Archeologia

In coda in A10, scopre le fornaci romane vicino al casello autostradale

Attualmenten il sito archeologico è sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

area fornace arenzano

Arenzano. Fornaci romane sono state ritrovate ‘casualmente’, durante l’attesa in coda in A10, appena fuori dal casello autostradale di Arenzano, nei pressi di quella che si ipotizzava fosse la via “romana” presso i “Risseu”, che dal centro, passando per chiesa parrocchiale, portano al Borgo di Terralba sui “Tui”.

La scoperta archeologica è stata fatta in un’area che da sempre, sottolinea il sindaco di Arenzano , Francesco Silvestrini, è stata nominata ‘area fornaci‘, per la presenza ben nota di una fornace da mattoni attiva fino alle soglie del Novecento, e commenta: “Di certo nessuno aveva mai pensato a un riferimento all’epoca romana”.

Il sito archeologico, di notevole interesse è ora sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, e attualmente si stanno effettuando lavori di scavo.

“Si tratta di un’area privata – spiega ancora il sindaco Silvestrini – da molti anni in stato di abbandono. Da qualche tempo è sono partiti i lavori di pulizia in seguito a un progetto di costruzioni di nuove case. Due mesi fa circa, è accaduto che Giovanni Battista Damonte, appassionato di storia locale e residente a Arenzano, si trovasse in auto, fermo in coda in autostrada proprio in quel punto, e allungando l’occhio si è reso conto che tra i rami tagliati e i primi lavori di riqualificazione, spuntavano materiali archeologici. Ha così avvisato subito Lucia Ferrari, archeologa di formazione e membro dell’Istituto di Storia della Cultura di Genova, e attualmente consigliere comunale di Arenzano”.

Si tratta ad un primo esame di un sito ascrivibile all’età romana dove si è messa in evidenza una fornace da laterizi e varie porzioni di strutture oltre a evidenze di sistemazioni agricole di età medievale e moderna.

Non senza stupore ad un primo esame superficiale non solo riconosce l’interesse del sito (che in via previsionale si poteva supporre tardi medievale) ma che addirittura che si potesse trattare di un sito di epoca romana data la presenza di tegoloni (inconfondibili lastre laterizie da copertura) e probabilmente di un sito produttivo data la presenza di materiale concotto e vetrificato.

Il primo sospetto di Lucia Ferrari sull’importanza del sito deriva da quanto a suo tempo riferito dell’indimenticato Prof. Tiziano Mannoni e riguarda il ritrovamento di tegoloni proprio nella zona di Terralba ma sul versante opposto in occasione dei sopralluoghi relativi agli “ Studi Propedeutici al Piano di coordinamento Paesistico Territoriale…” alla fine degli anni 60 e che quindi prospetta l’esistenza di un insediamento piuttosto vasto.

Segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza, immediato è stato l’interessamento della Dott.ssa Nadia Campana, ispettrice incaricata per la zona del ponente genovese, che ha subito effettuato il sopralluogo e contattato i responsabili del cantiere per disporre le necessarie misure di tutela e ricerca. Ampia disponibilità è stata data dalla committenza dei lavori edili, pur stupita del ritrovamento, che ha incaricato la ditta archeologica Aran Progetti e predisposto il programma di verifica e bonifica preliminare.

Il comune di Arenzano ha dato disponibilità a supportare le operazioni di tutela e valorizzazione del sito. La comunicazione dopo mesi di riserbo è stata data ieri in occasione del Consiglio Comunale dopo varie richieste di spiegazioni per evitare il diffondersi di informazioni deviate e comportamenti potenzialmente dannosi.

“Gli scavi stanno procedendo – garantisce il sindaco – e ci si augura che i materiali possano essere studiati a breve e che i risultati degli studi siano resi pubblici in tempi brevi arricchendo la conoscenza delle fasi nebulose della romanizzazione della riviera ligure e delle instabili fasi successive alla fine dell’Impero Romano.

“Ora che una certezza mette il punto su un tassello della storia di Arenzano allo studioso si chiede di fare il suo dovere ossia formulare tantissime e vaste e nuove domande a cui cercare di dare poche e puntuali e provate risposte. All’amministrazione l’onore e l’onere di tutelare e valorizzare il patrimonio ereditato inaspettatamente da un passato così remoto. Agli altri il privilegio di farsi partecipi di una storia millenaria” conclude infine il sindaco.

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