Indispettiti

Aps, Canepa: “Lettera di Russo autocelebrativa, proposte ok ma basta forzature”. Lettieri: “Ferro dirigista può compromettere il lavoro”

Critiche le posizioni dei sindaci di Borghetto e Loano dopo le proposte del collega di Savona: sotto accusa finiscono Nanni Ferro e le "continue forzature in seno al CdA di Aps"

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Borghetto/Loano. “La lettera di Russo, al netto di tutta una parte pleonastica e di una parte auto celebrativa che, a mio avviso, si sarebbe potuta evitare perché poco utile al raggiungimento dello scopo, mette nero su bianco quanto da tempo avevamo suggerito come possibile compromesso io e il mio collega di Loano Lettieri e che è poi emerso nell’ultimo incontro avvenuto ad Alassio”. Così il sindaco di Borghetto Santo Spirito, Giancarlo Canepa, commenta la lettera ricevuta due giorni fa dal sindaco di Savona Marco Russo con le proposte per raggiungere un accordo definitivo con il Comune di Alassio in merito alla “fusione” delle tre aziende che oggi gestiscono l’acqua pubblica in provincia in un’unica realtà, Aps (Acque Pubbliche Savonesi).

Nel documento Russo propone (per placare le perplessità di Alassio sui bilanci) la modifica del Piano Annuale 2023 per consentire l’incasso delle bollette dell’acqua alle tre aziende comprensoriali già esistenti (Sca srl, la Servizi Ambientali e il Consorzio savonese di Depurazione), e l’affidamento a una società di consulenza di uno studio – da realizzare entro luglio 2023 – per capire come unificare i tre soggetti territoriali senza una fusione societaria vera e propria. Sarebbe questa la strada maestra per portare a casa il processo di unificazione della gestione dell’acqua pubblica entro il 31 dicembre 2023, data limite per dare piena operatività ad Aps (Acque Pubbliche Savonesi) senza rischiare un bando di gara che aprirebbe alla privatizzazione.

“Nel merito degli indirizzi contenuti nella lettera – commenta Canepa – e in particolare sulla cessione della bollettazione ad Aps con incassi incanalati alle tre società, sulla ricapitalizzazione di Aps nelle forme possibili e sulla valutazione consapevole di una possibile gestione unitaria dell’Ato che non sia per forza la fusione ma che sia comunque legittima, seria ed efficace, sono assolutamente d’accordo. Spiace però rilevare, come se la mano destra non sapesse cosa fa la sinistra, che i buoni propositi di Russo facciano il paio con continue forzature in seno al CdA di Aps, l’ultimo avvenuto ieri dove il presidente Nanni Ferro ha chiesto l’approvazione di un documento incompleto in alcune parti e che comunque gli altri consiglieri avevano potuto visionare solo il giorno precedente senza avere il tempo di poter fare gli opportuni approfondimenti”.

“Non mi pare che questo modus operandi, più volte lamentato, possa essere utile e funzionale al positivo proseguo del percorso che deve portare Aps alla piena operatività – tuona Canepa – Auspico un cambio di rotta che sia maggiormente rispettoso nei confronti di Servizi Ambientali e di Sca“.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione di Luca Lettieri, sindaco di Loano: “L’obiettivo è quello di rendere operativa la società che ha in capo il servizio idrico integrato e cioè Aps. Dalla sua costituzione poco o nulla è stato fatto con il rischio concreto di un commissariamento. Con Canepa ci siamo ritagliati un ruolo di mediazione tra le posizioni a volte contrapposte tra Savona e Alassio che si è concretizzato con una proposta operativa. La palla passa sul tavolo del consiglio di amministrazione che dovrà declinare il chiaro indirizzo politico degli enti su bollettazione e natura giuridica e governance di APS. È una fase molto delicata dalla quale dipende il futuro dell’acqua pubblica nella nostra provincia. Non si può negare però che alcuni atteggiamenti dirigisti da parte del presidente del CDA Ferro rischiano di compromettere il lavoro portato avanti fino ad oggi da parte dei sindaci”.

Se sulle linee d’azione per raggiungere la mediazione sembrano insomma ormai tutti d’accordo, è evidente che sulla gestione concreta della vicenda ci sono ancora tensioni tra i vari Comuni. Una situazione che andrà necessariamente ricomposta entro il 31 dicembre 2023, considerati i rischi di mancato adempimento della procedura di affidamento in house e della conseguente prospettiva di affidare il servizio ai privati.

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