Fame di calcio

Dal Finale con Buttu alla Primavera del Genoa con Agostini. Il percorso di Vincenzo Sgambato: “Vivo ogni giorno al massimo”

Avventura condivisa con un Debenedetti sempre più goleador. Tutto a gonfie vele finora: "Creare valore non è semplice, noi ci stiamo riuscendo"

Generico aprile 2023
Foto Genoa CFC

Genova. Fino ad un anno fa dirigeva il settore giovanile del Finale, allenando la Juniores e alcune leve giallorossoblù, oggi è il vice di Alessandro Agostini nella Primavera del Genoa. Vincenzo Sgambato, classe 1988, è uno dei nuovi volti della zona che più ha impressionato a livello di conoscenze calcistiche, influenzate da una corrente di pensiero prettamente moderna. Da giocatore un difensore diligente e carismatico, da allenatore ha sempre mantenuto la sua determinazione con l’obiettivo di migliorarsi sempre. Nei suoi quattro anni di esperienza in quel di via Brunenghi, avvistarlo al Borel era talmente frequente che sembrava proprio fosse quella la sua reale abitazione. Ma quest’estate è nata una possibilità importante per la sua carriera e così, dopo essere stato chiamato per la leva Under 18, con la promozione di Gilardino in Prima Squadra ne è nata una nuova a dicembre: vincere il campionato con la squadra di Alessandro Debenedetti, sua recente conoscenza finalese. Per ora tutto a gonfie vele con il primato e i sei punti di distanza, ma Sgambato non vuole accontentarsi mai di vivere e imparare dal calcio.

Mister, quando sono nati i primi contatti per entrare all’interno del mondo Genoa?

Tutto è nato intorno a fine febbraio 2022, quando il responsabile del settore giovanile Sbravati mi aveva chiamato per delle prime informazioni, dicendomi a fine telefonata che ci saremo risentiti per un’altra chiacchierata. Ci sono stati altri due o tre contatti per poi fare un vero e proprio colloquio e così a fine luglio c’è stata la definizione del rapporto.

Poi c’è stato un cambio importante a dicembre con il tuo passaggio in Primavera per affiancare Agostini..

Ringrazio la società per l’opportunità che mi ha dato, un attestato di stima importante nonostante sia al primo anno in un ambiente del genere come allenatore. Sono veramente contento e orgoglioso di questa scelta.

Cosa puoi dire di mister Ruotolo, l’allenatore a cui facevi da vice nell’Under 18?

Una persona dai principi di vita importanti con la quale c’è sempre stato un ottimo rapporto. Nel calcio ci sono cose che si possono condividere o meno a livello di campo, ma per creare il contesto giusto è bello coltivare dei bei rapporti e con lui non ci sono mai stati problemi.

Com’è stato l’ambientamento in rossoblù?

Ho avuto la fortuna di far parte di contesti professionistici già da piccolo, quindi già sapevo a cosa sarei andato incontro: la professionalità, l’organizzazione, i rapporti con le persone per poter portare avanti sia l’obiettivo societario con i risultati sia la crescita dei ragazzi.

Eri presente alla giornata di presentazione delle varie squadre al Ferraris. Immagino che l’emozione sia stata tanta..

Assolutamente sì perché è proprio da questi eventi che si capisce la passione e la voglia che ha la gente di Genova di vedere la propria squadra. Vedere uno stadio pieno in un campionato di Serie B non è da tutti. Mi auguro che il Genoa possa tornare nella massima serie del calcio italiano perché è quello che merita e, con la sterzata data da Gilardino, sta andando dritto verso quell’obiettivo.

La società sta dando molta importanza al Settore Giovanile, anche sotto il profilo social. Lo si percepisce all’interno dell’ambiente?

L’ho percepito sin dal primo giorno. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto quando si parla di crescita. La vittoria fa arrivare al campo i ragazzi con un altro piglio, potendo lavorare al meglio. Ci sono tanti ragazzi che sono diventati giocatori e soprattutto uomini all’interno del Genoa, come per esempio Perin, El Shaarawy, Sturaro e molti altri. Anche noi siamo molto seguiti dalla società che non ci fa mai mancare niente, un aspetto che alimenta la voglia di migliorarci tutti i giorni.

Già con il lavoro svolto da Gilardino, la Primavera del Genoa è sempre sembrata la squadra schiacciasassi del campionato..

Mi sento di aggiungere che nel calcio non esiste nulla di scontato. All’inizio dell’anno è normale partire con determinati obiettivi, poi le partite vanno giocate e vinte con un lavoro importante alle spalle. Forse i punti di distacco dalla seconda potevano essere di più, o forse di meno, però abbiamo raggiunto anche una semifinale di Coppa Italia. Tutto questo ha dato maggiore importanza a questa stagione, aldilà dell’aspetto del risultato, guardando l’evidente crescita di tutto il gruppo squadra. Creare valore non è semplice, ma noi ci stiamo riuscendo.

A proposito del tecnico biellese, hai avuto modo di conoscerlo?

Ho avuto l’idea di una persona umile, che vive di calcio con passione e determinazione. Ha dato una sterzata importantissima e merita molto per aver creato entusiasmo attorno alla squadra. Gli auguro davvero il meglio.

Che tipo di campionato è quello di Primavera 2?

Quando le altre squadre affrontano il Genoa cercano sempre di fare la partita della vita. Quindi si può partire con i favori del pronostico, la classifica poi lo può confermare, però c’è da giocare sempre contro chi mette il 110% e bisogna considerare che le difficoltà possono nascere in qualunque momento.

Qual è il tuo contributo all’interno dello staff tecnico?

Io vivo il calcio in maniera molto passionale. Mi sono messo a disposizione in tutto e per tutto e confrontarmi con mister Agostini è un grande modo per crescere. Oltre a condividere gli aspetti di calcio, con lui c’è una bella sintonia e un dialogo continuo che aiuta a portare avanti il progetto. Ho trovato una persona che ha valori umani importanti con tanta competenza nelle sue idee calcistiche. In Primavera le informazioni sono tante e bisogna vederle in maniera più dettagliata, così da tenere aggiornati i giocatori guadagnando credibilità nel percorso di crescita. Io comunque sto vivendo questa esperienza con la stessa determinazione che ho sempre avuto.

Quest’anno hai avuto modo di ritrovare Debenedetti, esploso definitivamente lo scorso anno a Finale. Cosa pensi della sua stagione finora?

Alessandro si è meritato questa possibilità e non poteva trovare contesto migliore per esprimere ancora di più le sue qualità. Lo ha dimostrato l’anno scorso, lo sta continuando a fare quest’anno. Sta facendo bene ma deve andare avanti perché nel calcio è importante dare continuità. Lui essendo un attaccante vive per il gol oltre alle prestazioni. Gli auguro di fare ancora meglio di ciò che sta facendo e di poter guadagnarsi un futuro roseo che è quello che merita.

E del tuo ex vice in Juniores, Luca Spadoni, cosa dici?

Ci confrontiamo su tante cose e il rapporto è continuato. Sono contento dell’esperienza che sta passando, soprattutto se si pensa che la sta trascorrendo a fianco di mister Chiappino, una persona che per il Genoa significa molto.

Il momento più bello da quando sei al Genoa

La chiamata per affiancare mister Agostini. Ho pensato potesse essere un altro step di crescita importante e farlo con un allenatore del genere mi ha motivato molto.

Il Finale quest’anno lo hai vissuto poco ma lo hai continuato a seguire da lontano. Una stagione da dimenticare per la squadra giallorossoblù..

Dopo aver vissuto tanti bei momenti mi dispiace vederlo in questa brutta situazione. Mi auguro che la retrocessione non porti scoramento ma che invece possa rappresentare un punto di partenza, un vero e proprio anno zero guardando anche ai propri giovani. La Juniores è composta da ragazzi di valore calcistico e umano, sono convinto che possano aiutare la società a ripartire al meglio.

Qual è il principale obiettivo nel lavoro in un club dilettantistico?

In quei contesti spesso si coinvolgono volontari e non si possono fare richieste di un certo tipo. Quindi è fondamentale creare un ambiente con le persone giuste che abbiano in testa degli obiettivi ben precisi. Credo che questa sia una scelta più importante nei contesti dilettantistici rispetto che in in quelli professionistici. Ciò che importa davvero è la crescita dei ragazzi, bisogna sempre dargli una possibilità. Non tutti arriveranno a giocare in Serie A ma tutti devono essere dei buoni cittadini con principi e valori importanti. Che quest’ultimo punto sia accompagnato a piccoli obiettivi nel calcio dilettantistico è qualcosa che reputo importante.

Quali sono i tuoi idoli prima da giocatore e adesso da allenatore?

Da giocatore non ne avevo uno preferito perché cercavo di guardare il calcio a 360°, rubando a destra e a manca. Anche come allenatore ce ne sono davvero tanti che ammiro nel loro ideale di calcio. De Zerbi, per esempio, lo seguo dai tempi di Foggia siccome ho giocato anche lì. Mi piace e sono contento che stia facendo bene anche al Brighton.

Dove vuoi arrivare da questa avventura che stai passando?

Il mio desiderio è sempre lo stesso da quando sono entrato nella famiglia Genoa. Poi certo che si punta alla promozione in Primavera 1, dev’essere importante per tutti. Ogni giorno lo vivo al massimo cercando sempre di pormi obiettivi tutti i giorni per mettere un pezzettino di più al mio percorso di crescita. Quindi penso a vivermi il presente, per il futuro si vedrà.

 

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