Mi hanno sempre affascinato le parole intraducibili: quei termini che riescono ad esprimere concetti profondi, sensazioni precise e momenti particolari.
Ogni lingua ha le sue e raccontano anche di tradizioni, di abitudini, di usi e di costumi.
Le mie preferite, in assoluto, sono due: la prima è il termine giapponese kintsugi e significa riparare con l’oro e ci insegna che ogni cicatrice, ogni ferita, ogni cosa che ci spezza può essere rimessa insieme e saldata con l’oro per renderci più preziosi, diversi e migliori; la seconda parola è la finlandese sisu che indica forza di volontà, determinazione e perseveranza.
Ho già scritto diversi articoli contenenti diverse parole intraducibili originarie dalle più disparate parti del mondo e oggi ho deciso di condividere con voi alcuni termini italiani intraducibili nelle altre lingue.
Mozzafiato
Ok, in effetti esiste il corrispettivo breathtaking in inglese ma questo termine mi ha sempre trasmesso una sensazione di meraviglia inarrestabile, che ti avvolge e ti fa interrompere qualsiasi cosa tu stessi facendo per fermarti ad osservare.
Rocambolesco
Questo termine descrive una serie di avventure incredibili, assurde e coinvolgenti che accadono al protagonista di una storia prima di raggiungere il proprio obiettivo.
Mereggiare
Il riposo sereno e tranquillo all’ombra nel caldo di un pomeriggio estivo, come nelle meravigliose parole di Eugenio Montale
Trasecolare
Questo termine si utilizza per descrivere un sentimento di massima meraviglia e di incredibile stupore.
Vi lascio un link dove potete vedere alcune meravigliose illustrazioni che rappresentano diversi termini intraducibili e dove potrete trovare un paio di termini italiani che non vi ho raccontato.
E ditemi, quali sono le vostre parole intraducibili preferite?
“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica di IVG a cura di Giulia Grenno per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire. A Giulia piacciono il profumo dei libri, il rumore della puntina che tocca il vinile, il buio in sala quando sta per iniziare un film, l’odore delle cartolerie, il ticchettio della macchina da scrivere, i ritratti in bianco e nero, le prospettive diverse, fermarsi col naso all’insù.
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