Altare. Deve rispondere di lesioni aggravate e rapina il nigeriano di 28 anni arrestato questa mattina dai carabinieri di Cairo e Altare.
Verso le 9 di questa mattina lo straniero ha aggredito un operaio incaricato di lavori di manutenzione alla parte esterna del ristorante stellato “Quintilio”, sorprendendolo alle spalle e colpendolo, senza apparente motivo, con una serie di pugni alla testa. La vittima è rovinata a terra e, una volta voltatosi, ha visto il suo aggressore impugnare un morsetto metallico prelevato dal cantiere.
Nel breve tempo impiegato dall’operaio per risollevarsi sulle proprie gambe, il nigeriano (che abita proprio di fronte al ristorante) è entrato in casa e, impugnato un coltello lungo venti centimetri, è tornato in via Gramsci; lì si è procurato anche un tubo metallico da ponteggio lungo un metro e mezzo e ha cercato di nuovo di avventarsi sul malcapitato. Fortunatamente, l’operaio e un altro passante, nel frattempo sopraggiunto, hanno potuto trovare riparo dalla furia dell’aggressore in una cantina poco distante, dove si sono barricati.
Meno fortunato è stato il proprietario del ristorante, che stava sopraggiungendo proprio in quel momento: una volta avvistatolo, l’esagitato gli ha immediatamente intimato di consegnargli il cellulare sotto la minaccia delle armi improvvisate. Alla richiesta è seguito un breve inseguimento, con il ristoratore che, scappando, cercava di telefonare per chiedere aiuto e lo straniero alle sue spalle che brandiva la spranga metallica e il coltello. Nella fuga l’imprenditore, in maniera forse provvidenziale, ha infine perso il proprio telefono, subito raccolto e intascato dall’aggressore, che a quel punto è tornato sui suoi passi e ha fatto rientro nel proprio alloggio come nulla fosse accaduto.
Nel frattempo, la richiesta di soccorso ai carabinieri era fortunatamente già partita e, nel giro di pochi minuti sono arrivate sul posto le pattuglie della sezione radiomobile e della stazione carabinieri di Cairo Montenotte, assieme ai militari della stazione di Altare.
Dopo aver circondato l’abitazione, i carabinieri hanno studiato il modo migliore d’intervenire, ma, alla fine, è stato il rapinatore a fornire l’occasione propizia: vistosi scoperto, infatti, ha cercato di lasciare l’appartamento, dotato di due ingressi, e in quel momento i carabinieri hanno fatto simultanea irruzione nell’abitazione. L’uomo ha cercato di nascondersi in una delle stanze e, una volta raggiunto, ha opposto resistenza sferrando calci e pugni ai militari; la sua resistenza è stata tuttavia vana, poiché in pochi istanti i carabinieri lo hanno ammanettato e tratto in arresto in flagranza di reato per lesioni aggravate e rapina.
All’interno dell’appartamento sono state rinvenute le armi descritte dalle vittime e, nella tasca dei pantaloni dell’uomo, il cellulare sottratto al ristoratore.
Sul posto sono intervenuti anche i sanitari: due ambulanze della Croce Bianca di Cairo e una di Altare, oltre all’automedica del 118.
Il nigeriano è già noto alle forze dell’ordine per aver girato per le vie di Altare armato di un’ascia a fine 2022, e per essere stato arrestato in un supermercato di Savona a gennaio 2023 per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, scaturite all’intervento a seguito delle minacce rivolte a una cassiera. Accompagnato in caserma per gli adempimenti di rito, il rapinatore sarà tradotto alla casa circondariale di Genova Marassi in attesa dell’udienza di convalida.
Per due dei militari intervenuti prognosi di cinque e dieci giorni per le percosse subite, ma il bilancio della vicenda avrebbe potuto essere ben più serio se non fosse stato per l’intervento fulmineo e coordinato delle forze disponibili nelle immediate vicinanze di Altare.