Dalla dacia arena al chittolina

Serie D. Intervista a Lorenzo Codutti: tra le emozioni dell’Udinese e la maturazione di Vado

Dai dieci anni in bianconero con la convocazione in Serie A contro l'Atalanta, all'esperienza alla corte di Franco Tarabotto. Contro il Borgosesia è suo il gol vittoria

Generico marzo 2023

Foto tratta da Udinese Calcio

Vado Ligure. La sua rete ha deciso la trasferta di Borgosesia portando i suoi sempre più al terzo posto. Lorenzo Codutti, il terzino diciannovenne originario del Friuli Venezia Giulia in prestito dall’Arzigliano, sta svolgendo positivamente la sua stagione sotto la guida di Marco Didu, un allenatore che ammira non solo calcisticamente ma anche umanamente. Partendo a dare i primi calci nel Cussignacco, la squadra del suo paese, passando poi in un’importante società dilettantistica locale come Donatello, sarà chiamato ad entrare nelle giovanili dell’Udinese e in bianconero ci starà per dieci anni. Tifoso delle zebrette sin da piccolo, per Codutti si è trattato di un percorso importante condito dalla convocazione in Prima Squadra in occasione della gara casalinga contro l’Atalanta e, come ciliegina sulla torta, dalla vittoria del campionato di Primavera 2 prima di approdare alla corte di Franco Tarabotto. Il suo idolo calcistico? Prima Fabio Cannavaro perché giocava centrale, ora è Joao Cancelo.

Terzino fisico e di corsa, Codutti si rispecchia un po’ nelle caratteristiche di Di Lorenzo. La fase difensiva è il suo punto di forza, mentre in quella offensiva ci sta pensando Didu a farlo migliorare e contro il Borgosesia c’è stata la prova del nove. La sua rapidità gli permette di colmare il gap nei duelli aerei, quindi sostanzialmente vige l’equilibrio generale. Il suo sogno? Diventare un calciatore professionista accrescendo sempre più i suoi numeri.

Dieci anni di Udinese: un’esperienza indimenticabile

Sono state tante le emozioni vissute da Lorenzo Codutti nel suo trascorso giovanile in bianconero, tuttavia sono due quelle che lo segneranno maggiormente. “Intanto ho avuto la fortuna di allenarmi in Prima Squadra ed essere inaspettatamente convocato contro l’Atalanta – racconta il giovane calciatore quel 9 gennaio 2022 -. Era periodo di COVID quindi potevano esserci diversi casi improvvisi. Allora ci sono state alcune chiamate dalla Primavera per gli allenamenti. Mi ricordo che giocavo alla domenica e al sabato ho svolto la rifinitura con la Prima senza ovviamente aspettarmi di essere convocato. Poi alla sera mi è arrivato il messaggio di convocazione da parte del dirigente e mi sono emozionato tantissimo. Era bello vedere il loro modo di prepararsi alla partita, dall’hotel al campo con tutte le riunioni tecniche”.

Prima con Luca Gotti e poi Gabriele Cioffi, il suo adattamento in Prima Squadra non è stato così complicato: “Può non sembrare da fuori, ma i giocatori della Prima sono sin da subito disponibili ad accogliere i più giovani mettendoli a proprio agio. Su questo mi ha colpito tantissimo Makengo, veramente un ragazzo d’oro. Parlando di campo, mi impressionava Wallace come prestanza fisica, un vero e proprio armadio. Difensivamente mi piaceva molto Becao, poi ovviamente i classici Deulofeu e Pereyra ma che brillavano di meno perché ovviamente si tenevano per la partita”.

Ma ancora più emozionante è stato il percorso dello scorso anno con la Primavera 2 che ha portato l’Udinese alla vittoria del campionato: “Il gruppo dei 2003 aveva un legame veramente bello essendo tutti amici da tanti anni. Mi ricordo che, prima dell’ultima partita di campionato contro la Reggiana, eravamo in hotel ed ero molto in ansia, ma ero sicuro che potevamo farcela. Eravamo consapevoli che se avessimo pareggiato o perso avremmo perso il campionato di un punto, però nessuno ci avrebbe mai dato come favoriti all’inizio. Le ultime otto partite le abbiamo vinte tutte, compreso quella, e ci siamo riusciti“.

La chiamata del Vado: in Liguria per maturare

All’inizio non ero del tutto sicuro per il fatto di dover andare lontano da casa, ma il mio procuratore mi ha tranquillizzato dicendomi che prima o poi avrei dovuto compiere un passo del genere“. E allora la scelta di accettare il progetto della società di Franco Tarabotto con più obbiettivi per la testa. “Ora posso dire di aver fatto assolutamente bene a venire a Vado. Un’esperienza del genere mi aiuterà molto a crescere“.

Un fattore importante lo giocano sempre i compagni di squadra e, nel caso di Codutti, è stato un impatto positivo sin dal primo giorno: “Ho avuto la fortuna di fare subito amicizia con qualche grande. Arrivati a questo punto posso dire di andare d’accordo con tutti. Siamo un bellissimo gruppo e ci è voluto del tempo per farlo diventare tale, però adesso penso che si noti anche vedendoci giocare: ognuno lotta per il compagno. Non è da tutte le squadre avere uno spogliatoio così compatto”. Ma c’è qualcuno con cui ha legato particolarmente: “Paolo Ropolo è veramente come un padre. Ha giocato a questi livelli per tanti anni e quindi sa cosa vuol dire stare in un ambiente del genere. Lui mi ha aiutato molto ma anche con Marco Capano, con cui ho una forte e sana concorrenza in allenamento, vado molto d’accordo fuori dal campo come d’altronde con tutti gli altri giovani“.

Stessi bei pensieri per mister Marco Didu, stimato sia calcisticamente sia umanamente: “Siamo una squadra con tanta sana concorrenza e lui alterna tanto i giocatori, una cosa non è da tutti. Trasmette sempre dei buoni valori mettendoti a proprio agio“. Uno dei suoi obiettivi personali è, come detto, il miglioramento in fase offensiva. Il lavoro tecnico piemontese sta portando i suoi frutti anche sotto quell’aspetto: “Mi sto ambientando nel suo 3-5-2. Avanzando da quinto di centrocampo può capitare sempre un’occasione da gol, quindi devo imparare a farmi trovare pronto. Didu mi sta insegnando tanto a seguire l’azione fino in fondo perché sa che posso essere pericoloso“.

Contro il Borgosesia, infatti, il suo gol è stato decisivo per il raggiungimento di tre punti che portano il Vado al terzo posto in solitaria. Codutti auspica di continuare crescere individualmente, ma ha ovviamente delle ambizioni di squadra nelle quali non vuole porsi alcun limite: “Secondo me possiamo provare a recuperare la Sanremese, avendo anche lo scontro diretto da giocare. Vogliamo arrivare più in alto possibile e abbiamo le qualità per poterlo fare“.

 

 

 

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