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L'occhio di vetro

Libri golosi

"L'occhio di vetro" è la rubrica di letteratura di IVG e Genova24, a cura di Ilaria Giorcelli

occhio di vetro 5 maggio 202

Cibarsi è una necessità che, noi umani, abbiamo trasformato in un piacere; da quando abbiamo scoperto il fuoco ci siamo ingegnati per creare combinazioni di sapori, abbinamenti e, dall’antipasto al dessert, non abbiamo ancora smesso di sperimentare e cambiare i nostri gusti. In questi libri il cibo, o chi lo prepara, è il protagonista.

“I SEGRETI EROTICI DEI GRANDI CHEF”

Attenzione questo è un libro di genere pulp- un genere che propone situazioni violente, macabre, scabrose con un linguaggio altrettanto violento e, a volte, volgare- quindi un genere amaro e spigoloso non facile da digerire. Una moderna rivisitazione, maligna e sorniona, de “Il ritratto di Dorian Gray” tanto divertente quanto tagliente.

“Le ossessioni del nostro tempo: il cibo, il sesso, la celebrità, ma anche il bisogno di trovare il proprio posto nel mondo”.

TRAMA

Danny e Brian non potrebbero essere più diversi: edonista e dissoluto il primo quanto morigerato e riservato il secondo, ad avvicinarli è solo il lavoro: entrambi sono ispettori sanitari di ristoranti per il comune di Edimburgo. I due ovviamente non si sopportano ma, loro malgrado, sono le due facce opposte dello stesso destino, legati da una catena di segreti che verranno a galla tra bigottismo e alcolismo.

Irvine Welsh, classe del ’58, è scrittore e drammaturgo scozzese, geniale e amaro ha dato la vita a libri come “Trainspotting”- da cui, nel ‘96, è stato tratto un film diretto da Danny Boyle- “Il Lercio”, “Colla”, “The acid house”- anche questo trasformato in un film nel ’98- e molti altri in Italia tutti editi da Guanda.

Un libro per i bambini

Per i più giovani, di solito, il cibo è una minaccia: “non accettare caramelle dagli sconosciuti” recita la più antica raccomandazione che i genitori fanno. Questo perché, spesso, dietro qualcosa di dolce si cela un gusto amaro e pericoloso, un’insidia che potrebbe metterci in guai seri.

Per i più piccini

“HANSEL E GRETEL”

Una delle fiabe più conosciute, da rileggere o scoprire dai 3 anni in poi.

TRAMA

Hansel e Gretel sono due fratellini che, su istigazione della matrigna, vengono abbandonati nel bosco. Al primo tentativo Hansel, che aveva origliato la conversazione dei genitori, lascia cadere una scia di sassolini per ritrovare, una volta scesa la notte, la via di casa. La seconda volta ha con sé solo molliche di pane, impossibili da seguire. Spaventati i bimbi vagano per il bosco fino a trovare una casa fatta di marzapane e dolciumi in cui vive una vecchietta gentile che l’invita ad entrare e mangiare tutto ciò che vogliono ma…sarà davvero una signora innocua ed amorevole?

Jacob Ludwig Grimm (1785-1863) e Wilhem Karl Grimm (1786-1859) – meglio noti come i fratelli Grimm- furono linguisti, scrittori e filologi tedeschi autori di una delle più importanti raccolte di fiabe: “Le fiabe del focolare”.

“IL RATTO DI PERSEFONE”

Uno dei miti più noti della nostra cultura, e forse uno dei più belli, che spiega l’alternarsi delle stagioni. Da leggere dai 10 anni in poi

TRAMA

Persefone, figlia di Zeus e Demetra, è bellissima, tanto da far innamorare Ade, il dio dei morti. Questi la rapisce e le offre, una volta arrivata al suo palazzo, frutta e cibo ma lei mangia solo qualche chicco di melograno. La madre disperata la cerca ovunque e, una volta trovata, esige le sia restituita ma questo è impossibile: la ragazza ha mangiato il cibo degli inferi ed è costretta a restarvi per sempre. Con l’aiuto di Zeus si arriverà ad un accordo: visto che Persefone non ha mangiato un intero frutto ma solo alcuni chicchi resterà per sei mesi negli inferi e per sei sulla terra. Quando la figlia è lontana Demetra è triste, ed essendo la dea dei raccolti, la natura diventa spoglia, mentre quando Persefone torna sboccia con lei la primavera e l’estate.

PICCOLE SCHEGGE

Il genere Pulp non è tra i più conosciuti e, sicuramente, non tra i più semplici da apprezzare. Le origini risalgono ai primi anni venti in America, con storie pubblicate su riviste- le Pulp magazine- che avevano copertine sfolgorati-e spesso con donne sensuali- ma le cui pagine erano di bassissima qualità, si trattava di carta non rifilata di polpa di legno- in inglese pulp appunto-. Visto che gli scrittori venivano pagati a parole lo stile era spesso ridondante e pieno di aggettivi. Anche in Italia abbiamo avuto una “rivoluzione pulp”, negli anni novanta, con giovani autori definiti “gioventù cannibale”. Come spesso accade è stato il cinema a togliere un po’ di polvere al genere e Tarantino, con il suo “Pulp fiction”, ha riportato alla ribalta un genere violento, scabroso, volgare ma bellissimo.

“L’occhio di vetro” è la rubrica di letteratura di IVG e Genova24, a cura di Ilaria Giorcelli. Ogni settimana un piccolo “sguardo” sul mondo dei libri, con alcuni volumi consigliati per piccoli e grandi. Clicca qui per leggere tutti gli articoli

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