Indagini in corso

Savona, blitz della Guardia di Finanza nella sede di IncentiviItalia

L'accertamento delle Fiamme Gialle è scattato in seguito alle denunce di alcuni clienti, l'ultima proprio questa mattina con l'accusa di truffa

guardia di finanza incentiviitalia

Savona. IncentiviItalia, azienda savonese che opera a livello nazionale fornendo consulenza per la partecipazione a bandi, è finita nel mirino della Procura di Savona. Il blitz è scattato questa mattina: due auto della Guardia di Finanza senza contrassegni e una decina di militari si sono presentati nella sede di Corso Italia per acquisire documentazione utile alle indagini, coordinate dalla Procura di Savona.

L’accertamento delle Fiamme Gialle è scattato in seguito alle denunce di alcuni clienti: in alcune città d’Italia sono state depositate querele contro IncentiviItalia, segnalando presunte irregolarità o la mancata restituzione della “fee d’ingresso” – circa 1800 euro – richiesta ai clienti per accedere al servizio dopo la prima consulenza gratuita (restituzione dovuta, secondo il contratto standard proposto dall’azienda, qualora non sia stato trovato un bando adatto alle esigenze del cliente). Ma ad avanzare rivendicazioni nei confronti di IncentiviItalia sono anche alcuni ex dipendenti, che sostengono di vantare crediti nei confronti del datore di lavoro (ad esempio il mancato pagamento del Tfr).

Chi è IncentiviItalia

L’azienda nasce a Savona da una idea di Claudia Ghiso: all’epoca giovane mamma, dopo 12 anni di esperienza presso studi professionali e multinazionali apre nel 2016 una partita IVA e inizia ad offrire un servizio di consulenza per privati per aiutarli ad ottenere agevolazioni e ad accedere ai bandi locali, nazionali ed europei. L’idea funziona e si trasforma l’anno dopo in IncentiviItalia srl. In seguito la start-up espande il proprio campo d’azione, iniziando a fornire consulenza anche alle imprese. E’ l’inizio di una ascesa importante, che a un certo punto porta l’azienda di Ghiso ad avere 66 dipendenti e ad aprire un ufficio a Milano. IVG è testimone di questa crescita, che racconta in alcune dirette video e articoli sponsorizzati, e la stessa azienda editrice del nostro giornale (Edinet) riesce ad ottenere alcuni fondi grazie al lavoro di IncentiviItalia.

Il “segreto” del successo, racconta l’imprenditrice, è in un database – da lei stessa realizzato – che permette di individuare in tempi rapidi i bandi più adatti: “E’ la nostra ricetta della Coca-Cola” ripete spesso. E i risultati arrivano: una partnership con Parma Calcio e Sampdoria, il riconoscimento tra le 10 migliori startup innovative alla fiera Smau dell’ottobre 2021, il ruolo di Innovation Manager per la stessa Claudia Ghiso. Anche sui social IncentiviItalia diventa un fenomeno, su Instagram – dove vengono regolarmente annunciati i bandi vinti – ma soprattutto su TikTok, dove le dipendenti più giovani si scatenano in balletti in ufficio tra una pratica e l’altra.

Le prime crepe su Trustpilot

Fino a inizio 2022, insomma, la barca sembra viaggiare a gonfie vele. Nel corso del 2022, però, evidentemente qualcosa si rompe, perché iniziano ad apparire su un noto portale online, Trustpilot, le prime recensioni negative. Alcuni clienti puntano il dito sull’operato di Incentivi Italia: continui cambi di consulente, difficoltà nell’ottenere risposte o dettagli sui bandi, proposte non in linea con le esigenze del cliente. Il malcontento cresce, le recensioni si moltiplicano, fino a che a novembre la stessa Ghiso è costretta a intervenire, sia rispondendo su Trustpilot sia attraverso i propri canali social, soprattutto con un video nel quale racconta che si tratterebbe di uno “schema” montato ad arte. Tesi ribadita negli stessi giorni sia in un articolo del Secolo XIX che in una telefonata con un giornalista di IVG: a organizzare quella che definisce “campagna persecutoria” sarebbero, per ragioni personali, pochi individui (un ex cliente segnalato in Crif e un ex dipendente).

La polemica approda persino sul sito ufficiale dell’azienda, dove in home page compare un testo dal titolo “Se la volpe non arriva all’uva dice che è acerba” che spiega: “L’approvazione dei bandi è vincolata dalla buona reputazione che ogni soggetto deve avere verso lo Stato, soprattutto in termini economici e finanziari […] Tutto questo per dirvi che qualche ‘volpe’ che ha atteso più del dovuto o che aveva precedenti e non ha potuto accedere ai bandi ha deciso di screditarci attraverso un portale di recensioni!“.

Le reazioni, però, arrivano copiose. E anche le segnalazioni ai giornali, incluso IVG, di clienti sempre più scontenti e sospettosi. Alle accuse di scarsa professionalità e incompetenza iniziano ad aggiungersi quelle di truffa: chi, insoddisfatto del servizio, decide di esercitare la “garanzia Zero Bandi” che prevede la restituzione del compenso iniziale (si parte da 1500 euro + iva per il pacchetto base, a salire per quelli più evoluti) in caso non si trovi un bando adatto al cliente, sostiene di trovarsi davanti un muro fatto di mancate risposte alle mail, oppure promesse di trovare in breve tempo bandi adeguati. Accuse – ovviamente tutte da dimostrare – leggibili nero su bianco su TrustPilot fino a qualche settimana fa: recentemente la maggior parte di quelle recensioni sono state segnalate come “nocive” e oscurate dal portale. Va anche considerato che la clausola non è legata a un limite temporale: l’azienda – spiega il sito web ufficiale – “continua a lavorare fino a quando il cliente non ha l’approvazione di almeno un bando“.

Le denunce

I clienti più agguerriti però non si accontentano di TrustPilot e si rivolgono alle forze dell’ordine. Per “coordinarsi” nasce un apposito gruppo WhatsApp (che a un certo punto arriva a contare oltre 50 iscritti) e arrivano le prime denunce, a Savona ma anche in altre parti d’Italia (l’ultima in ordine di tempo è stata sporta proprio questa mattina in provincia di Reggio Calabria, con l’accusa di truffa). Le storie sono varie, ma hanno tratti in comune e riprendono quanto già emerso su TrustPilot: la difficoltà nell’ottenere dettagli e risposte sul lavoro fatto, la rotazione incessante dei consulenti assegnati alla pratica, la ricezione di proposte di bandi poco attinenti all’attività scelta. E il rifiuto di restituire la cifra versata a inizio consulenza.

Il caso approda in Procura, che inizia i primi accertamenti. E si arriva ad oggi, con l’accesso delle Fiamme Gialle negli uffici di IncentiviItalia. Il lavoro degli inquirenti è in questa prima fase quello di accertare se ci sia qualcosa di vero in quelle segnalazioni e, in caso affermativo, comprendere – al di là di una eventuale imperizia di alcuni consulenti o a carenze nel modello gestionale – se si possano realmente ravvisare gli estremi di un reato (che in quanto tale presuppone la volontarietà di quanto accaduto).

Il secondo fronte: i dipendenti

Oltre a quello rappresentato dai clienti scontenti si sta aprendo un secondo fronte, quello rappresentato da chi, avendo lavorato per Incentivi Italia, sostiene di vantare delle pendenze nei loro confronti (Tfr o altri crediti di fine rapporto). Alcuni ex dipendenti si sono rivolti a differenti studi legali a Savona per capire come agire: qualche caso è finito all’Ispettorato del Lavoro, altri stanno valutando insieme al legale di fiducia la strada dei decreti ingiuntivi.

La reazione dell’azienda

Sul fronte strettamente legale l’azienda non parla: sia l’amministratrice delegata, Claudia Ghiso, sia l’avvocato hanno rifiutato per il momento di rilasciare dichiarazioni a IVG. E anche sui social l’azienda – almeno per ora – prosegue la propria attività di promozione senza far cenno a quanto sta accadendo: ancora questa mattina, proprio mentre la Finanza si trovava negli uffici, è uscita su Instagram (prontamente ripostata da IncentiviItalia) una storia “adv” di Frank Gramuglia, un influencer da 1,4 milioni di follower noto per i suoi video comici sul mondo del lavoro.

Dove qualcosa sembra muoversi invece è su Trustpilot, lì dove tutto (almeno “pubblicamente”) è iniziato. Da febbraio l’azienda ha ricominciato a incamerare recensioni positive: sono molte, la maggior parte entusiastiche, altre più prudenti (con accenni alle critiche dei mesi precedenti, ad esempio sulla scarsa comunicazione o sulla rotazione dei consulenti) ma sostanzialmente positive. E in qualche caso l’azienda replica ringraziando gli utenti per testimonianze. Quelle negative, invece, sono in gran parte illeggibili, censurate su richiesta di Incentivi Italia “perché presentano contenuti nocivi o illegali”.

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