Analisi

Sentenza Ue balneari, Schiappapietra (Sib) ottimista: “Tutto demandato al Governo italiano, ora speriamo decida in fretta”

"I giudici della Corte Europea hanno preso una posizione seria, costruttiva, che ribadisce alcuni valori che noi balneari sosteniamo da tempo"

Loano. “Le nostre sensazioni? Un moderato ottimismo. Contrariamente a quello che avevano detto i giudici del Consiglio di Stato italiani, per quanto riguarda la nostra vicenda tutto è rimandato al potere legislativo e quindi alle decisioni che il Governo prenderà (speriamo presto) nella prossima estate”. Così Enrico Schiappapietra, presidente provinciale del Sindacato Italiano Balneari, commenta la sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa all’assegnazione delle concessioni demaniali a margine dell’assemblea regionale del Sib in corso oggi pomeriggio al Loano2 Village.

All’incontro erano presenti, tra gli altri, i sindaci di Loano e Borghetto Luca Lettieri e Giancarlo Canepa, l’assessore del Comune di Albenga Mauro Vannucci, il direttore dell’Unione Provinciale Albergatori Carlo Scrivano, il presidente di Fipe Savona Carlomaria Balzola.

I giudici della Corte Europea hanno preso una posizione seria, costruttiva, che ribadisce alcuni valori che noi balneari sosteniamo da tempo – ha aggiunto Schiappapietra – Prima di tutto, la sentenza non dice nulla sul valore commerciale delle aziende ma dice che comunque esiste. In secondo luogo, afferma che il Governo italiano, prima di prendere qualunque decisione, deve fare una mappatura dello stato di fatto delle proprie realtà balneari. Balneari e non solo, visto che la sentenza riguarda tutte le attività turistico-ricreative, che in Liguria sono 4 mila. Di questi, mille e 200 sono stabilimenti balneari, mentre altri 2 mila e 800 sono chioschi bar, gelaterie, discoteche, campeggi, alberghi. Insomma, una sentenza importante, che apre delle possibilità e degli spiragli per quello che ci riguarda che porterà finalmente il Governo ad assumere una norma strutturale che possa essere definitiva e che possa permettere alle nostre aziende, alle nostre famiglie e ai nostri lavoratori di avere un futuro”.

La sentenza sembra avere un controsenso: gli stabilimenti sono pochi, quindi devono andare all’asta, in estrema sintesi. Schiappapietra chiarisce: “La Corte di Giustizia Europea dice che sicuramente devono essere promossi dei ‘momenti pubblici di giudizio’ ma che prima bisogna avere contezza di quello che è il demanio marittimo. Credo che questo sia facile da capire per chiunque: prima di prendere una decisione, bisogna conoscere l’oggetto della decisione. Noi abbiamo realtà in cui ci sono difficoltà e sovraffollamento, ma abbiamo tantissime realtà (e la Corte lo sottolinea) in cui il bene pubblico non in concessione è oltre il 90 per cento (cito la Puglia). In Liguria il 37 per cento delle spiagge sabbiose è spiaggia libera”.

Era presente all’assemblea anche il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, da sempre a fianco dei balneari, che ha affermato: “Credo che questa sentenza sia l’ennesima sconfitta della politica. Stiamo di nuovo ragionando del provvedimento di un giudice quando migliaia di aziende balneari (che sono oltre 30 mila nel nostro Paese con un milione di lavoratori) dovevano essere tutelate a suo tempo e proprio dalla politica. Indubbiamente all’interno di questa pronuncia ci sono alcune cose interessanti. Una è quella, scontata (e di nuovo: è brutto che sia un giudice a dirlo), per cui prima di applicare la direttiva servizi bisogna verificare che il bene sia scarso. Quindi ci vuole una mappatura. Una mappatura che doveva essere fatta prima di qualsiasi tipo di provvedimento o percorso. Purtroppo il nostro Paese continua a ragionare e prendere provvedimenti senza dimostrare la cosa più importante, cioè se il bene è scarso o no, stabilire quale sia la situazione; solo così si può ragionare su ‘doppio binario’ o qualsiasi altra cosa. Quello era ciò che avremmo dovuto fare all’inizio. Bene, oggi siamo obbligati a farlo. Io ho fiducia in questo Governo e spero che i tanti impegni che singolarmente sono stati presi dagli attori di questo Governo siano onorati.”

“La politica dovrebbe fare quello che non ha mai fatto, cioè cominciare a fare una verifica di quale sia lo stato dell’arte. Dall’inizio ci viene richiesta una riforma del demanio ma per riformare qualcosa devi avere perfettamente contezza di quello di cui stai parlando. Nel nostro Paese non tutte le Regioni hanno fatto il lavoro che, ad esempio, ha fatto Regione Liguria. Abbiamo, al Ministero, l’impossibilità di poter rispondere sull’attuale stato delle nostre coste. Fatto quello si possono avere gli strumenti per interloquire seriamente. Purtroppo è una cosa che avremmo dovuto fare dall’inizio. La famosa proroga al 2033 prevedeva insieme una serie di provvedimenti, di decreti attuativi che non sono mai stati fatti. Oggi siamo obbligati a farlo: è arrivato il momento di dimostrare che la politica su questo argomento è seria”, ha concluso Vaccarezza.

Da Strasburgo l‘eurodeputato della Lega Marco Campomenosi ribadisce il pensiero di Schiappapietra e Vaccarezza: “La sentenza della Corte di Giustizia europea sulla proroga delle concessioni balneari ha ribadito, conformemente a quanto già avvenuto nella sentenza Promoimpresa del 2016, il principio che l’eventuale applicazione della direttiva Bolkestein alle spiagge non può prescindere da una mappatura del litorale che stabilisca se c’è o meno scarsità della risorsa. Un approccio che la Lega porta avanti da anni. Inoltre, i giudici della Corte hanno chiarito che i criteri in base ai quali la risorsa è definita scarsa devono essere individuati dal legislatore italiano, e tenere conto delle diverse dimensioni territoriali, locali regionali e nazionali”.

“Questa sentenza aiuta a chiarire una situazione che finora è stata, in Italia, confusa e divisiva. Auspico ora che tutte le forze politiche lavorino per creare le condizioni affinché quanto espresso dalla Corte di Giustizia Europea sia messo in pratica tutelando chi ha fatto impresa, investimenti e creato lavoro nel settore balneare”.

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