Liguria. “In questi giorni alcuni esponenti politici avevano preannunciato che oggi vi sarebbe stato un ‘parere motivato’ nella procedura di infrazione aperta sulla questione balneare. E questo ipotetico ‘parere’ era stato con enfasi definito: ‘ultimatum’ (sic!). La Commissione europea nel ‘pacchetto infrazioni’ deciso, oggi, nei confronti dell’Italia ha, invece, avviato altre quattro procedure di infrazione e inviate due ulteriori ‘pareri motivati’ in procedure già formulate. Nessuna riguarda la categoria degli imprenditori balneari”. Lo afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio.
Nelle scorse ore fonti Ue avevano fatto sapere che la Commissione europea aveva fatto pressioni affinché Roma si allineasse con la direttiva Bolkestein nel campo delle concessioni balneari: la questione “deve essere risolta urgentemente”, facevano sapere fonti Ue, riferendo che Bruxelles è pronta a inviare un parere motivato con la richiesta all’Italia di conformarsi “entro due mesi”. Di conseguenza la premier Giorgia Meloni si era “impegnata a presentare all’Ue proposte molto rapidamente”, riferivano le fonti.
Giovedì intanto è attesa una nuova sentenza da parte della Corte di giustizia Ue che, viene sottolineato, “potrebbe avere conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione”.
“Così come nelle scorse settimane – ha continuato Capacchione – e, con buona pace dei soliti ‘uccelli del malaugurio’, nessun rilievo sui balneari è stato sollevato dalla Commissione europea in riferimento al PNRR. La portavoce della Commissione europea, anzi, lo scorso 23 gennaio è stata costretta a chiarire ufficialmente che le concessioni balneari non rientrano nel PNRR. La Commissione europea ha un comportamento molto più responsabile di tanti nostri esponenti politici tanto superficiali, quanto irresponsabili. Conosciamo perfettamente, e da sempre, la difficoltà di trovare una soluzione corretta ed efficace al ‘problema balneare’ che riguarda, è vero, gli operatori attualmente operanti, ma anche e soprattutto il nostro Paese che rischia di perdere un settore strategico e di successo della propria economia. Distruggerlo – come taluni vorrebbero – sarebbe un colossale errore storico”.
“Siamo determinati ad evitare che ciò possa accadere – ha concluso il presidente del Sindacato che associa 10.000 imprese balneari in tutta Italia – Dovrebbero farlo tutti i rappresentanti delle Istituzioni del nostro Paese invece di strumentalizzare la questione a fini politici o di bieca propaganda”.