Pietra Ligure. “L’esigenza è quella di avere un collegamento che unisca le due sponde e che si aggiunga ai due ponti veicolari storici di via Matteotti e dell’Aurelia”: così il consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure, Mario Carrara, torna sull’opera infrastrutturale, accantonata rispetto ad un primo sviluppo progettuale e che ora vede in itinere i lavori di demolizione delle strutture in cemento e il restyling dell’intera zona cittadina.
“Non si tratta di unire due sponde di un fiume come il Nilo o il Rio delle Amazzoni…” dice con ironia l’esponente di minoranza. “Per di più oggi, dal lato di via Francesco Crispi c’è disponibile l’intera area dell’ex impresa Orso, tale da poter ospitare qualsiasi tipo di rotonda o rampa d’accesso per il ponte. E sarà disponibile fintantoché non verrà attuata la sciagurata idea di realizzare l’ampliamento cimiteriale”.
“E, dall’altra parte, da viale della Repubblica, si deve stabilire da “dove” far partire la rampa per il ponte. Lo spazio c’è”.
E nel merito del progetto: “C’erano soluzioni come un ponte in ferro “militare”, che a Finale sta collegando le due sponde del Pora da decenni, oppure, un ponte “mobile” che venga “alzato” allorché vengano emanate allerte meteo o anche un “passaggio a guado” su grossi tubi, da precludersi al suo transito da chiusure laterali degli argini” aggiunge l’esponente di opposizione consiliare.
“Certo, ora sarà tutto più difficile perché avendo dissipato quanto rimaneva del mutuo originario per fare il ponte, 825.000 euro, che non è una “piccola somma”, per fare “altro” come demolirne le strutture in cemento armato esistenti o fare, dall’altra parte della città un sottopassaggio pedonale al servizio delle spiagge pubbliche e private del Ponente, significa aver perso la base finanziaria su cui appoggiarsi per realizzare il “collegamento viario tra le due sponde del Maremola”.
“Nel merito della situazione viaria e di mobilità pietrese, con riferimento allo stesso collegamento con la Val Maremola, il ponte era una delle opere prioritarie. E prima di dissipare la somma accantonata si potevano valutare soluzioni progettuali diverse, meno costose e impattanti, prima di rinunciare al collegamento”.
“Ora, nel caso si volesse procedere ad un possibile iter progettuale, al di là dei possibili canali di finanziamento l’amministrazione comunale avrà comunque una quota di compartecipazione alla spesa, risorse che c’erano già ma che sono state destinate altrove… Una occasione persa…” conclude Carrara.