insulti, minacce e imprecazioni, accompagnati poi da grida di dolore, pianti e implorazioni da parte delle vittime.

Molto spesso, durante l’orario di lavoro, gli anziani pazienti sarebbero stati lasciati incustoditi, senza che venissero soddisfatte le loro reiterate richieste di assistenza, attivate dagli ospiti anche attraverso i campanelli posti nelle vicinanze dei letti.

Dunque, confermato in gran parte il quadro accusatorio a carico delle operatrici della Rsa, in attesa di capire se ci saranno le condizioni giuridiche per contestare la sentenza odierna.

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