Liguria. Nonostante il rallentamento a livello nazionale, tra le regioni il primato di inflazione, con un incremento dei prezzi pari all’11% nel mese di febbraio, spetta alla Liguria, mentre l’aumento in Italia è del 9,1%. È quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat con i dati definitivi sull’indice dei prezzi al consumo.
Come osserva il Codacons, nonostante il record ligure, considerata la spesa annua per consumi delle famiglie residenti, diversa da provincia a provincia.
Al lordo dei tabacchi in Italia si registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, da +10,0% nel mese precedente; la stima preliminare era +9,2%. “Il rallentamento dell’inflazione – spiega l’Istat – si deve, in primo luogo, all’accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -12,0% a -16,4%) e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari, sia lavorati (da +14,9% a +15,5%) sia non lavorati (da +8,0% a +8,7%), di quelli dei tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%), dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,9% a +6,4%)”.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa) a febbraio 2023 registrano un’accelerazione in termini tendenziali (da +12,0% a +12,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili (da +8,9% a +9,0%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
Il calo dell’inflazione a febbraio è un dato illusorio dovuto unicamente alla rapida discesa dei beni energetici, mentre i prezzi del carrello della spesa e dei generi ad alta frequenza di acquisto continuano a salire, svuotando le tasche delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati provvisori diffusi oggi dall’Istat.
L’inflazione al 9,2% equivale ad un maggiore esborso pari a +2.691 euro annui per la famiglia “tipo”, spesa che sale a +3.485 euro per un nucleo con due figli – analizza il Codacons – Nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini rimangono a livelli elevatissimi, con il carrello della spesa che addirittura sale al +13,0% dal +12,0% del mese precedente, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto passano da +8,9% a +9,0%.
“E’ evidente che il calo dell’inflazione è un dato del tutto illusorio, con la discesa delle tariffe energetiche regolamentate e non che altera il dato generale dell’Istat – afferma il presidente Carlo Rienzi – Al netto de beni energetici, siamo ancora in presenza di una emergenza prezzi che investe gli alimentari come la casa e i trasporti, svuotando sempre più le tasche delle famiglie”.