Progetto esecutivo

Savona, ecco come sarà Palazzo della Rovere: “salotto urbano” a piano terra, biblioteca al primo piano e orto botanico sulla terrazza fotogallery

Entro luglio via al cantiere, il sindaco: "Sarà un polo socio-culturale della nostra città". La valorizzazione riguarda un'area di 5mila mq, 400 dei quali all'aperto

Nel video i rendering paragonati ai luoghi attuali

Savona. Un “salotto urbano” a piano terra e un cortile alberato, collegati da una grande scalinata ai livelli superiori nei quali troveranno posto la nuova biblioteca, laboratori, un centro di aggregazione, uno spazio lettura nella sala udienze dell’ex tribunale e un orto botanico sulla terrazza. Il tutto con il duplice obiettivo di “restituire” ai savonesi un luogo di cultura e di storia, e ricollegare l’area portuale al centro città.

E’ il “sogno” del nuovo Palazzo della Rovere – spesso chiamato dai savonesi anche Palazzo Santa Chiara – che oggi pomeriggio, per la prima volta, si è svelato alla città e che entro il 2026, se non ci saranno intoppi, dovrebbe diventare realtà.

A un anno esatto dalla presentazione dell’intervento di valorizzazione di Palazzo della Rovere, questo pomeriggio nella Sala della Sibilla del Priamar è stato illustrato il progetto esecutivo e l’esito del percorso partecipativo “FronteSpazio” che ha coinvolto 400 savonesi, finalizzato alla definizione della nuova identità di questo nuovo polo culturale della città, dei servizi di comunità che dovrà contenere e del palinsesto culturale durante la fase del cantiere.

Sulla fortezza erano presenti il sindaco Marco Russo, gli assessori Ilaria Becco, Nicoletta Negro e Gabriella Branca, Andrea Canziani del Ministero della Cultura, rappresentanti di IRE, della società Politecnica che ha curato il progetto di restauro e valorizzazione, la progettista culturale Antonella Agnoli e Itinerari Paralleli che ha portato avanti il processo partecipativo.

“Ciò che presentiamo oggi – ha detto il sindaco Russo – è frutto di un lavoro corale che ha visto coinvolti anche tanti savonesi, più di 400, che hanno preso parte agli incontri e partecipato alla discussione. Vorrei ringraziare anche i nostri Uffici che si sono fatti carico di un grande lavoro per garantire il rispetto dei tempi stretti previsti dal Pnrr: entro luglio partirà il cantiere che dovrà concludersi nel 2026. Palazzo della Rovere, in sinergia con altri luoghi della città in via di trasformazione, sarà polo socio-culturale di una città, come la nostra, che si sta preparando per la candidatura nel 2024 a Capitale Italiana della Cultura”.

COME DIVENTERA’

A Palazzo della Rovere la nuova biblioteca comunale conviverà con spazi per laboratori, lettura libera, eventi, un centro di aggregazione. Gli spazi da valorizzare coprono più di 5mila mq, di cui 400mq all’aperto: oltre alla corte interna, che ospiterà nuovi alberi ed essenze, si aggiungono la terrazza superiore che verrà adibita ad orto botanico e le terrazze inferiori che ospiteranno un pergolato verde. Inoltre, i locali con accesso da via dei Vacciuoli e vico del Marmo saranno riaperti e utilizzati come spazi culturali legati alla biblioteca o per attività socioculturali.

palazzo della rovere rendering progetto

La grande scala ricavata nella torre dei Mullasana (nei rendering è visibile in due versioni, bianca o dorata) costituirà il tema architettonico più innovativo: un percorso verticale che accompagna il visitatore dall’ingresso su via Pia ai vari livelli riproponendo il volume a doppia altezza del quadrinartece ormai perduto.

palazzo della rovere rendering progetto

Il piano terra sarà concepito in continuità con la corte interna, come grande spazio comune: un salotto urbano. Ai piani superiori sarà trasferito il patrimonio della biblioteca comunale Anton Giulio Barrili con un allestimento di nuova concezione: uno spazio per la lettura libera, lo studio o il lavoro, si integreranno con spazi che ospiteranno i laboratori per bambini, ragazzi e utenti di tutte le età. La sala delle udienze dell’ex tribunale, finemente decorata con affreschi di epoca napoleonica, diventerà un grande spazio per la lettura avvolto in un’atmosfera austera e preziosa.

palazzo della rovere rendering progetto

L’inizio dei lavori è previsto entro il mese luglio 2023, non appena verrà selezionata l’impresa per la realizzazione dell’opera, la cui consegna alla città avverrà nel 2026.
Il progetto di rifunzionalizzazione a Polo culturale di Palazzo della Rovere, del valore complessivo di 24 milioni e 300 mila euro sarà finanziato in gran parte dai fondi destinati dal PNRR (13 milioni e 600 mila euro), dal contributo del Ministero della Cultura grazie al piano strategico grandi progetti Beni Culturali (4 milioni e 970 mila euro), da Regione Liguria tramite l’intervento del Fondo strategico.

LA DIRETTA DELLA PRESENTAZIONE

Dal punto di vista impiantistico, l’edificio – fanno sapere dal Comune – risponderà ai più elevati standard ambientali fissati dalla normativa vigente, nel rispetto dei caratteri storici e tipologici del complesso architettonico: saranno presenti impianti ad alta efficienza energetica alimentati da fonti rinnovabili e saranno impiegati materiali riciclati ed a basso impatto ambientale.

palazzo della rovere rendering progetto

LA STORIA DEGLI ULTIMI ANNI

L’iter è partito il 23 luglio 2013 con l’approvazione del programma di valorizzazione. Il 31 luglio 2018 l’approvazione definitiva che prevedeva che la struttura diventasse il polo culturale della città di Savona.

Dopo una chiusura più che decennale, il cortile del palazzo fu riaperto il 20 dicembre 2014, messo “in sicurezza” con interventi provvisori come l’asfaltatura del cortile e la copertura con pannelli di legno dei porticati. Soluzioni per certi versi “di ripiego” che non avevano mancato di suscitare critiche da parte di una fetta di savonesi, desiderosi di un recupero più “rispettoso” della storia e della bellezza del palazzo; nonostante ciò, quell’intervento aveva restituito alla città, a costi ridottissimi, quantomeno il passaggio tra due zone chiave del centro storico. E la creatività dei savonesi aveva fatto il resto: per tentare di abbellire per quanto possibile il chiostro erano nate anche iniziative originali come, ad esempio, il “kissing point” (un punto rosso per terra destinato ai baci) oppure l’apprezzato book-crossing, una libreria allestita dall’associazione AltreMenti nella quale chiunque poteva prelevare un volume depositandone un altro.

Non durò molto: il 1 dicembre 2016 il cancello venne richiuso a causa dei ben noti problemi di bilancio del Comune. Troppo onerosi, per le asfittiche casse comunali, i costi relativi all’apertura e alla chiusura del passaggio: 3600 euro più iva che, in tempi di “vacche magrissime” e Corte dei Conti, era obiettivamente meglio destinare altrove. Al termine del contratto con l’istituto di vigilanza incaricato, si tentò di lasciare aperti i cancelli 24 ore su 24, ma bastarono venti giorni per capire che era una opzione non percorribile tra pannelli sfondati, escrementi e danni al palazzo. IVG stessa si attivò per trovare una soluzione, che sembrò arrivare: l’istituto di vigilanza STS accettò di garantire il servizio a titolo totalmente gratuito. Un bel gesto, ma alla fine la chiusura arrivò comunque.

Fino alle feste natalizie del 2021, quando dopo 5 anni i savonesi hanno potuto di nuovo tornare a godere del passaggio che collega la piazza del Duomo e via Pia passando attraverso un suggestivo tunnel di luci. E’ stato poi nuovamente riaperto negli ultimi mesi per ospitare gli incontri del processo partecipativo.

LA FILOSOFIA DELL’INTERVENTO

Il lavoro è stato realizzato a valle di un’accurata indagine conoscitiva sugli aspetti strutturali e tipologici dell’edificio, il cui nucleo originario risale al XV secolo per opera di Giuliano da Sangallo su commissione della famiglia nobiliare Della Rovere. L’edificio nel corso del tempo ha subito diversi interventi, per diventare nel 1600 sede di una comunità di Clarisse e in epoca napoleonica assumere la funzione di tribunale che ha mantenuto fino agli anni ’90 del secolo scorso.

“Si tratta di un edificio a carattere storico che all’interno presenta elementi di grande pregio storico e artistico accanto ad altri incongruenti dovuti agli interventi stratificati nel tempo – ha spiegato l’architetto Micaela Goldoni, coordinatrice del team di progettazione di Politecnica – La sua posizione, inoltre, ha finito per rappresentare una sorta di ‘cesura’ tra il porto e la città storica. Il progetto punta proprio a sanare questi aspetti, aprendo il passaggio attraverso il palazzo sul mare, ricucendo così il tessuto urbano che troverà nella corte interna dell’edificio e nei suoi ambienti spazi di aggregazione urbana nuovi ed inclusivi. Grazie al costante confronto ed alla collaborazione con gli Enti, è stato possibile elaborare un progetto sostenibile e rispettoso del valore storico artistico e culturale che questo complesso architettonico rappresenta per la città”.

“Questo intervento permette di capire il senso e l’importanza di introdurre il contemporaneo nelle scelte di tutela e valorizzazione di un monumento – spiega Andrea Canziani, architetto responsabile della Soprintendenza – e insieme con altre scelte architettoniche coraggiose e di grande qualità restituirà al presente un monumento ricchissimo di storia”.

“Il lavoro sinergico tra gli enti, la messa a sistema di competenze tecniche, culturali e amministrative e la partecipazione delle comunità e dei cittadini sono le caratteristiche principali che permettono agli spazi di diventare luoghi – dichiarano Tomaso Boyer e Federica Michieletti, responsabili del percorso di partecipazione di Itinerari Paralleli – è stato un lavoro importante che proseguirà anche nel 2023 per continuare a costruire momenti di interazione tra Palazzo della Rovere e la cittadinanza”.

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