Savona. Non c’è pace per l’edicola di piazza Diaz, e probabilmente nemmeno per il Comune di Savona, che ancora una volta sembra non aver dato il meglio di se’.
Abbiamo più volte sottolineato come l’edicola abbia sempre rappresentato un segno distintivo della piazza dal punto di vista storico, culturale e sociale, non solo negli ultimi 40 anni (posizionata dove è ancora oggi), ma anche prima, in altri punti di piazza Diaz.
Per chi volesse ripercorrere gli ultimi atti della telenovela, IVG li ha seguiti nel dettaglio. Si riproverà a spostarla nei prossimi giorni, forse la sera di martedì prossimo, dopo che per facilitare il tutto sono anche stati tagliati alcuni rami dell’albero che la sovrasta. È noto che andrà nel piccolo parcheggio di fronte, tra l’altro giusto per togliere qualche posto auto.
Sull’intero progetto, dovuto a uno studio genovese, si è aperto un interessante dibattito, e c’è chi ha sottolineato che sarebbe stato più opportuno un processo diverso, magari un concorso di idee.
Non sarebbe stato male privilegiare (crediamo che la legge lo consenta) architetti savonesi anziché affidarsi, come è avvenuto per via Nizza, a colonizzatori genovesi: conoscere da vicino la storia della città potrebbe senza dubbio aiutare.
Il tentativo di spostamento è stato un disastro. Si è spaccata un’anta e si deve a tecnici del Comune e ad alcuni volonterosi se l’edicola è rimasta in piedi, grazie a una sorta di spessore sistemato sotto la parte pericolante, un po’ come si fa con il tavolo che traballa in trattoria.
L’edicola è stata sollevata con una gru arrivata da Genova (sembra che il Comune abbia rinunciato a servirsi di Vernazza e della sua esperienza), ma resta il fatto che, mentre il resto dei lavori appare in ritardo (e dall’esito incerto), per l’edicola non c’è stato alcun rinvio.
Al maldestro tentativo di spostamento era presente anche il sindaco Marco Russo, una mossa apparsa a qualcuno come il gesto del più forte verso il più debole.
Mauro Sguerso, il titolare della rivendita, persona a modo e per bene, preferisce ancora una volta non fare polemiche. Agli amici – tanti – ha confidato: “Purtroppo mi hanno trasferito, spero adesso che lo spostamento si concluda presto e senza altri danni per la mia edicola, in modo da poter continuare ad accontentare amici e clienti. Mi auguro poi di non doverci anche rimettere dei quattrini”.
Che stile, forse sconosciuto a palazzo Sisto.