Dibattito

La Liguria dice No al congedo mestruale per studentesse e lavoratrici, bocciata la mozione in Regione

Respinta la proposta di Selena Candia (Lista Sansa): "Aumenterebbe le discriminazioni, basta il certificato medico"

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Liguria. È stata bocciata in consiglio regionale la mozione di Selena Candia (Lista Sansa) che impegnava la giunta Toti a intraprendere azioni per introdurre il congedo mestruale per studentesse e lavoratrici affette da dismenorrea, vulvodinia ed endometriosi. Al termine di un’accesa discussione in aula il provvedimento ha incassato solo 10 voti a favore (tutta l’opposizione), 13 voti contrari e 3 astensioni.

La mozione avrebbe impegnato la giunta regionale “a valutare l’opportunità di avviare un dialogo con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale affinché sia inserito il congedo mestruale nei regolamenti d’istituto delle scuole secondarie di secondo grado” e “a sollecitare, nelle sedi istituzionali opportune, l’avvio di un iter legislativo volto alla previsione del congedo mestruale per le lavoratrici”.

“In Italia – ha rilevato Candia presentando la mozione – i dati sulla dismenorrea sono allarmanti: dal 60% al 90% delle donne ne soffrono, causando tassi dal 13% al 51% di assenteismo a scuola e dal 5% al 15% di assenteismo nel lavoro. Diversi Paesi europei ed extraeuropei hanno adottato discipline per introdurre la possibilità di usufruire del cosiddetto congedo mestruale. Moltissime scuole secondarie di secondo grado stanno modificando i regolamenti d’istituto per riconoscerlo, derogando il numero di assenze di massimo due giorni al mese”.

Secondo Candia “la proposta di modifica ai regolamenti d’istituto dovrebbe prevedere il riconoscimento per le studentesse affette da dismenorrea, vulvodinia o endometriosi certificata della possibilità di produrre un solo certificato medico, presentabile all’inizio dell’anno, e che tale certificato attesti la condizione degli studenti, al fine di riconoscere sino a due giorni al mese come deroghe al vincolo di frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato, ferma la necessità della presentazione della giustificazione dei genitori o studenti maggiorenni”, ma anche “il riconoscimento per le studentesse che soffrono di dolori acuti durante le mestruazioni della possibilità di produrre un certificato medico ogni qualvolta questi non permettano allo studente di essere presente a scuola. Tali specifiche assenze, quindi, sono in deroga al vincolo dei tre quarti dell’orario annuale personalizzato e pertanto non incidono sul monte ore massimo consentito ai fini della validità dell’anno scolastico, ferma la necessità della presentazione della giustificazione dei genitori o studenti maggiorenni”.

Contrario il parere della giunta: “La materia non rientra nelle competenze esclusive della Regione – ha controbattuto l’assessora alla Scuola Simona Ferro -. Cè già una deroga al limite minimo di presenze per gli studenti e il collegio di istituto legittima questa deroga. Le assenze vengono già giustificate con un certificato medico per gravi patologie e terapie”. Parole condivise da Augusto Sartori, assessore al Lavoro.

L’iniziativa di Candia è stata supportata da diversi colleghi dell’opposizione, mentre ha raccolto diverse critiche dal centrodestra. “Sottolineare specificità legate al sesso è un modo per aumentare le discriminazioni – ha argomentato Veronica Russo di Fratelli d’Italia -. Non è detto che tutti vogliano fare sempre questo outing. Io sono riservata, non sarei contenta che venisse detta la motivazione di una mia assenza. Inoltre questa norma aumenterebbe le discriminazioni da parte degli imprenditori”. Così anche Lilli Lauro della Lista Toti: “Le mie figlie sono tutte contrarie. Voi chiedete due giorni al mese, faccio notare che i malati oncologici hanno diritto a tre giorni al mese”.

I consiglieri Fabio Tosi (M5s) e Angelo Vaccarezza (Lista Toti) hanno chiesto di ritirare la mozione per poterla discutere in commissione. Nonostante l’apertura dimostrata dalla proponente, molti esponenti della maggioranza e dell’opposizione si sono espressi contro il rinvio e si è proceduto al voto. Da registrare nel centrodestra le astensioni di tre consiglieri della giunta Toti: Daniela Menini, Chiara Cerri e lo stesso Vaccarezza.

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