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La ricerca Pd sulla “salute” della sanità: “Liste d’attesa troppo lunghe: metà dei liguri costretti a rivolgersi al privato”

A saltare all'occhio è essenzialmente l'esperienza negativa riportata rispetto all'accessibilità di servizi: il 5% dei liguri ha deciso quindi di non curarsi

Liguria. Un ligure su due costretto a rivolgersi alla sanità privata (con costi superiori rispetto alla sanità pubblica) a causa dei tempi d’attesa lunghissimi. E’ uno dei dati che emerge dalla ricerca commissionata dal Partito Democratico ligure a Quorum/YouTrend: uno studio che ha coinvolto 804 cittadini di tutta la regione a cui è stato chiesto un giudizio sulla base delle proprie esperienze sulle prestazioni della sanità ligure.

Secondo i dati, in Liguria sette persone su dieci ritengono difficile ottenere una visita medica in tempi ragionevoli e tre liguri su quattro definiscono i tempi di attesa per una prestazione medica lenti, mentre quasi nove liguri su dieci si sono trovati almeno una volta a doversi inserire in liste d’attesa che ritenevano troppo lunghe. Per colmare le carenze il 57,4 per cento dei liguri ricorre a strutture private, mentre il 5 per cento rinuncia a curarsi (un dato che riguarda soprattutto le persone disoccupate).

A saltare all’occhio è essenzialmente l’esperienza negativa riportata rispetto all’accessibilità di servizi: secondo i dati raccolti, infatti, i tempi di attesa sono stati giudicati lenti dal 39,9% e molto lenti dal 35,2%, per un totale di insoddisfazione del 75,1%. “Per quanto la lentezza sia un dato soggettivo – sottolinea Davide Policastro, responsabile delle ricerche di Quorum/YouTrend – il fatto che un ligure su tre si sia trovato davanti a liste di attesa superiori ai sei mesi dà un dato oggettivo a questa percezione”.

Un problema, quella della lentezza della performance, che come detto dal 57,4% dei liguri intervistati viene risolto ricorrendo alla sanità privata, “Una scelta che ovviamente pesa sulle tasche dei liguri e discrimina tra chi può permetterselo e chi no – osserva Luca Garibaldi, consigliere regionale del Partito Democratico – Questa è la dimostrazione dell’implosione del sistema della sanità pubblica di cui la giunta Toti è responsabile. Un altro dato allarmante è che da questa ricerca emerge che il 5% dei liguri, viste le tempistiche, rinuncia a curarsi perchè non può permetterselo“.

sanità pd ricerca

Una parte dei cittadini liguri fa i conti anche con le distanze dai luoghi di cura: il 23,6 per cento degli intervistati si è dovuto curare fuori dalla propria Asl di appartenenza e il 30,5 per cento che non trova appuntamento vicino casa ricorre a una struttura privata. Per il 49,5 per cento le sedi di cura sono ragionevolmente vicine e il 40,5% di coloro che non ritenevano ragionevolmente vicina la sede della prestazione hanno comunque accettato la sede proposta

“Da questi dati emerge una domanda maggiore di rete territoriale, tema su cui in questi anni non si è intervenuti abbastanza, e che dovrebbe essere al centro della sanità di domani”. A completare questo quadro, infatti, i dati sulle iniziative richieste dagli intervistati: “Il 36% vorrebbe più personale, il 21% il rafforzamento della rete dei medici di base e per il 16 l’aumento della presenza di ambulatori e servizi di assistenza territoriale”.

“I due elementi che vengono più spesso individuati come da migliorare sono l’accesso alle visite di controllo (per il 44,1% dei liguri) e l’assistenza domiciliare (39,2%), mentre per quanto riguarda il sistema ospedaliero il problema principale pare essere la carenza di personale (per il 55,6% dei liguri). Più in generale, nell’ambito del disegno del prossimo Piano Socio-Sanitario della Regione Liguria, la riduzione delle liste d’attesa dovrebbe essere il primo problema da affrontare (per il 43,6% dei cittadini), seguito dal potenziamento dei Pronto Soccorso, della rete di medicina territoriale e di medicina per gli anziani”, osserva ancora Policastro. La medicina territoriale e i medici di base soddisfano il 57,4 per cento degli intervistati.

In ultimo la ricerca ha sondato l’aspettativa per il servizio dello psicologo di base, la cui legge che lo potrebbe istituire è stata presentata recentemente da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Linea Condivisa: 8 liguri su 10 vedono questo servizio importante o molto importante.

“La sanità ligure non è in buona salute: i dati della ricerca, così come quelli della nostra campagna di ascolto ‘E tu, come stai?’, raccontano di un accesso agli esami, per tempi e modi, lentissimo e spesso difficile per gran parte dei liguri. Che poi la metà dei cittadini sia costretto a ricorrere al privato è la dimostrazione dell’implosione del sistema di sanità pubblica di cui la giunta Toti è responsabile. Ed è preoccupante il fatto che il 5% dei liguri rinunci a curarsi perché non può permetterselo. Dalla ricerca emerge anche una domanda di maggiore rete territoriale: medici di base e assistenza domiciliare, temi su cui in questi anni non si è intervenuto abbastanza e che dovrebbero essere al centro della sanità di domani; vicina alle persone, pubblica, accessibile. Vogliamo mettere queste priorità al centro della discussione del nuovo piano sociosanitario, con un confronto aperto su un nuovo modello di sanità, diverso da quello che Toti propone e che sta portando a questi risultati”, così il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno Luca Garibaldi.

“Siamo di fronte a un quadro che coinvolge tutta la Regione, comprese le province – aggiungono i consiglieri regionali del Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione, Roberto Arboscello, Enrico Ioculano, Davide Natale, Pippo Rossetti e Armando Sanna – i cui dati approfondiremo territorialmente con incontri e condivisione dei contenuti nelle prossime settimane. I problemi risultano molti gravi sia nel ponente che nell’area genovese e nel levante: un indebolimento della sanità che abbiamo registrato nella nostra attività quotidiana sui territori, dove si registra carenza di medici di base soprattutto nell’entroterra, fughe verso altre regioni per esami e prestazioni, oltre la piaga delle liste d’attesa. Testimonianza di un disfacimento della Sanità pubblica e di uno spostamento verso quella privata che impoverisce il sistema sanitario ligure e colpisce soprattutto quei cittadini che per motivi economici non si possono rivolgere al privato e rimandano cure spesso essenziali”.

“Questa ricerca – aggiunge la segretaria del Pd ligure e deputata Valentina Ghio – è un’importante strumento conoscitivo messo in campo dal Gruppo regionale del Partito Democratico, che dà la parola ai liguri e alle liguri ed evidenzia in modo chiaro e verificato, quello di cui abbiamo avuto consapevolezza in questi anni: ovvero il fallimento della gestione della sanità pubblica da parte del governo regionale. La gestione della sanità in epoca Toti, nonostante la grande dedizione di medici, infermieri, OSS e tutto il personale socio sanitario, dimostra il suo essere fallimentare, un fallimento che i Liguri stanno pagando con gli interessi e che le politiche di sotto finanziamento della Sanità pubblica da parte del governo nazionale rendono ancora più evidente”.

“La ricerca conferma quello che da tempo il Partito Democratico ligure denuncia, raccogliendo diverse segnalazioni di cittadini ed operatori sanitari, ovvero un sistema sanitario regionale che progressivamente viene smantellato. Si tratta di conseguenze dovute a scelte ben precise, a partire dal mancato investimento sull’aumento del personale, fino alla rinuncia del potenziamento delle strutture, in una regione che vede tra le altre cose una percentuale di popolazione anziana in crescita. Una scelta ben precisa che determina da parte della giunta Toti uno spostamento graduale verso la sanità privata, per chi può, a scapito di quella pubblica e universale. E che si accompagna ai mancati investimenti, alle risorse sottratte alla sanità pubblica dal Governo Meloni nella legge di bilancio. Un disegno perverso che abbandona decine di migliaia di persone al loro destino”, conclude il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Il consigliere regionale Roberto Arboscello chiosa: “Quello presentato oggi è un quadro che fotografa plasticamente il fallimento della giunta Toti nella gestione della Sanità pubblica e dimostra l’urgenza di rivoluzionare il modello sanitario della Liguria. A fallire, è stato soprattutto il Progetto ReStart: si è pensato fosse sufficiente ripartire con un nuovo modello post covid ma le criticità della sanità ligure – sicuramente aggravate dalla pandemia – hanno radici più profonde e necessitano di risposte complessive, quelle che il centrodestra in questi 8 anni non è mai riuscito a dare. I dati e il sentimento dei liguri, tra le popolazioni più anziani d’Italia, lo certificato”.

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