Ordine del giorno

Salario minimo, bocciata la proposta del PD in Consiglio regionale

"Per Toti e la sua Giunta, il salario minimo non è la priorità". La replica dell'assessore Sartori: "Sanzionare datori di lavoro che non rispettano contratti"

consiglio regionale

Liguria. Con 11 voti a favore ( minoranza e Gruppo misto) e 17 contrari è stato respinto l’ordine del giorno 738, presentato da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e sottoscritto dai colleghi del gruppo e, in aula, da Stefano Anzalone (Gruppo misto), che impegna la giunta a sollecitare il Parlamento e il Governo a proseguire l’iter legislativo del salario minimo, avendo a riferimento i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali, come nel contrasto della povertà, nella difesa della dignità dei lavoratori, nella tutela della legalità, per giungere in tempi rapidi ad una legge che metta fine allo sfruttamento e contribuendo al complessivo innalzamento dei livelli retributivi e, conseguentemente, al miglioramento della qualità della vita di molte persone, alla crescita dell’economia e alla coesione sociale.

L’assessore al lavoro Augusto Sartori ha rilevato che il documento fa riferimento a competenze che non sono della Regione e ha espresso parere contrario.

Nella successiva discussione sono intervenuti Selena Candia e Ferruccio Sansa del gruppo Lista Ferruccio Sansa president), Fabio Tosi (Mov5Stelle), Veronica Russo (FdI), Stefano Anzalone (Gruppo misto), Davide Natale (Pd-Articolo Uno), Gianni Pastorino (Linea condivisa).

“L’assessore Sartori nega l’urgenza di rivedere i salari e di introdurre un salario minimo. Forse Toti e la sua giunta dimentica che secondo i dati Ocse l’Italia è l’unico Paese europeo in cui i salari tra il 1990 e il 2020 sono diminuiti, a fronte di un aumento esponenziale dell’inflazione e del costo della vita” afferma il capogruppo del Partito Democratico Luca Garibaldi dopo la votazione in aula del suo ordine del giorno.

“Il tema del salario minimo è uno strumento di protezione del lavoro ed è un tema che non può essere rinviato. È un modo per contrastare la povertà. Ma invece di agire per accelerare al procedura di approvazione di una forma di salario minimo, che riteniamo sia uno strumento indispensabile per contrastare paghe ingiuste, la Giunta dice no e rimane immobile, nonostante le evidenze chiedano di agire in senso opposto” conclude l’esponente Dem.

“In Italia i contratti di lavoro esistono e sono frutto della contrattazione tra sindacati ed enti datoriali e non è col salario minimo che si risolve il problema degli stipendi bassi. Se la sinistra lo ritiene così necessario avrebbe potuto introdurlo già nei tanti anni in cui è stata al governo” ha replicato Sartori.

“Sono invece necessari maggiori controlli e sanzioni da parte dell’Ispettorato del lavoro e della Guardia di Finanza perché chi non rispetta nessuna regola e sfrutta i lavoratori non è un imprenditore ma un delinquente”.

“Per aumentare invece il potere di acquisto dei lavoratori, diminuito in questi ultimi tempi forse proprio per i troppi anni di malgoverno del Pd e dei suoi storici alleati, il governo attuale sta lavorando quotidianamente – prosegue l’assessore – Proprio nella data simbolo del primo maggio si terrà un Consiglio dei Ministri dedicato a questo delicatissimo tema”.

“Ė con il taglio del cuneo fiscale, unito ad altre misure sistemiche, che si possono risolvere i problemi e non con i bonus una tantum che fanno tanto spot elettorale”, conclude Sartori.

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