Pietra Ligure/Madrid. “La verità è che se torno indietro nel tempo, scavando tra i miei ricordi, vedo me e la mia famiglia mentre cerchiamo una vita migliore. La mia infanzia la ricordo infuocata di creatività, ma sempre minacciata dalle poche risorse economiche, che hanno sempre colpito qualsiasi successo familiare.”. E quelle cose, invece, Alessio Meloni le ha cambiate alla grande.
Lui, partito da Pietra Ligure nel 2008, è arrivato in Spagna, a Madrid, dove ha iniziato a costruire il suo successo nel mondo del teatro. Sono sue, infatti, le parole riportate poco sopra e pronunciate con grande emozione il 17 aprile scorso a Cadice, nel corso della 26esima edizione de “Premios Max de las Artes Escénicas”. Un evento dall’eco mediatico nazionale, molto simile al nostro David di Donatello ma in ambito teatrale.
Tra le urla di gioia e gli applausi dei presenti alla cerimonia, Alessio Meloni (zio della giovanissima Sara, altra eccellenza savonese ma nel campo dello sport) ha conquistato il premio più importante del teatro spagnolo grazie alla scenografia realizzata per lo spettacolo “La Cabeza del Dragón”. La premiazione è stata trasmessa sulla televisione nazionale spagnola e rappresenta – ogni anno – uno dei più importanti riconoscimenti del settore. In pratica, come un Oscar nazionale per il teatro.
L’immagine dell’artista pietrese che, nominato dal presentatore, si alza a ritirare il premio e si dirige verso il palco ricorda molto la premiazione di Roberto Benigni all’Accademy Awards nel 1999: “La felicità che provo in questo momento è immensa – confessa Meloni a IVG -. Io non lavoro per vincere premi, ma questo è un grandissimo riconoscimento e spero che possa aiutare molti giovani di talento a credere nei loro sogni”.
Detta così a qualcuno potrebbe sembrare una frase banale, ma la verità è che la storia di Alessio Meloni è così genuina che neanche un film riuscirebbe a rendere l’idea. Partito nel 2008 da Pietra Ligure con pochissimi soldi in tasca e tanti sogni nel cuore, Meloni in Spagna ha iniziato – mattoncino dopo mattoncino – a costruire il suo successo. Prima i lavori nei bar e nei ristoranti come cameriere, poi l’impiego in una finanziaria per continuare a coltivare l’amore per il teatro.
A fare da cornice a tutto questo c’è sempre stata Madrid, una città che si nutre di cultura e di teatro, e culla di un sogno partito dal savonese e trasformato in realtà grazie al talento, la perseveranza e alla voglia di farcela: “La cultura è fondamentale – ricorda lo scenografo italo-spagnolo -. Lo abbiamo visto durante l’emergenza sanitaria, quanto era importante leggere un libro, vedere un film, piuttosto che entrare in un museo virtuale”.
Dietro al discorso pronunciato da Meloni durante la cerimonia di premiazione, non ci sono solo la soddisfazione e l’emozione di un ragazzo che ha saputo far parlare di sé in tutta la Spagna, ma anche un messaggio al Paese che negli ultimi 15 anni lo ha visto crescere umanamente e professionalmente: “Lo Stato – ha sottolineato l’artista pietrese durante il suo discorso appassionato andato in onda sulla tv nazionale -, deve incentivare di più i giovani artisti emergenti. Deve farli crescere, formarli e appoggiarli economicamente. Anche le famiglie meno ricche devono sapere che questo mondo può e deve essere potenzialmente di tutti e per tutti”.
A Càdiz Meloni ha coronato un sogno e ha raccolto i frutti di anni di lavoro, durante i quali le ore dormite a notte erano 3, a volte 5. Lui ai nostri microfoni ci ha confessato di aver avuto anche un po’ di fortuna, ma l’esplosione di gioia e gli applausi di un teatro gremito di professionisti raccontano qualcosa di più: “Spero che questa storia aiuti le persone a non gettare mai la spugna – conclude -. Bisogna sempre avere il coraggio di andare avanti, anche in un mondo difficile e non sempre sostenuto come quello del teatro”.
Non era scontato sentire pronunciare un nome italiano nel corso di una cerimonia durante la quale, tradizionalmente, a salire sul palco sono soprattutto (se non unicamente) artisti e professionisti spagnoli. Meloni ci è riuscito e quando ha preso la parola in parte ha anche spiazzato la platea di fronte a lui. Un pubblico che in buona parte non conosceva la vera storia di quel ragazzo partito dall’Italia “con una valigia di cartone” e che con il tempo ha saputo costruirsi un successo in un Paese straniero.
Quello ricevuto a Cadice da Meloni può essere visto anche come un premio alla carriera: sono oltre 90, infatti, gli spettacoli in cui hanno debuttato i lavori del talentuoso scenografo nato a Cagliari e cresciuto a pochi passi dalle spiagge pietresi. Oltre a tutta la sua famiglia, il pensiero di Meloni nel corso della cerimonia è andato anche ai tanti amici e colleghi che lo hanno condotto a questo risultato, dalla regista Lucia Miranda all’amica Monica Boromello. Con loro, e con tanti altri professionisti, l’artista savonese ha voluto condividere il successo ricordando una frase ripetuta dalla regista e amica Lucia Miranda: “En el equipo si gana una, ganamos todas”.