Il congedo

Albenga, Pietro Buttu senza giri di parole: “Separazione non consensuale”

L'ex tecnico bianconero ringrazia la piazza e mostra il proprio dispiacere per non poter proseguire l'avventura con la società ingauna in Serie D

Albenga. Un saluto speciale, per congedarsi dalla città dopo un’annata straordinaria, culminata con la vittoria del campionato di Eccellenza e la conseguente promozione in Serie D. Pietro Buttu ha scelto il centro di Albenga, piazza San Domenico, per dare il suo arrivederci a tifosi e sostenitori che hanno gioito insieme a lui per la vittoria del campionato.

Buttu, com’è noto da giorni, non guiderà l’Albenga nella prossima annata sportiva. “Non è passato neanche un anno – afferma -. Se, quando ho iniziato, avessi pensato di vincere il campionato e poi non fare la Serie D, non ci avrei creduto. Però sono scelte che vanno accettate”.

Il tecnico, che ha anche un passato da giocatore con la maglia dell’Albenga, ha indetto la conferenza odierna per raccontare la stagione vissuta e ringraziare chi lo ha supportato. Al suo fianco ha voluto Simone Marinelli, il dirigente che lo ha voluto alla guida della squadra e col quale ha condiviso questo percorso, durato una sola stagione ma di grande intensità. I ringraziamenti di Buttu sono andati anche a Francesco Cocito, Gabriele Patrucco e Elena Gastaldi, che hanno portato Marinelli nella società ingauna.

“Mi hanno accompagnato mille emozioni – racconta -. Sono un ragazzo che sognava di giocare nell’Albenga e ci sono arrivato. Trentatré anni fa sono retrocesso con questa casacca, ma con la perseveranza, il lavoro e la famiglia che mi ha sostenuto sono riuscito a riportare questa squadra e questa città in Serie D, con l’aiuto del presidente e dei giocatori”.

“Voglio ringraziare tutto lo staff, in primis Viviano Rolando che è stato un supporto fondamentale, Stefano Ancona, Tonino Barone, il professore Eros, lo staff sanitario con a capo il dottor Russo” aggiunge Buttu, che poi cita, uno ad uno, tutti i calciatori: “Gli artefici principali di questa cavalcata, che hanno fatto dei record sul campo e hanno fatto riavvicinare una tifoseria allo stadio, facendo qualcosa che non si vedeva da tempo. Sono stati straordinari, mi hanno fatto vivere un’annata della quale neanche mi rendo conto”.

“Non è stato tutto facile – precisa il tecnico -. La squadra ha fatto qualcosa di impressionante, facendo un campionato in testa dalla prima all’ultima domenica. Alla squadra ho fatto capire cosa voleva dire indossare la maglia dell’Albenga; io sono nato qua e sapevo che l’hanno indossata giocatori fantastici. I dirigenti che sono arrivati oggi, senza nulla togliere loro, non penso possano far capire cosa significa giocare e allenare per questa città”.

Buttu ribadisce il concetto preminente: “Deve essere chiaro che io, in Serie D, avrei allenato l’Albenga anche sulla lettiga del 118. Di consensuale non c’è stato nulla. Le scelte vanno accettate; io rispetto chi l’ha decisa, però si parla di un allenatore che vince il campionato in quella maniera, un allenatore che ha dimostrato ciò che ha dimostrato insieme alla sua squadra e al suo presidente. Penso che mi avrebbero dovuto chiamare un attimo prima; se la società mi spiegava le sue idee io accettavo la scelta, però attraverso il lavoro, la perseveranza e la professionalità, penso di essermi meritato la Serie D. Non la faccio, ma questa è un’altra storia”.

Pietro Buttu ha definito l’Albenga “l’emozione della mia vita”. “Sono ancora emozionato – dice -. Mi fa piacere la risposta che ha dato la città: le istituzioni, gli amici, i tifosi, chi non è potuto venire e chi è venuto. Sono stato subissato di messaggi, di chiamate, di incontri per la strada. Questa dimostrazione di affetto la porterò nella mia vita per sempre”.

“Ad Arenzano – prosegue – sono esploso in una gioia assurda perché andava a coronare il sogno di un ragazzo che aveva giocato nell’Albenga, era retrocesso con questa maglia e con perseveranza, lavoro e professionalità, dopo 33 anni, è riuscito a fare, grazie ai suoi ragazzi, al suo presidente e al suo staff, un’impresa titanica”. In chiusura, il plauso a Marinelli: “Senza di lui tutto questo cinema non ci sarebbe stato. Ha fatto cose mai viste, ha portato la gente allo stadio senza pagare, ha creato un grande entusiasmo”.

Pietro Buttu
Pietro Buttu
Pietro Buttu
Pietro Buttu
Buttu

Pietro Buttu insieme ad alcuni protagonisti della stagione sportiva

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