Liguria. L’ultimo report della fondazione Gimbe segnalava come per la quarta dose di vaccino anti-Covid si registri un calo del 25% solo nell’ultima settimana, con una media mobile di 1.735 somministrazioni al giorno. Ecco dunque la proposta di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, da sempre uno dei più convinti sponsor dei vaccini: interrompere le vaccinazioni anti-Covid e dare le dosi ai Paesi poveri.
“Ora è molto difficile dire alle persone che si devono vaccinare – avverte l’infettivologo in un’intervista all’Adnkronos Salute -. Guardano i numeri del Covid, non rappresentano un problema. Gli italiani sono un popolo che ha bisogno di spaventarsi per potersi immunizzare. Lo abbiamo visto nel 2021 quando c’è stata una grande adesione alla campagna vaccinale dopo i decessi e le bare di Bergamo. Nel 2022 che è stato un anno molto buono, almeno nella seconda parte, c’è stato un rilassamento e lo spettro Covid non era più lo stesso. Questo non è un bene, se siamo arrivati fino ad oggi è perché ci si sono i vaccinati. Ne riparleremo nel prossimo autunno”.
Nella nostra regione, secondo dati forniti da Liguria Digitale, le vaccinazioni viaggiano al ritmo di circa 600 dosi alla settimana, un dato imparagonabile rispetto alle 15-20mila della campagna vaccinale del 2021. È notizia di ieri, inoltre, che dopo tre anni non si registrano più persone positive al coronavirus in terapia intensiva.
Ma adesso che fare con le milioni di dosi di vaccini anti-Covid a disposizione dell’Italia? “Diamole subito ai Paesi che ne hanno bisogno e che sono in difficoltà – risponde Bassetti -. Continuare a tenerle in frigo per poi farle scadere è assurdo”.
In un post su Facebook l’infettivologo ha poi commentato l’inchiesta della Procura di Bergamo sulla prima ondata di Covid che vede indagati tra gli altri l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. “Io sono profondamente orgoglioso di essere italiano e di quello che l’Italia ha fatto nella lotta al Covid, soprattutto nel marzo del 2020 – ha scritto Bassetti -. Quello che sta uscendo dall’inchiesta di Bergamo, con la complicità di esperti, ci fa passare tutti per colpevoli di un reato che nessuno ha commesso non sapendo quale sia“.
Bassetti, nonostante le dichiarazioni alla Camera sul piano pandemico, difende in generale il lavoro della sanità in quei momenti critici: “Abbiamo fatto moltissimo, abbiamo lottato orgogliosamente nonostante tutti i tagli nel sistema sanitario avvenuti nel passato, affrontando una situazione molto difficile che ci ha visto, per primi al mondo, affrontare il Covid. Eravamo in apnea e abbiamo lottato. Abbiamo lottato contro questo nemico invisibile. Contro questo bastardo che era sconosciuto. Ho visto professionisti di qualsiasi specialità con i ruoli più disparati, dare un pezzetto della loro vita, del loro cuore, a chi stavano curando, quando non avevano per loro stessi neppure tre ore di sonno a notte. Nessuna parola e nessun giudice renderà giustizia a chi ha lavorato per mesi senza fiatare, con il solo obiettivo di alleviare le sofferenze di chi era malato”.
“Noi professionisti della salute – ha aggiunto ancora – abbiamo compiuto nel 2020 qualcosa di straordinario, alzando giorno dopo giorno l’ asticella dei nostri limiti, navigando di notte in un mare in tempesta senza luci. Solo ricordando così potremo dare il giusto riscontro alle nostre fatiche e alle nostre rinunce. Solo così, ricordando quegli sforzi di tutti, potremo commemorare chi ci ha lasciato”.