Gestione

Sanità, il presidente Toti in Consiglio regionale: “Pronti a sopperire i costi aggiuntivi”

Modifiche alle misure per l’attuazione della ripresa e resilienza ligure

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Liguria. Con 19 voti a favore (maggioranza) e 11 contrari è stato approvato il Disegno di legge 152 “Modifica all’articolo 10 della Legge regionale n.13 del 9 agosto 2021, (Impostazione delle misure finalizzate all’attuazione della ripresa e resilienza ligure)”.

Il provvedimento modifica l’articolo 10 relativo alle misure di efficientamento del Servizio Sanitario Regionale che, per attuare il Piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid 19 e sostenere la spesa sanitaria corrente, ha previsto l’istituzione di un Fondo Integrativo aggiuntivo destinato alle aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale. L’intervento normativo integra lo stesso articolo 10 stabilendo che nel caso in cui, in sede di determinazione del risultato di esercizio delle aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, a chiusura dell’esercizio precedente emerga un disavanzo, le risorse dello stesso Fondo Integrativo aggiuntivo corrente per l’esercizio di riferimento vengano ridestinate, in tutto o in parte, alla copertura del disavanzo dell’esercizio precedente. Il disegno di legge prevede, come prima applicazione, l’utilizzo delle risorse del Fondo integrativo aggiuntivo per l’anno 2023 a copertura del disavanzo dell’esercizio 2022 delle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale per un totale di 35 milioni.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti presidente), presidente della I Commissione Affari generali, istituzionali e Bilancio, ha illustrato la relazione di maggioranza. “Con questo provvedimento la Regione intende rispondere all’esigenza di consentire alla Giunta regionale la possibilità di effettuare le variazioni di bilancio – ha spiegato – necessarie a fornire la copertura ad eventuali disavanzi sanitari, in ottemperanza del decreto legislativo 502 del 1992 e della legge 311 del 2004. L’intervento normativo, più nel dettaglio, incide sull’articolo 10 della legge regionale n.13 che ha previsto l’istituzione di un Fondo Integrativo aggiuntivo corrente, destinato alle aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale volto a dare attuazione al Piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid-19 e a sostenere la spesa sanitaria corrente”.

Il presidente ha quindi spiegato le finalità del disegno di legge: La possibilità di utilizzare risorse del bilancio regionale per andare a sopperire a costi aggiuntivi della sanità dimostra solidità di bilancio: non andiamo a vendere o a cartolarizzare, non andiamo a svolgere operazioni di finanza creativa, semplicemente utilizziamo la nostra capacità di bilancio per fare fronte a spese sostenute per la sanità, e quindi per i servizi ai cittadini”.

“L’intervento prevede, quale prima applicazione, l’utilizzo delle risorse del Fondo integrativo aggiuntivo per l’anno 2023 a copertura del disavanzo dell’esercizio 2022 delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. In sede di esame da parte della I Commissione – ha aggiunto – sono stati presentati ed esaminati quattro emendamenti del consigliere Stefano Balleari (Fratelli d’Italia), che introducono modifiche alla legge regionale 4 del 2022, sulla disciplina dell’organizzazione amministrativa e della dirigenza di Regione Liguria, per adeguare il testo normativo alle previsioni del CCNL 2019- 2021 del comparto Funzioni Locali in relazione alla possibilità di delegare l’esercizio di funzioni dirigenziali, implicante anche la firma dei provvedimenti finali, ai titolari di incarichi di elevata qualificazione, colmando, altresì, un vuoto normativo esistente”.

“L’operazione che andiamo a compiere oggi sul disavanzo di Regione Liguria – aggiunge Toti – è una operazione che molte regioni hanno fatto negli ultimi mesi in modo assai più significativo rispetto a quello che sta avvenendo qui, e che viene fatta con finanze della legge di stabilità 2023, ovviamente secondo quanto la legge ci consente di fare. Si tratta di un segnale di come Regione Liguria abbia avuto una politica di bilancio assai attenta, avendo risorse da investire per poter colmare questo disavanzo. Il pareggio di bilancio conseguito nel 2020 è reale e certificato dal Tavolo di monitoraggio, che ha anche verificato che la Regione ha garantito i Lea ai propri cittadini”.

“Il disavanzo delle regioni – precisa Toti – deriva dalla gestione degli ultimi tre Governi nazionali che si sono succeduti, dai quali la Conferenza delle regioni non è mai riuscita ad avere una risposta soddisfacente su una serie di situazioni oggettive che riguardano anche e soprattutto il mondo della sanità: l’aumento dei costi energetici evidentemente ha inciso e non è mai stato ristorato fino in fondo, i costi Covid, che le regioni hanno caricato sui loro bilanci durante l’emergenza non hanno mai avuto un totale ristoro da parte dei Governi della Repubblica che si sono succeduti. A questo si può aggiungere il tasso di inflazione e il costo delle materie prime: è di tutta evidenza che la sequenza di fattori che hanno inciso sul bilancio della sanità, un bilancio molto variegato e che ha più voci di spesa, hanno comportato per tutte le regioni un impegno economico superiore a quello che è stato ristorato loro con le manovre specifiche, e certamente superiore agli aumenti stabiliti per il Fondo sanitario nazionale”.

I costi sostenuti da Regione Liguria, sulla base del conto economico, per far fronte alle necessità legate al Covid e all’aumento dei costi dell’energia è stato, nel 2022, di circa 112 milioni di euro. I trasferimenti dallo Stato per coprire questi costi ammontano, sempre nel 2022, a circa 48 milioni di euro.

“Il tema del disavanzo delle regioni – conclude Toti – è qualcosa che tutte le amministrazioni hanno affrontato. In questa regione, negli anni passati, con una duplice cartolarizzazione si è azzerato per due volte non avendo risorse disponibili a bilancio, a differenza di quanto avviene con la nostra oculata gestione”.

Il presidente della I Commissione ha ricordato che l’articolato del disegno di legge è stato esaminato dalla stessa Commissione nella seduta di ieri e, dopo una approfondita discussione, è stato approvato insieme agli emendamenti ad ampia maggioranza e ha auspicato l’approvazione da parte del Consiglio regionale.

Enrico Ioculano, vicepresidente della I Commissione Affari generali, istituzionali e Bilancio, ha illustrato la relazione di minoranza e ha definito il testo “il risultato da una tardiva politica sanitaria portata avanti negli ultimi otto anni dalla giunta regionale”. Nello specifico Ioculano ha spiegato: “Queste disposizioni sono necessarie come misura emergenziale per impedire, in sede di verifica al Tavolo degli adempimenti regionali (Tavolo Adduce), la certificazione del disavanzo sanitario per il 2022 e l’avvio delle procedure che, in assenza di altri strumenti di copertura quali tagli alle spese correnti non sanitarie, hanno come esito l’innalzamento al massimo livello delle aliquote fiscali locali IRPEF e IRAP”.

Secondo il consigliere “lo scenario che ha condotto alla necessità di adottare questa misura è la presa d’atto nel 2022 dell’impossibilità di riuscire a governare la dinamica dei costi di produzione dei servizi e l’incapacità di arrestare l’emorragia della mobilità passiva, che sottrae risorse al finanziamento statale del sistema ligure. Contrariamente agli esercizi precedenti, infatti, il disavanzo registrato per il 2022 – ha precisato – ha già “bruciato” le risorse fiscali derivanti dal gettito delle imposte di competenza del 2022 che, evidentemente, sono incapienti rispetto alla dimensione dello scostamento tra risorse disponibili e spese al quale occorre dare copertura. Copertura che, quindi, deve essere integrata con le risorse che deriveranno dal gettito impositivo ligure del 2023 e che è possibile anticipare soltanto attraverso questa modifica legislativa”.

Ioculano ha rilevato, infine, che quanto viene proposto potrebbe essere oggetto di censura per l’idoneità di risorse future non accertate alla copertura di disavanzi consolidati di anni precedenti, da parte del Governo e in sede europea.

Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) ha chiesto all’attuale assessore alla Sanità Angelo Grattarola quali misure adotterà per scongiurare l’aumento dell’aliquota regionale Irpef per recuperare i 35 milioni impegnati nel disegno di legge per coprire il disavanzo 2022.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha ribadito le perplessità espresse dal collega del gruppo confermando il parere contrario circa l’utilizzo dei 35 milioni per sanare il disavanzo 2022.

Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha ricordato che occorrono fondi per attuare misure per contrastare la mobilità sanitaria passiva e ha paventato che la sottrazione di 35 milioni provocherà un calo delle prestazioni sanitarie.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha chiesto al presidente della giunta con delega al Bilancio Giovanni Toti e all’assessore alla sanità Angelo Gratarola come sarà colmato lo spostamento di fondi e se la manovra finanziaria di fine anno imporrrà nuove imposte.

Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha domandato, retoricamente, se si tratti di un disavanzo sanitario 2022 contingente o strutturale precisando che, quando il pareggio è stato raggiunto, è avvenuto solo risparmiando sulle prestazioni.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha sottolineato le carenze dell’assistenza nei reparti di pronto soccorso, la mobilità sanitaria passiva e il ricorso crescente alla sanità privata. Il consigliere ha chiesto più capacità previsionale da parte della giunta.

Il presidente Toti ha replicato che “è stata la sequenza di più fattori a incidere sul bilancio della sanità, che ha comportato per le Regioni un impegno economico superiore a quello che è stato poi ristorato con manovre specifiche”. Toti ha poi ricordato alcune manovre finanziarie per riequilibrare i conti della sanità ligure messe in atto dalle precedenti giunte, che hanno coinvolto anche ARTE.

“La Liguria non fa eccezione nella gestione della sanità italiana, non è sfasciata e ci vorrebbe più prudenza per descrivere la situazione perché la retorica un po’ distruttivista non aiuta a risolvere i problemi in quanto la sanità, che è un patrimonio comune, va affrontata in modo equilibrato”.

E in merito alle critiche del PD: “Certo fa sorridere che il Partito Democratico ritenga inaccettabile un disavanzo di 35 milioni di euro. Peccato che durante i 10 anni di amministrazione regionale di centrosinistra, il sistema non è mai stato in pareggio: anzi dal 2007 al 2010 è stato in piano di rientro e, usciti dal piano di rientro, nel 2012 il disavanzo è stato di quasi 130 milioni. Ci vuole coraggio, poi, a sostenere che fughe e liste d’attesa fossero paragonabili a quelle attuali” ha concluso il presidente della Regione Liguria.

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