Coperta corta

Sanità, Regione copre il “buco” del 2022 spostando 35mln destinati ai servizi essenziali: opposizione sulle barricate

"Toti aveva millantato il pareggio nel 2021, è la prova del fallimento di questa giunta". Il presidente: "Il disavanzo? Colpa degli ultimi tre governi, extra costi mai ristorati"

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Genova. La Regione Liguria userà i 35 milioni di euro del fondo integrativo destinato alla ripartenza della sanità post Covid, attualmente impiegati a garanzia dei Lea, per ripianare un eventuale disavanzo nell’esercizio del 2022. È quanto prevede la legge regionale approvata oggi dal Consiglio con 19 voti a favore (maggioranza di centrodestra) e 11 voti contrari.

La norma prevede che “nel caso in cui, in sede di determinazione del risultato di esercizio delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale a chiusura dell’esercizio precedente, emerga un disavanzo, i fondi di cui al comma 2 per l’esercizio in corso”, cioè quelli del fondo integrativo previsto dalla legge regionale 13 del 2021, “sono ridestinati in tutto o in parte alla copertura del disavanzo dell’esercizio precedente. A tal fine la giunta regionale è autorizzata a provvedere alle conseguenti variazioni di bilancio”. Il fondo, istituito “per dare attuazione al piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid-19”, ammontava a 46,1 milioni nel 2021 e a 35 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025. 

Di fatto, come chiarisce la disposizione finanziaria, si tratterebbe di una variazione al bilancio di previsione del 2023 per ridurre di 35 milioni le spese destinate al “finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei Lea” e spostare lo stesso importo alla voce “ripiano di disavanzi sanitari relativi ad esercizi pregressi”.

Pesanti le critiche da parte dell’opposizione. “Il documento che approviamo oggi ha un valore politico estremo – ha esordito il consigliere del Pd Enrico Ioculano, relatore di minoranza -. Questa modifica consente di usare i soldi del 2022 per colmare i disavanzi del 2022, alla faccia del pareggio di bilancio in anticipo che Toti ha millantato nel 2021. Riteniamo che destinare risorse finalizzate ad assicurare servizi sanitari del 2023 alla copertura dei disavanzi del 2022, frutto di cattive scelte e mancate scelte di questa giunta, sia un comportamento censurabile”.

“Vorrei sapere nel 2023 quali sono i Lea che non verranno garantiti con 35 milioni in meno – incalza Pippo Rossetti (Pd) -. Si graverà sulle liste d’attesa dei bambini disabili? Oppure sulle lista d’attesa degli esami diagnostici per cui bisogna attendere un anno?”. Ancora dalle fila dei dem il capogruppo Luca Garibaldi: “Voi iniziate la discussione sul piano sociosanitario dichiarando che il sistema non è in equilibrio e che si parte da meno 35 milioni, se va bene. Per due anni ci avete raccontato che il sistema è in equilibrio. Questa è la prova del vostro fallimento”. Gli fa eco il collega di partito Enrico Ioculano: “Una situazione inaccettabile, risultato delle cattive o mancate scelte operate nel corso del 2022 dalla giunta Toti. Uno scenario da noi già previsto e annunciato durante la nostra relazione al bilancio consuntivo del 2021, quando Toti esultava per un pareggio, che nei fatti, come da noi sottolineato, non c’era, perché era frutto della riduzione delle prestazioni erogate durante la pandemia e dell’aumento dei trasferimenti dallo Stato. Oggi viene presentato il conto di quanto non è stato fatto, richiedendo una riduzione del numero di prestazioni pubbliche sanitarie e socio sanitarie per colmare quello che un pareggio di bilancio non era”.

Per Fabio Tosi (M5s) “si approva questo ddl per evitare un eventuale commissariamento della sanità”, mentre Roberto Centi (Lista Sansa) teme che “l’anno prossimo arriverà una norma analoga per mantenere in pareggio l’anno corrente”. Gianni Pastorino (Linea Condivisa) chiede “meno trionfalismi” e sottolinea che “la situazione della sanità ligure è preoccupante”.

“Mi sembra poco oggettivo e ingeneroso che il dibattito non tenga conto dei dati di realtà che stanno fuori dai dati di quest’aula – ha replicato il presidente Giovanni Toti alle accuse della minoranza -. L’operazione che facciamo oggi sul disavanzo della Regione Liguria è stata compiuta negli ultimi mesi da molte altre regioni in modo assai più significativo. Viene fatto con finanze della legge di stabilità 2023 ed è il segnale che la Liguria ha avuto una politica di bilancio assai attenta”.

“Il disavanzo – ha proseguito Toti confermando la situazione paventata dalla legge approvata oggi – lo sappiamo tutti da cosa dipende: proviene dalla gestione degli ultimi tre governi della Repubblica, da cui la Conferenza delle Regioni, quando era ancora guidata da Bonaccini, poi con la gestione nuova, non è mai riuscita ad avere una risposta soddisfacente a una serie di questioni che riguardano soprattutto la sanità. L’aumento dei costi energetici ha inciso e mai è stato ristorato fino in fondo, i costi Covid che le Regioni si sono sobbarcate non hanno mai avuto un totale ristoro, poi l’inflazione, il costo delle materie prime: la sequela di fattori che ha inciso sul bilancio della sanità ha comportato per tutte le Regioni un impegno economico superiore a quello che è stato ristorato loro con manovre specifiche e col fondo sanitario nazionale”.

“Il tema del disavanzo delle Regioni – ha detto ancora il governatore – è stato affrontato da tutte le amministrazioni di questa Regione. Evito di tornare sulla duplice cartolarizzazione che ancora grava sulle casse di Arte Genova per molte decine di milioni aggravati dai tassi di interesse. La possibilità di utilizzare risorse del bilancio regionale per sopperire a costi aggiuntivi della sanità dimostra solidità di bilancio, non andiamo a fare operazioni di finanza creativa, credo che questo sia il tema della legge oggi in discussione. Non credo che la Liguria faccia eccezione – ha concluso Toti – e non credo che la Liguria guidi lo sfascio della sanità italiana, che non è sfasciata. E siccome ha molti problemi, e non li risolverà tutti la giunta Toti né credo che il Governo abbia la killer application, ci vorrebbe un po’ di prudenza, perché poi con la pallina che gira tutti si trovano ad affrontare gli stessi problemi e la chiave della retorica distruttiva non aiuta ad affrontare i problemi e talvolta lascia col cerino in mano”.

Preoccupazione dalla Cgil: “E’ necessario che si convochi subito un tavolo con le Organizzazioni sindacali per fare chiarezza su come questa variazione di bilancio inciderà sulla condizione oggettiva delle persone. I livelli essenziali di assistenza sono necessari per garantire alla popolazione il diritto e l’accesso alla cura e all’assistenza che, proprio in questo momento, dovrebbero essere rafforzati e resi fruibili su tutto il territorio regionale. In Liguria c’è una parte di popolazione che non riesce più a curarsi: liste di attesa ingiustificate e insopportabili per alcuni servizi di diagnostica, permanenze improprie ai pronto soccorso, cittadini costretti ad operarsi fuori regione, tutti elementi che determinano una condizione di forte disagio e alla quale bisogna porre rimedio”.

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