Storia

Le Grotte di Toirano su Aeon: ecco la storia della famiglia che le esplorò 14mila anni fa

Grazie alla tecnologia è stata ricostruita la loro attività, la camminata e i giochi nel fango. Questo ha aperto nuovi scenari: ieri sono stati esplorati i cunicoli della parte finale

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Toirano. Le celebri impronte della Grotta della Bàsura (Strega) sbarcano in Australia, Usa e Regno Unito. La storia della famigliola che lasciò quelle tracce circa 14400 anni fa è infatti al centro di un lungo articolo su Aeon, magazine digitale in lingua inglese con uffici a Melbourne, New York e Londra specializzato in filosofia, scienza, psicologia, società e cultura.

L’articolo racconta dei recenti studi che hanno portato a dare una spiegazione precisa a quelle impronte, e lo fa utilizzando anche una illustrazione molto suggestiva (realizzata da Tom Björklund) della famigliola, composta da uomo, donna, tre bambini e un animale domestico, forse un cane che si erano avventurati con le torce in questa grotta.

Mediante lo studio della forma e della lunghezza delle orme (acquisite mediante fotogrammetria 3D) sono state ricostruite statura ed età: ne è risultato che le orme sono state impresse da un bambino alto circa 87 cm e di età inferiore ai quattro anni, da un bambino di sei-sette anni alto circa 115 cm e da un preadolescente di circa undici anni alto circa 135 cm. “Il gruppo si muoveva compatto, in fila indiana e costeggiando la parete – spiega il sito ufficiale delle Grotte – probabilmente per avere una maggiore sicurezza nell’oscurità della grotta rischiarata solo da fievoli torce di legno di pino”.

Nel “Corridoio delle Impronte” la volta si abbassa e i visitatori hanno dovuto poggiare anche le ginocchia a terra, lasciando la testimonianza della prima camminata a carponi. Il gruppo ha poi esplorato tutta la grotta fino ad arrivare nella “Sala dei Misteri”, dove probabilmente hanno deciso di fermarsi per qualche tempo. Qui è possibile ricostruire l’attività dei 3 bambini, che si sarebbero mossi lasciando sulle pareti segni carboniosi e impronte di mani. Il più piccolo si sarebbe accucciato scavando una buca nell’argilla che poi venne spalmata sulla roccia dai compagni di maggiore età in un quadro comportamentale in via di definizione.

“Le guide speleologiche, nel corso delle visite guidate, stanno illustrando come si è sviluppata questa ‘camminata’ unica che, tra l’altro, ha lasciato le tracce delle torce e dei giochi con il fango che, verosimilmente, avevano compiuto i bambini o la famiglia stessa” racconta il direttore delle Grotte di Toirano, Fulvio Panizza.

Tutto questo ha aperto nuovi scenari: ieri con gli speleologi della Famiglia Chiesa di Toirano e la Direttrice scientifica Marta Zunino sono stati esplorati i cunicoli della parte finale della Grotta della Bàsura per verificare se vi siano dei percorsi verso l’esterno, che si siano chiusi nell’arco dei millenni, dai quali fossero entrati gli orsi, che hanno dato vita al famoso “Cimitero degli orsi”. “L’entrata di tali mammiferi dall’attuale percorso di visita non era possibile per la conformazione delle sale con più punti scoscesi e molto alti, impossibili da scalare per tali animali – conclude Panizza – Grazie alla tecnologia la conoscenza di quelle ere è diventata molto più raffinata e la spiegazione delle tracce e dei reperti ha trovato una spiegazione più coerente e plausibile”.

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