Savona. Duomo gremito, dentro e fuori, da centinaia di persone. Così Savona si è voluta stringere alla famiglia per dare l’ultimo, commosso saluto al giovane Fabrizio Manitto. Ventinove anni, dipendente della Compagnia Unica Lavoratori Portuali di Savona (Culp), ha perso la vita venerdì scorso, in seguito ad un incidente stradale avvenuto in via Scotto.
“Siamo qui per dire a Fabrizio quanto è stato importante per noi, – ha affermato il parroco durante l’omelia. – Ha faticato tanto per avere il posto fisso, ma nello stesso tempo ha giocato, e lo ha fatto in tante squadre. Le nostre strade, in cui ognuno di noi mette tutta la sua fatica, non sono mai casuali, ma c’è un progetto di amore che abbiamo nella famiglia e nella vita, nella fatica di vincere le partite della vita”.
“Non è mai un amore perso, ma che si ritrova. Non è un bene economico, ma un bene infinito. Più si dà e più si riceve. Più si fa diventare grande la propria vita e più si fa diventare grande quella degli altri. Questo è stato momento tragico, ma anche di comunione. Siamo fratelli di un unico padre e madre. Vi sarete chiesti il perché di quanto accaduto, ma a questo non vi so rispondere. Fabrizio ha scaricato e caricato tante navi: oggi la nave della sua vita sta partendo e gli auguriamo di avere vento favorevole e mare calmo”, ha concluso.
A seguire, sono stati tanti gli interventi da parte di chi ha amato Fabrizio, in primis da parte dei famigliari, seguiti da quelli degli amici.

Questo il ricordo struggente del papà: “Mi ricordo quando sei entrato nella mia vita, con il passare degli anni il bambino è diventato grande e ho cercato di indirizzarti per la giusta strada. Sono stato al tuo fianco ogni giorno e, quando hai terminato gli studi, ti ho appoggiato nell’opportunità di entrare a fare parte del Culp. Sembrava il lavoro fatto per te, sempre pronto ad imparare. Eri un appassionato e sei riuscito a farti apprezzare come uomo e lavoratore: dopo tanti anni, avevi raggiunto l’obiettivo tanto ambito. Eri felice perché potevi pianificare il futuro. Ti ho amato immensamente, sei stato un figlio meraviglioso. Ora sei in cielo e da lassù il tuo sorriso risplenderà e ci accompagnerà. Sarai sempre nei nostri cuori”.
Il messaggio della sorella Chiara: “Sei l’uomo migliore che potessi chiedere come fratello. Sei stato e sei il mio punto di riferimento anche se siamo diversi come il giorno e la notte. Avresti dovuto prenderti cura di me per tutta la vita. Tutte le mie fantasie si sono frantumate, ma ti porterò sempre nel cuore e cercherò di farti vivere in me. Parlavo a tutti di te, sempre, e in questi giorni ho immaginato fossi in camera mia. Parla con il nonno anche per me”.
La lettera di un gruppo di amici stretti: “Lui c’era sempre per qualsiasi cosa, una di quelle persone che ti auguri di incontrare nella vita. Questo momento ci insegna a dare più valore al tempo speso insieme. L’unico potere che abbiamo è scegliere di vivere a pieno. Porteremo a termine i nostri progetti. Da domani ci faremo forza e faremo sempre il tuo nome con un sorriso. I tuoi ‘fratelli’, ti vogliamo bene”.
La testimonianza di Sonia, un’amica: “Le cose da dire su di noi sarebbero tantissime. Da quando sono caduta il primo giorno a scuola, ho capito che ci saresti sempre stato tu ad alleggerire ogni mio capitombolo. Non credo di avertelo mai detto, ma sei l’unico con cui riuscivo a discutere senza pensarci troppo. Come tanti altri, sapevo che qualsiasi cosa accadesse eri pronto a sorreggermi. Chi ti ha conosciuto sa quanto era fortunato ad averti nella sua vita: altruista, gentile, educato ed umile. Spero di aver portato nella tua vita metà dell’amore che tu hai portato nella mia. Parlo a nome di tutti quando dico che il vuoto che lasci non può essere colmato. Ti prometto, e lo chiedo a tutti quelli che ti volevano bene, che ti farò vivere ogni giorno attraverso i miei occhi e i miei sentimenti. Sarai sempre il mio sole”.
Per quanto riguarda la cronaca del tragico incidente, secondo quanto ricostruito, il 29enne stava viaggiando a bordo di uno scooter, un Yamaha XMax, quando ha perso il controllo del mezzo ed è andato a sbattere rovinosamente sull’asfalto. Pare che, scendendo lungo la strada, invece di curvare verso sinistra, abbia proseguito la sua corsa andando a impattare fatalmente contro il bordo del marciapiede.