Provincia. Non c’è pace per l’Ato idrico savonese e APS – Acque Pubbliche Savonesi: questa mattina si è consumato l’ennesimo scontro all’interno del CdA della società che dovrebbe gestire il ciclo delle acque e della depurazione. Nel mirino ancora una volta il presidente Nanni Ferro, che avrebbe inoltrato la documentazione aziendale e di possibile nuova regolamentazione solo nel tardo pomeriggio di ieri.
Per questo sia la presidente della Servizi Ambientali, Barbara Balbo, che quella di Sca srl, Emanuela Preve, hanno chiesto un rinvio della seduta per analizzare meglio i contenuti proposti. Una richiesta, però, che ha trovato la ferma opposizione del presidente Ferro, che si è rifiutato di rinviare il Consiglio di Amministrazione. A questo punto è arrivata la richiesta formale di mettere in votazione il medesimo rinvio, ma anche in questo caso la procedura è stata stoppata dallo stesso Ferro. Così le due rappresentanti delle aziende territoriali si sono alzate dal tavolo abbandonando il CdA e contestando formalmente il modus operandi del presidente.
Non è la prima volta che qualcuno contesta a Ferro di aver inviato la documentazione all’ordine del giorno del Consiglio di Amministrazione solo poche ore prima della seduta: contestazioni simili sono state mosse solo pochi giorni fa dai sindaci di Loano e Borghetto (Luca Lettieri e Giancarlo Canepa), e prima ancora da quello di Alassio Marco Melgrati che anche per questo aveva chiesto le dimissioni di Ferro.
Dunque ancora bagarre per il futuro dell’Ato idrico, mentre i Comuni e soci dell’assemblea sono alle prese con la ricerca di una soluzione operativa che permetta di far vivere Acque Pubbliche Savonesi dopo il No di Alassio alla fusione aziendale vera e propria. Al vaglio sotto il profilo tecnico e giuridico la forma del Consorzio, che permetterebbe di procedere con l’affidamento in house del servizio idrico integrato salvaguardando l’autonomia delle singole società locali, come era stato richiesto dalla stessa Sca srl.
Era stato il sindaco di Savona Marco Russo a proporre un percorso condiviso per definire il nuovo assetto gestionale, con riferimento alla consulenza in atto per stabilire la formula migliore e idonea sul nuovo soggetto unico per l’Ato savonese. Una iniziativa, però, solo in parte apprezzata dagli altri sindaci direttamente coinvolti nella vicenda, con Lettieri (Loano) e Canepa (Borghetto) che, pur apprezzando la volontà di mediare e conciliare le diverse posizioni, avevano chiesto un cambio di rotta per la stessa APS e le modalità operative del presidente Ferro.
Ora, dopo lo scontro di questa mattina, potrebbero aprirsi altri scenari: la spaccatura tra Ferro e i ponentini sembra ormai insanabile a causa di quelli che Canepa e Lettieri hanno definito “atteggiamenti dirigisti” del presidente, e gli sviluppi di oggi non fanno che rendere ancora più scomoda la posizione del sindaco di Savona, Marco Russo, rimasto ormai unico “sponsor” del manager. E c’è già chi vocifera di una richiesta di dimissioni di Ferro pronta per essere compilata da Balbo e Preve qualora il presidente non si faccia da parte spontaneamente.
Senza contare che con il nulla di fatto odierno resta in stand by una possibile convocazione dell’assemblea dei soci di APS, propedeutica a quella che dovrà essere il nuovo atto amministrativo a livello provinciale sulla governance di acqua e depurazione. E con il tempo che stringe sempre di più (la scadenza per completare l’iter ed evitare il rischio privatizzazione è il 31 dicembre), non è certo una buona notizia.