Battaglia

I genitori liguri pronti a fare causa: “Tre anni di attesa per le terapie dei bambini disabili”

Una sentenza del tribunale di Torre Annunziata potrebbe fare da apripista. Il Pd: "La giunta aveva preso impegni ma il problema non è ancora risolto"

Generico settembre 2022

Liguria. Sono pronti a far partire una serie di cause legali per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli i genitori dei bambini disabili liguri in attesa di ricevere le terapie previste dai Lea. A fare da apripista, come riporta oggi l’agenzia Dire, è una sentenza della Corte d’appello del Tribunale di Torre Annunziata: una mamma di Castellammare di Stabia ha ottenuto dalla Asl 3 Napoli Sud il rimborso delle spese sostenute presso i privati per un bambino con disturbi dello spettro autistico.

“I genitori con bimbi disabili senza terapie dicono basta: non siamo più disposti a indebitarci e a pagare quanto la sanità pubblica, attraverso le Asl o il privato accreditato, deve erogare – afferma Marco Macrì, vigile del fuoco genovese e padre di due bambini, di cui uno con disabilità, portavoce delle famiglie liguri nella stessa situazione -. Se dopo questa sentenza non arriverà un abbattimento di almeno la metà delle lista d’attesa entro l’estate, sia chi è già stato preso in carico sia chi aspetta presenterà alla Procura della Repubblica la richiesta di rimborso di quanto già pagato per ottenere i servizi dai privati“. Macrì invita, dunque, la Regione a “erogare i livelli d’assistenza e non affrontare un’ulteriore battaglia legale che può costare almeno dieci volte tanto quanto servirebbe per risolvere il problema”.

“I tempi di attesa a Genova e in Liguria – spiega Macrì alla dire – si attestano attorno ai tre anni, contro una media nazionale di 18 mesi”, sottolinea il genitore. A Genova i bimbi in lista sono attualmente 980, mentre in tutta la regione il dato sale a 1.840. “I numeri si sono un po’ ridotti negli ultimi mesi perché sono stati offerti pacchetti di cura che consentono di seguire più bambini, ma non danno un’adeguata cura ai nostri figli – denuncia il papà -. Si tratta di pacchetti da 80 sedute, contro le 132 previste dalla delibera 197 del 2018 di Alisa, l’azienda ligure sanitaria”.

Come era prevedibile il problema delle liste d’attesa per le attività ambulatoriali di riabilitazione per le bambine e i bambini disabili, non è ancora stato risolto – intervengono il capogruppo del Pd in Regione Luca Garibaldi e il consigliere Pippo Rossetti -. Più volte, le famiglie e in consiglio con diversi ordini del giorno e interrogazioni, è stato chiesto alla giunta di intervenire per garantire tempi certi e brevi per quello che è un diritto, garantito dai Lea (Livelli essenziali di assistenza). I bambini e le bambine disabili hanno bisogno di una diagnosi precoce e di un intervento immediato per evitare danni irreversibili. Le famiglie in questi anni hanno dovuto sostenere costi proibitivi, in alcuni casi indebitandosi, e oggi chiedono che questi soldi gli vengano rimborsati se al più presto la Regione non sblocca definitivamente le liste d’attesa”.

“La giunta in aula – ricordano Garibaldi e Rossetti – si era presa l’impegno di finanziare i soggetti accreditati per smaltire le attese e assumere figure professionali come logopedisti, psicologi, assistenti sociali e tecnici della riabilitazione indispensabili per le cure. In seduta di bilancio era anche stato approvato un nostro emendamento che chiedeva di stanziare un milione di euro a questa voce. Ma visto che i genitori tornano a denunciare una situazione di stallo, ci domandiamo a che punto siamo con gli impegni che la giunta si era presa e quali altri provvedimenti intende portare avanti”.

“Per questo – annunciano i consiglieri del Pd – presentiamo una nuova e ulteriore interrogazione in consiglio regionale in cui chiediamo quali sono i numeri dei bambini ancora in attesa e come e se si sta procedendo con le assunzioni di personale, per sbloccare questa inaccettabile situazione. Chiediamo anche che i pacchetti di cura non siano standardizzati in pacchetti uguali per tutti, ma tengano conto dei bisogni e del tipo di attività riabilitativa che i minori hanno bisogno. Serve chiarezza su come la Regione intende intervenire per risolvere definitivamente questo problema”.

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