Albissola Marina. Un camper del 1981, diverse tavole da surf, tappetini di yoga, uno skate, un po’ di provviste, libri, macchine fotografiche, un violino. Da Albissola Marina alla Spagna, per arrivare in Africa, 7mila chilometri già percorsi, 13mila stimati ancora da fare per concludere il giro e rientrare in Liguria, per un totale di 20mila. E’ questo il viaggio in cui si sono avventurati Sabrina Giordano, 37 anni, genovese, di Sestri Ponente e Gabriele Palmato, 32 anni, savonese, di Albissola Marina.
Lui fotografo ai matrimoni e istruttore di surf, da anni passa i mesi invernali in giro in camper, lei, invece, ha cambiato vita dopo il Covid: “Lavoravo in una società finanziaria a Genova, ma il lockdown è stato determinante per decidere di licenziarmi. Così ho fatto un passo in avanti e ho iniziato a fare l’istruttrice di yoga”.
Da sempre viaggiatori, Gabriele passava tutti gli inverni in van prevalentemente nella zona europea tra Spagna, Portogallo. Entrambi hanno fatto molte esperienze con “zaino in spalla”: lui tra India, Tailandia, Perù, Canada, Costa Rica e lei Bali, Polinesia, Kenya, Europa, Turchia.
Inizialmente l’idea di Sabrina e Gabriele era quella di stare alle Canarie per la stagione autunnale e invernale in camper, fino a quando lui ha proposto di partire per il Marocco e proseguire il loro viaggio in Africa. Da qui inizia la seconda parte dell’avventura oltre i confini europei: “Abbiamo girato il Marocco in lungo e in largo e ora proseguiamo verso la Mauritania – ha raccontato entusiasta Sabrina -. Il programma è quello di stare lì una decina di giorni e fare free camping insieme a due conoscenti che hanno un 4×4. Vorremmo visitare Cinguetti, dove c’è la biblioteca musulmana coranica, avere confronti con la popolazione nomade e arrivare al lago con i coccodrilli bianchi”.
Ma il viaggio non sarà ancora concluso: ad aspettare Sabrina e Gabriele ci sono il Senegal, il Gambia fino ad arrivare nell’Africa Subsahariana.

A colpire positivamente la coppia, l’accoglienza e la gentilezza delle popolazioni locali: “Non hanno niente, ma davvero niente, e hanno condiviso con noi il loro cibo, ci hanno preparato i loro piatti tipici”. Per Gabriele anche l’occasione per scattare fotografie particolari e imparare a surfare nuove onde: “Grazie all’aiuto di un ragazzo del posto è riuscito a cavalcare un’onda molto difficile”.
Il viaggio è caratterizzato da un confronto costante e un contatto stretto con i nativi dei luoghi che di volta in volta i due ragazzi visitano. Sabrina ricorda due episodi che le sono rimasti nel cuore: “Gabriele – racconta – ha regalato una tavola che lui usava da bambino a una scuola di surf gestita da un ragazzo e nata per riuscire a togliere i bambini dalla strada. Emozionante anche quando il mio fidanzato ha regalato alcune foto scattate a giovani surfisti e in cambio loro hanno offerto un pranzo tipico del posto preparato dalla loro mamma”.
Un viaggio che ha il sapore di avventura e che richiede capacità di adattamento anche per le difficoltà che comporta la vita in camper per molti mesi: “Dobbiamo stare attenti a centellinare elettricità e acqua, abbiamo dei pannelli solari sul mezzo ma sono vecchi e l’acqua la riusciamo a ricaricare solo in qualche campeggio che troviamo lungo la strada. Va usata con misura”.

Per la stagione turistica ligure i due giovani torneranno a casa e rimarranno in trepidante attesa di ripartire per il viaggio successivo terminata l’estate: “Quest’anno valuteremo dove andare, se ritornare negli stessi posti o sperimentare nuove rotte, ma è certo che ripartiremo”, ha concluso Sabrina.