Grande cuore

La quarta figlia nasce con disabilità e la famiglia adotta anche una bimba con sindrome di Down: “L’amore ha prevalso su tutto”

Giulia era stata lasciata in ospedale dai genitori che non si sentivano di crescere la piccola, Emanuela e Mauro con il loro figli si sono presi cura di lei dalla nascita

Generico maggio 2023

Albissola Marina. E’ una storia di grandissimo amore quella che hanno creato Emanuela e Mauro. Di Albissola Marina, dopo il matrimonio, hanno deciso di mettere su famiglia, sono nati 4 figli cercati e molto amati, fin qui una storia come tante, anche se al giorno d’oggi di bambini se ne fanno sempre meno. Poi arriva la sorpresa che porta questa famiglia – che ha avuto già a che fare con la disabilità – a compiere un gesto di grande amore, quello di adottare una bambina affetta dalla sindrome di Down, che era stata lasciata dai genitori in ospedale.

Ma per capire bene questa storia abbiamo bisogno di riavvolgere per un secondo il nastro. Corre l’anno 1991 quando la coppia albissolese fa il grande passo, si sposa, nasce prima Miriam (oggi di 30 anni), poi Angelo (23 anni), segue Saverio (21 anni) poi arriva Teresa, oggi adolescente, affetta dalla sindrome di Down. La sua disabilità, nella pancia della mamma – nonostante i vari esami preparto – non emerge; alla nascita stessa la sua problematica non viene subito riconosciuta: sarà il test del cariotipo ad accertare il quadro sanitario della piccola. Da qui inizia un percorso nuovo per la famiglia Tessore che, prima d’ora, non includeva alcuna forma di disabilità.

La prima volta che abbiamo avuto la certezza che la nostra bambina avesse questa forma di disabilità non è stato facile accettarlo. E’ stata una sorpresa per tutti: per noi due genitori, per i nostri altri figli, per i nonni di Teresa – ci racconta Emanuela -. Ma superato il primo momento di pianto, l’amore per lei ci ha fatto rimboccare le maniche e ci ha portati a occuparci di lei nel miglior modo possibile. Una volta arrivata a casa la piccola Teresa è stata accolta da tutta la famiglia e si è formato fin da subito un forte legame, un po’ come è successo con Giulia“.

Giulia però non è figlia biologica di Emanuela e Mauro. La neonata – una volta partorita e dopo l’esito della sindrome – è stata lasciata in ospedale dai genitori, forse non se la sono sentita di affrontare la disabilità della figlia. E’ così che Emanuela, conosciuta ormai in ospedale per la sua sensibilità – si occupa ancora oggi di offrire mutuo aiuto a quei genitori che scoprono di avere figli con disabilità -, decide di prendersi cura per un certo periodo della piccola neonata, grazie al cosiddetto “affido culla”.

“Una volta arrivata a casa, dal resto della famiglia, un primo momento di perplessità: ‘Siete abelinati, volete diventare santi?’, è stato il primo commento spontaneo di uno dei miei figli – sorride ancora Emanuela -, poi l’affetto è prevalso e Giulietta ha rapito i cuori di tutti noi. La dura prova poi è stato il tribunale, quando c’era il rischio che la piccola venisse assegnata a un’altra famiglia in quanto era sempre in lista per essere adottata. E’ stato un momento di preoccupazione per tutti noi, ormai ci eravamo affezionati a Giulia. Poi il via libera ed è partita la corsa per adottarla a tutti gli effetti. E’ stato un grande sollievo”.

Ora Giulia ha quattro anni, è una bambina dolce, affettuosa e furba – commenta la mamma -. Sta imparando le lettere e a contare fino a dieci. Le sfide che dobbiamo ancora affrontare sono tante, ma con l’affetto e l’amore di tutti riusciremo a prenderci cura anche della nostra bella Giulietta”. D’altronde Emanuela è una vera combattente, 15 anni fa ha intrapreso una battaglia con un tumore al seno in stadio avanzato: “Dopo anni di terapia sono riuscita a guarire – ammette -, io dico sempre che qualcuno là su mi ha aiutata, per poter arrivare fin qui e fare quello che sto facendo“.

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