“Lo abbiamo fatto – prosegue Musso – parlando a cuore aperto ai ragazzi, ringraziandoli per quanto fatto quest’anno. Un gruppo di ragazzi giovanissimi che hanno dato una prova encomiabile di costanza, abnegazione, ma soprattutto resilienza, perchè concludere la stagione con un gruppo unito e coeso nonostante i pochissimi punti conquistati non era assolutamente scontato. Potevamo fare di più e meglio? Probabilmente sì. Potevamo avere una condizione di partenza migliore? Probabilmente anche. Potevamo fare scelte diverse, accettando o rifiutando la proposta ricevuta quando ormai avevamo allestito una rosa per partecipare con una nuova società alla Seconda Categoria? Forse, ma sarebbe facile rispondere adesso e sarebbe comunque solo una perdita di tempo”.
L’allenatore si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa: “Io ho sempre saputo cosa avevo a cuore: riuscire a fare crescere un gruppo di ragazzi legati a me dall’esperienza nelle giovanili della Veloce degli ultimi 5 anni e dimostrare che si poteva costruire un modello dove al centro da protagonisti assoluti fossero le giovani e le giovanissime leve. Un modello che ho sempre proposto fosse sostenuto per una durata almeno triennale. Un modello che potesse essere usato per ripartire dopo una retrocessione, senza un impegno economico fuori scala, provando a portare avanti idee. Era preventivata la grande fatica di quest’anno, ma si sapeva che gli eventuali frutti di queste scelte sarebbero stati raccolti nel medio lungo termine.
Qualcuno ha sempre definito questa mia posizione, un percorso triennale, il modo di garantirsi un posto sulla panchina per ancora due anni. Al contrario avevamo quest’anno tutto da perdere come allenatori a livello agonistico. Era una sonora sciocchezza e lo dimostriamo con Rino proprio adesso facendo un passo indietro, ma nel contempo augurandoci che la società intenda proseguire nel solco di quanto si era programmato”.
“Abbiamo voluto correre il rischio di ‘giocarci la faccia’ accettando una sfida basata sulla crescita e sul rapporto umano, con giocatori pronti ad accettarla. Non provo nessun rimpianto, il rapporto costruito con i ragazzi mi ripaga completamente di quest’anno e dei sei anni con la Veloce. Resta la soddisfazione di sapere che molti addetti ai lavori hanno apprezzato e riconosciuto il miglioramento dei ragazzi nel corso di questo campionato. Questo mi basta e non importa se nei 17 anni da allenatore sia arrivata la prima retrocessione, l’ho sempre detto per me le coppe e le medaglie sono ben altre”.
“Nessuna ricerca di colpevoli o di alibi, immagino e comprendo che il mio modo di intendere il calcio e le mie priorità possono divergere dalle aspettative di una società storica come la Veloce. Ma ho la fortuna insieme a Rino di poter decidere di fare le cose solo se rispondono alle nostre aspettative e priorità, senza scendere a compromessi. Finisce l’esperienza con la Veloce perché ritengo, dopo una lunga e serena riflessione, che non ci siano i presupposti per fare bene e soprattutto continuare a donare qualcosa di importante ai miei ragazzi”.
Musso, ex tecnico delle giovanili del Quiliano e del Valleggia, potrebbe chiudere così il suo lungo percorso di allenatore: “Finisce il mio percorso di allenatore, ogni cosa ha un suo tempo e ad oggi a meno di chiamate che abbiano un grande valore simbolico e affettivo ritengo sia conclusa questa pagina di vita che mi ha formato soprattutto come uomo regalandomi, come con la pagina legata al Valleggia di Francesco Landucci, qualcosa di impagabile”.
Musso poi conclude: “Ringrazio la Veloce per questa avventura durata sei anni, dove abbiamo affrontato quello che è stata la grande sfida di fare sport durante la pandemia e per avermi dato la possibilità di costruire qualcosa con giovani a cui sono profondamente affezionato. A loro auguro il meglio, che sia su un campo di calcio o per le sfide che affronteranno nella vita”.
“L’ultimo pensiero va al ricordo di Gabriele Cavallini, che ha segnato in maniera indelebile il mio viaggio alla Veloce. A lui avevo promesso nell’ultimo nostro incontro che avrei fatto di tutto perché i nostri ragazzi continuassero a stare insieme: Gabriele, di punti ne abbiamo fatti pochi pochi, ma ’belin mia’ da lassù sarai contento di vedere quanto i ragazzi si vogliono bene”.